Cronaca
Traffico illegale di 247 armi, una base anche a Trani
Sette arresti fra Puglia, Emilia e San Marino, fra questi un ragioniere di un negozio di biancheria della città. Erano destinate alla mala andriese e pugliese
Trani - lunedì 15 aprile 2013
11.18
C'è anche un insospettabile ragioniere di 40 anni di un'azienda di biancheria e intimo di Trani fra gli arrestati di una maxi operazione sul traffico illegale d'armi condotta, sotto la direzione della procura di Trani, dalla squadra mobile di Bari in collaborazione con quelle di Bologna e Rimini ed i commissariati di Andria e Imola.
Sette persone sono state arrestate a Bisceglie, Andria, Imola e Verrucchio (Provincia di Rimini) perché ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'introduzione illegale di armi e munizioni sul territorio nazionale ed in Puglia, presumibilmente dirette alla mala regionale. La misura cautelare è stata eseguita nei confronti del 42enne L. R. (imprenditore andriese, con precedenti di Polizia), Vincenzo Coratella (39 anni, andriese, gestore di sala giochi, con precedenti di Polizia), Gaetano Manzoni Borghesi (74 anni, nato a San Marino, titolare dell'armeria Gmb, con precedenti di Polizia), F. N. (40 anni, andriese, ragioniere di un'azienda di biancheria e intimo di Trani), S. S. (32 anni, nato a Rimini e residente a Verrucchio, impiegato dell'armeria), C. V. (29 anni, molfettese ma residente a Bisceglie, corriere per conto della ditta di spedizioni di Corato) e P. R. (49 anni, andriese, corriere per conto della ditta di spedizioni di Corato).
Il provvedimento restrittivo è stato richiesto dalla procura tranese a seguito di un'indagine avviata dalla squadra mobile di Bari nel gennaio del 2011 in seguito ad una segnalazione della gendarmeria della Repubblica di San Marino relativa ad alcune esportazioni sospette di armi verso l'Italia e la Puglia. E' stato accertato che l'armeria sanmarinese (la Gmb) aveva inoltrato richiesta di nulla osta alla vendita di armi in favore di 7 cittadini italiani residenti nelle Province di Bari, Foggia e Matera. La conseguente verifica della documentazione ha fatto emergere l'utilizzo di timbri falsi, la contraffazione dei porti d'armi e l'inesistenza anagrafica dei nominativi indicati.
Le armi, vendute illegalmente dalla Gmb ed intestate sempre a persone inesistenti, venivano spedite in Puglia tramite un'agenzia di spedizione di Corato (la Gls) e consegnate da due dipendenti di ditte appaltatrici che effettuavano il servizio di consegne e ritiri delle spedizioni per conto della Gls a tre soggetti andriesi fra cui il ragioniere del negozio di biancheria di Trani. Le armi venivano poi portate in una campagna di proprietà di Coratella, vero e proprio quartier generale della banda.
L'intensa attività investigativa della procura nasce con l'arresto in flagranza di reato degli andriesi Vincenzo Coratella e L. R. avvenuta ad aprile del 2011. Durante una perquisizione nella campagna di Coratella furono ritrovate numerose armi da fuoco, oltre che munizioni, silenziatori e puntatori laser, nonché una busta contente timbri falsi e documenti falsificati che, come dimostrato dalle indagini, sono stati utilizzati per riprodurre le licenze di polizia valide per l'acquisto, il porto ed il trasporto di armi da fuoco. Al termine di 2 anni di attività d'indagine, è stata accertata l'introduzione nel territorio italiano di 247 armi da fuoco destinate a 24 persone inesistenti ma in realtà ricevute dall'organizzazione criminale sgominata in mattinata con i 7 arresti.
Sette persone sono state arrestate a Bisceglie, Andria, Imola e Verrucchio (Provincia di Rimini) perché ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'introduzione illegale di armi e munizioni sul territorio nazionale ed in Puglia, presumibilmente dirette alla mala regionale. La misura cautelare è stata eseguita nei confronti del 42enne L. R. (imprenditore andriese, con precedenti di Polizia), Vincenzo Coratella (39 anni, andriese, gestore di sala giochi, con precedenti di Polizia), Gaetano Manzoni Borghesi (74 anni, nato a San Marino, titolare dell'armeria Gmb, con precedenti di Polizia), F. N. (40 anni, andriese, ragioniere di un'azienda di biancheria e intimo di Trani), S. S. (32 anni, nato a Rimini e residente a Verrucchio, impiegato dell'armeria), C. V. (29 anni, molfettese ma residente a Bisceglie, corriere per conto della ditta di spedizioni di Corato) e P. R. (49 anni, andriese, corriere per conto della ditta di spedizioni di Corato).
Il provvedimento restrittivo è stato richiesto dalla procura tranese a seguito di un'indagine avviata dalla squadra mobile di Bari nel gennaio del 2011 in seguito ad una segnalazione della gendarmeria della Repubblica di San Marino relativa ad alcune esportazioni sospette di armi verso l'Italia e la Puglia. E' stato accertato che l'armeria sanmarinese (la Gmb) aveva inoltrato richiesta di nulla osta alla vendita di armi in favore di 7 cittadini italiani residenti nelle Province di Bari, Foggia e Matera. La conseguente verifica della documentazione ha fatto emergere l'utilizzo di timbri falsi, la contraffazione dei porti d'armi e l'inesistenza anagrafica dei nominativi indicati.
Le armi, vendute illegalmente dalla Gmb ed intestate sempre a persone inesistenti, venivano spedite in Puglia tramite un'agenzia di spedizione di Corato (la Gls) e consegnate da due dipendenti di ditte appaltatrici che effettuavano il servizio di consegne e ritiri delle spedizioni per conto della Gls a tre soggetti andriesi fra cui il ragioniere del negozio di biancheria di Trani. Le armi venivano poi portate in una campagna di proprietà di Coratella, vero e proprio quartier generale della banda.
L'intensa attività investigativa della procura nasce con l'arresto in flagranza di reato degli andriesi Vincenzo Coratella e L. R. avvenuta ad aprile del 2011. Durante una perquisizione nella campagna di Coratella furono ritrovate numerose armi da fuoco, oltre che munizioni, silenziatori e puntatori laser, nonché una busta contente timbri falsi e documenti falsificati che, come dimostrato dalle indagini, sono stati utilizzati per riprodurre le licenze di polizia valide per l'acquisto, il porto ed il trasporto di armi da fuoco. Al termine di 2 anni di attività d'indagine, è stata accertata l'introduzione nel territorio italiano di 247 armi da fuoco destinate a 24 persone inesistenti ma in realtà ricevute dall'organizzazione criminale sgominata in mattinata con i 7 arresti.