
Cronaca
Uomo a terra in pieno centro, l'indifferenza che uccide la città
La scena stasera in corso Imbriani a Trani. Un fenomeno di fragilità in crescita nelle città di provincia, che interroga le coscienze e le istituzioni di fronte a un'umanità sconfitta.
Trani - lunedì 6 ottobre 2025
21.42
Un corpo steso lungo il freddo marciapiede, la testa appoggiata su uno zaino, le gambe rannicchiate. Attorno, il passeggio indifferente del lunedì sera. La scena, a cui non dovremmo mai abituarci, si è presentata stasera in pieno centro a Trani, all'incrocio tra Corso Imbriani e Corso Italia. Un uomo, visibilmente in difficoltà, si è letteralmente abbandonato a terra, travolto da una sofferenza che nessuno dei passanti sembra aver notato. Secondo le prime testimonianze, non si tratterebbe della stessa persona che nei giorni scorsi sostava sotto i portici della città, un dettaglio che, se confermato, rende il quadro ancora più allarmante: non un caso isolato, ma volti diversi di una stessa, crescente disperazione.
Quella di stasera non è più un'immagine confinata alle grandi metropoli. È la fotografia di un fenomeno in netta crescita proprio nelle città "non metropolitane". Sebbene i dati statistici precisi su questo specifico aspetto siano difficili da aggregare, i recenti rapporti di Caritas e ISTAT sulla povertà estrema indicano un preoccupante aumento dei casi di grave marginalità proprio nelle città di medie dimensioni, un tempo considerate più protette e coese.
Una situazione che interroga tutti, a due livelli. Interroga la coscienza di ciascuno di noi, del passante che accelera il passo distogliendo lo sguardo. L'indifferenza diventa così il velo che nasconde il problema, rendendocene complici. Ma soprattutto, interroga coloro che sono chiamati, istituzionalmente, a presidiare questo aberrante fenomeno di disumanità: i servizi sociali, l'amministrazione, le forze dell'ordine. Non è accettabile che la risposta a una tale fragilità sia il vuoto. Vedere una persona stesa a terra non è un elemento del decoro urbano da sistemare, ma una sconfitta per l'intera comunità. Abituarsi a queste scene, camminando oltre, significa perdere un pezzo fondamentale della nostra stessa umanità. La domanda è lì che ci attende: avremmo fatto mai abbastanza per evitare tutto questo?
Quella di stasera non è più un'immagine confinata alle grandi metropoli. È la fotografia di un fenomeno in netta crescita proprio nelle città "non metropolitane". Sebbene i dati statistici precisi su questo specifico aspetto siano difficili da aggregare, i recenti rapporti di Caritas e ISTAT sulla povertà estrema indicano un preoccupante aumento dei casi di grave marginalità proprio nelle città di medie dimensioni, un tempo considerate più protette e coese.
Una situazione che interroga tutti, a due livelli. Interroga la coscienza di ciascuno di noi, del passante che accelera il passo distogliendo lo sguardo. L'indifferenza diventa così il velo che nasconde il problema, rendendocene complici. Ma soprattutto, interroga coloro che sono chiamati, istituzionalmente, a presidiare questo aberrante fenomeno di disumanità: i servizi sociali, l'amministrazione, le forze dell'ordine. Non è accettabile che la risposta a una tale fragilità sia il vuoto. Vedere una persona stesa a terra non è un elemento del decoro urbano da sistemare, ma una sconfitta per l'intera comunità. Abituarsi a queste scene, camminando oltre, significa perdere un pezzo fondamentale della nostra stessa umanità. La domanda è lì che ci attende: avremmo fatto mai abbastanza per evitare tutto questo?

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