Territorio
Un mostro di nome Tares
Cresce la preoccupazione per l’imminente entrata in vigore della nuova tassa sui rifiuti e sui servizi. Montaruli (Unimpresa) sottolinea le perplessità del nuovo tributo
Trani - sabato 12 gennaio 2013
11.54
In prossimità dell'entrata a regime con il pagamento della prima rata della Tares, il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi che andrà a sostituire la più nota Tarsu, cresce la preoccupazione, non solo tra i semplici cittadini, ma in tutto il settore commercio, oltre che in quello artigianale ed industriale, poiché gli effetti dell'applicazione vengono ritenuti drammatici soprattutto per le imprese che sono costrette ad utilizzare superfici superiori alla media per l'esercizio delle proprie attività economiche.
A farsi carico di testimoniare il disagio della categoria è Savino Montaruli (Unimpresa Bat). «Anche le nostre stime – dice Montaruli - confermano possibili aumenti delle tariffe che potrebbero addirittura quintuplicarsi il che è inimmaginabile anche se la nostra economia andasse a gonfissime vele ma così non è. A fronte di aumenti che inciderebbero sulle piccole imprese per centinaia e, in taluni casi, migliaia di euro l'anno, l'applicazione della Tares produrrebbe aumenti vertiginosi per le attività ricettive, della ristorazione, concessionarie di auto, impianti di distribuzione di carburanti e per tutte quelle imprese che operano nel settore del turismo e che utilizzano grandi superfici pur non registrando, necessariamente, maggior produzione di rifiuti».
Di fronte alle tante incertezze e al fine di meglio approfondire gli aspetti tecnici, operativi ed applicativi della nuova tassa e per individuare formule che consentano l'applicazione dell'aliquota minima (la cui discrezionalità è consentita ai Comuni), Unimpresa suggerisce un approfondimento per evitare che le già fortemente colpite imprese possano trovarsi di fronte ad aumentati costi aziendali non previsti e non preventivati che comunque non potrebbero sostenere, specie in questo momento, tenendo conto che il nuovo tributo può già essere considerato iniquo. Le nuove aliquote, infatti, saranno calcolate sulla base dei parametri contenuti nel decreto presidenziale 158/1999, i cui coefficienti potenziali di produzione, forniti per calcolare la parte variabile della tariffa da attribuire alle categorie di utenza non domestica, hanno già marcatamente evidenziato il loro totale scollamento dalla reale produzione di rifiuti delle varie categorie economiche. «Gli incrementi – dice Montaruli - saranno ancor più marcati visto che a questi andrà aggiunta la quota servizi introdotta dal nuovo tributo, come quelli per l'illuminazione e la gestione delle strade».
A farsi carico di testimoniare il disagio della categoria è Savino Montaruli (Unimpresa Bat). «Anche le nostre stime – dice Montaruli - confermano possibili aumenti delle tariffe che potrebbero addirittura quintuplicarsi il che è inimmaginabile anche se la nostra economia andasse a gonfissime vele ma così non è. A fronte di aumenti che inciderebbero sulle piccole imprese per centinaia e, in taluni casi, migliaia di euro l'anno, l'applicazione della Tares produrrebbe aumenti vertiginosi per le attività ricettive, della ristorazione, concessionarie di auto, impianti di distribuzione di carburanti e per tutte quelle imprese che operano nel settore del turismo e che utilizzano grandi superfici pur non registrando, necessariamente, maggior produzione di rifiuti».
Di fronte alle tante incertezze e al fine di meglio approfondire gli aspetti tecnici, operativi ed applicativi della nuova tassa e per individuare formule che consentano l'applicazione dell'aliquota minima (la cui discrezionalità è consentita ai Comuni), Unimpresa suggerisce un approfondimento per evitare che le già fortemente colpite imprese possano trovarsi di fronte ad aumentati costi aziendali non previsti e non preventivati che comunque non potrebbero sostenere, specie in questo momento, tenendo conto che il nuovo tributo può già essere considerato iniquo. Le nuove aliquote, infatti, saranno calcolate sulla base dei parametri contenuti nel decreto presidenziale 158/1999, i cui coefficienti potenziali di produzione, forniti per calcolare la parte variabile della tariffa da attribuire alle categorie di utenza non domestica, hanno già marcatamente evidenziato il loro totale scollamento dalla reale produzione di rifiuti delle varie categorie economiche. «Gli incrementi – dice Montaruli - saranno ancor più marcati visto che a questi andrà aggiunta la quota servizi introdotta dal nuovo tributo, come quelli per l'illuminazione e la gestione delle strade».