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Archivio di sede, presentata interrogazione in Parlamento

«E' evidente che la scelta di Barletta non appare assolutamente la più idonea»

«Nell'inerzia più assoluta del Sindaco e dell'amministrazione di Trani, che continuano ad ignorare l'indirizzo politico assunto dal Consiglio Comunale di Trani nella seduta del 21.04.2022, il comitato spontaneo pro Archivio di Stato a Trani, ha interessato della questione della istituzione della sede provinciale dell'Archivio di Stato a Trani presso l'antico e prestigioso Palazzo Valenzano, la Senatrice Margherita Corrado, componente della 7^ Commissione permanente (istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport)». Lo annuncia il presidente del Comitato Pro Archivio di Stato, Alessandro Moscatelli.

«Rimangono incomprensibili le ragioni per le quali il Sindaco di Trani, in sede di Conferenza Provinciale Permanente dinanzi al Prefetto della BAT, in data 21.10.2021, abbia assentito alla indicazione della sede dell'Archivio di Stato a Barletta né si comprendono le ragioni per le quali anche gli altri rappresentanti istituzionali presenti abbiano voluto derogare alle precise indicazioni della legge istitutiva della Sesta Provincia Puglie e dello stesso Statuto Provinciale.

In data 14.06.2022, la Senatrice Margherita Corrado, insieme ai colleghi Luisa Angrisani, Bianca Laura Granato ed Elio Lannutti, ha presentato l'interrogazione parlamentare n.3-03364 nella quale ha chiesto al Ministro della Cultura: "Perché nell'ultimo triennio la Direzione generale archivi sia "andata a rimorchio" del direttore di Bari invece di svolgere un'indagine conoscitiva per sapere quali opportunità vi fossero sul territorio per risolvere i problemi di Trani (depositi) e di Barletta (sede e depositi) prima di pronunciarsi per l'una o per l'altra in ragione del maggior vantaggio per l'amministrazione e per l'utenza; se il Ministro in indirizzo non ritenga di promuovere un'ispezione che verifichi in quali condizioni versi oggi l'ex edificio delle Poste di Barletta, per chiarire a quanto ammonti la spesa per il recupero e l'adeguamento funzionale dell'immobile una volta sommata all'ingentissima cifra richiesta per l'acquisto (comunque passibile di abbattimento trattandosi di un bene vincolato e ancor più se si decidesse di espropriarlo per pubblica utilità); se non tema che il dicastero possa incorrere in un'ipotesi di danno erariale, posto che, dopo avere speso un milione per l'adeguamento parziale dell'ex caserma Stennio (pur sapendo che a completarlo sarebbe occorso il triplo), ora, giudicandola comunque insufficiente alle necessità della sezione, accondiscende alla richiesta di spenderne 4,25 per il solo acquisto dell'altro immobile, senza sapere chi, quando e con quale spesa lo adibirà ad archivio, se Barletta si farà carico delle esigenze di funzionamento dell'ufficio provinciale, e senza neppure la prospettiva di poter rescindere il contratto di locazione passiva per i locali di via Ferdinando d'Aragona".

E' evidente che la scelta di Barletta per la sede dell'Archivio di Stato, oltre a contrastare con la legge e lo Statuto Provinciale, non appare assolutamente la più idonea perché richiederebbe non solo molto denaro ma soprattutto molto tempo per essere realizzata, mentre a basterebbe acquistare o affittare locali per i depositi, essendo la sede di Trani già in funzione e più che decorosa. Lo stesso direttore dell'Archivio di Stato di Bari aveva evidenziato la necessità di reperire locali per versare atti e, quindi, depositi che prescindono dalla sede istituzionale».
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