
Territorio
Sicurezza e il 2025 della Bat: anatomia di una criminalità organizzata e istituzioni in trincea, anche a Trani
La sfida della sicurezza passa anche attraverso una adeguata logistica: lo strano caso della Polizia Locale di Trani
Trani - venerdì 26 dicembre 2025
15.26
La sicurezza nella provincia di Barletta‑Andria‑Trani resta uno dei temi più sentiti dalla comunità locale, al centro di un confronto costante tra istituzioni, forze dell'ordine e cittadini. Negli ultimi mesi il territorio ha visto un'intensificazione dei controlli e una maggiore presenza delle pattuglie, segnale di un impegno crescente per prevenire episodi di criminalità diffusa e garantire una percezione più solida di tutela pubblica. In un'area dinamica come la BAT, dove convivono realtà urbane complesse e zone rurali estese, la sfida della sicurezza continua a rappresentare un indicatore importante della qualità della vita e della fiducia nelle istituzioni.
L'analisi dell'anno appena trascorso. La Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, hanno registrato una progressiva diminuzione dell'indice generale di delittuosità nell'ultimo anno, segnalando un calo costante dei reati denunciati nella sesta provincia pugliese che osservata alla fine del 2025 registra di un territorio complesso, pieno di contraddizioni, dove un tessuto imprenditoriale vitale convive con una criminalità che ha smesso da tempo di essere improvvisata per diventare strutturale, endemica e tecnologicamente avanzata. L'anno che si sta chiudendo ci restituisce l'immagine di una "zona grigia" in continua evoluzione. Se da un lato le statistiche sembrano dare tregua su alcuni fronti storici, dall'altro la qualità del crimine si è alzata, trasformando l'illegalità in una vera e propria filiera economica. Ma in questa battaglia, la linea del fronte non è presidiata solo dalle divise dello Stato: sempre più spesso sono i Comuni a dover fare da argine.
L'industrializzazione del crimine e lo spaccio "liquido". Per anni la BAT ha portato il marchio di capitale dei furti d'auto. Oggi preoccupa il livello di organizzazione militare raggiunto dalle "batterie": non ladri solitari, ma catene di montaggio al contrario che smembrano, riciclano e spediscono pezzi con una logistica da multinazionale. Parallelamente, lo spaccio di droga classico ha lasciano il posto a un mercato dinamico: ordini via app, consegne in monopattino, scambi veloci. Un crimine liquido, sfuggente, difficile da intercettare per chi indaga con metodi tradizionali. A conferma le recenti operazioni (come quella che ha portato a 47 misure cautelari tra Trani e Bisceglie) che hanno svelato un territorio snodo di traffici internazionali, con stupefacenti che arrivano direttamente dalla Spagna, la fine della piazza di spaccio tradizionale con un crimine si è "uberizzato". Le consegne avvengono a domicilio, veloci e invisibili, spesso a bordo di bici e monopattini elettrici che sfrecciano sul lungomare o nei vicoli del centro storico, rendendo difficile il lavoro delle pattuglie
L'avamposto dei Comuni: Sindaci e Polizia Locale. In questo scenario complesso, emerge con prepotenza il ruolo delle istituzioni di prossimità. La sicurezza non è più – e non può essere – delegata esclusivamente a Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. I Sindaci si trovano oggi a essere il primo terminale delle paure dei cittadini. Non più semplici amministratori di condomini urbani, ma autorità locali di pubblica sicurezza chiamate a gestire il "decoro" che è l'anticamera della sicurezza stessa: dall'illuminazione pubblica alla gestione delle periferie, fino alla videosorveglianza. Un ruolo ancora più operativo e rischioso è quello che ricopre la Polizia Locale. Lontana ormai dallo stereotipo del "vigile urbano" dedicato solo alle multe, la Polizia Locale nella BAT è diventata un attore investigativo primario. Spesso sono le pattuglie municipali a intercettare per prime i reati ambientali nelle campagne, a controllare le attività commerciali "copertura" per il riciclaggio o a presidiare i centri storici contro la microcriminalità. Un lavoro di "supplenza" fondamentale quello della Polizia Locale, svolto spesso con meno tutele rispetto ai colleghi delle forze statali, ma con la stessa esposizione al pericolo e con le stesse problematiche legate alla insufficienza di organici.
La situazione logistica della Polizia Locale a Trani. E' davvero emblematica e complessa la situazione in cui versa la Polizia Locale di Trani, encomiabile per il suo costante impegno, perchè non è solo correlata al sottodimensionamento dell'organico, un aspetto che a conclusione dei recenti concorsi potrà godere di una boccata d'ossigeno che tuttavia non basterà a coprire i pensionamenti e le nuove competenze che la legge scarica sui Comuni, ma è anche legata a doppio filo con una operatività fortemente penalizzata dalla logistica. L'operatività è divisa su quattro presidi diversi e distaccati fra loro, una situazione alla quale non è dato capire in maniera chiara, viste le ultime vicende in Consiglio Comunale, il perchè non si proceda, così come da volontà dell' Amministrazione di Città, alla formalizzazione dell'acquisizione di una porzione di immobile al patrimonio comunale ( nda. Complesso Verdemare), locali che sono stati ritenuti idonei ad una prospettica allocazione dell'intera struttura della Polizia Locale visto che in origine l'immobile da acquisire era stato pensato e modulato come sede della Polizia di Stato. Sarebbe grave se chi oggi si oppone, senza chiarirne i veri motivi, alla formalizzazione della transazione non guardasse all'interesse generale in ordine alla sicurezza di Trani, che passa necessariamente da una operatività che si sposi una logistica coerente e dignitosa, ma al contrario ne facesse invece un casus belli per solo fini di avversione politica, anche perchè la struttura della Polizia Locale non deve solo gestire la classica viabilità, ma oggi è chiamata a fare di tutto e di più, quella di Trani non fa eccezione, basti ricordare le attività legate:
Ambiente e impresa: le altre vittime. Anche in questo 2025 il territorio è risultato sotto attacco anche sul fronte ambientale. Mentre in mare si combatte la predazione (come quella dei datteri), l'entroterra rischia di diventare una pattumiera per le "eco-balle" importate da fuori regione. Anche qui, la sorveglianza capillare del territorio passa inevitabilmente dalla sinergia tra le guardie campestri, la Polizia Locale e le Forze dell'ordine. Senza dimenticare il crimine dei "colletti bianchi": bancarotte pilotate e imprese "apri e chiudi" danneggiano l'economia sana, in una concorrenza sleale che impoverisce il tessuto sociale.
La battaglia delle risorse. Il vero nodo resta tuttavia la sproporzione delle forze in campo. La BAT paga lo scotto della sua "giovinezza" amministrativa e di organici delle forze dell'ordine che, nonostante l'impegno straordinario, restano numericamente inferiori rispetto alla media nazionale (in alcuni casi con un rapporto di un agente ogni mille abitanti). È qui che il "sistema sicurezza" rischia di incepparsi se non supportato. Perché se la criminalità è veloce e ricca, lo Stato non può permettersi di rincorrerla con armi spuntate. "Il 2026 dovrà essere l'anno della consapevolezza - affermano dalla Procura di Trani - la sicurezza di questo territorio si regge su un equilibrio precario, garantito solo dalla stretta collaborazione tra Magistratura, Forze dell'Ordine statali e quel presidio fondamentale, e troppo spesso sottovalutato, rappresentato dai Comuni e dalla loro Polizia".
L'analisi dell'anno appena trascorso. La Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, hanno registrato una progressiva diminuzione dell'indice generale di delittuosità nell'ultimo anno, segnalando un calo costante dei reati denunciati nella sesta provincia pugliese che osservata alla fine del 2025 registra di un territorio complesso, pieno di contraddizioni, dove un tessuto imprenditoriale vitale convive con una criminalità che ha smesso da tempo di essere improvvisata per diventare strutturale, endemica e tecnologicamente avanzata. L'anno che si sta chiudendo ci restituisce l'immagine di una "zona grigia" in continua evoluzione. Se da un lato le statistiche sembrano dare tregua su alcuni fronti storici, dall'altro la qualità del crimine si è alzata, trasformando l'illegalità in una vera e propria filiera economica. Ma in questa battaglia, la linea del fronte non è presidiata solo dalle divise dello Stato: sempre più spesso sono i Comuni a dover fare da argine.
L'industrializzazione del crimine e lo spaccio "liquido". Per anni la BAT ha portato il marchio di capitale dei furti d'auto. Oggi preoccupa il livello di organizzazione militare raggiunto dalle "batterie": non ladri solitari, ma catene di montaggio al contrario che smembrano, riciclano e spediscono pezzi con una logistica da multinazionale. Parallelamente, lo spaccio di droga classico ha lasciano il posto a un mercato dinamico: ordini via app, consegne in monopattino, scambi veloci. Un crimine liquido, sfuggente, difficile da intercettare per chi indaga con metodi tradizionali. A conferma le recenti operazioni (come quella che ha portato a 47 misure cautelari tra Trani e Bisceglie) che hanno svelato un territorio snodo di traffici internazionali, con stupefacenti che arrivano direttamente dalla Spagna, la fine della piazza di spaccio tradizionale con un crimine si è "uberizzato". Le consegne avvengono a domicilio, veloci e invisibili, spesso a bordo di bici e monopattini elettrici che sfrecciano sul lungomare o nei vicoli del centro storico, rendendo difficile il lavoro delle pattuglie
L'avamposto dei Comuni: Sindaci e Polizia Locale. In questo scenario complesso, emerge con prepotenza il ruolo delle istituzioni di prossimità. La sicurezza non è più – e non può essere – delegata esclusivamente a Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. I Sindaci si trovano oggi a essere il primo terminale delle paure dei cittadini. Non più semplici amministratori di condomini urbani, ma autorità locali di pubblica sicurezza chiamate a gestire il "decoro" che è l'anticamera della sicurezza stessa: dall'illuminazione pubblica alla gestione delle periferie, fino alla videosorveglianza. Un ruolo ancora più operativo e rischioso è quello che ricopre la Polizia Locale. Lontana ormai dallo stereotipo del "vigile urbano" dedicato solo alle multe, la Polizia Locale nella BAT è diventata un attore investigativo primario. Spesso sono le pattuglie municipali a intercettare per prime i reati ambientali nelle campagne, a controllare le attività commerciali "copertura" per il riciclaggio o a presidiare i centri storici contro la microcriminalità. Un lavoro di "supplenza" fondamentale quello della Polizia Locale, svolto spesso con meno tutele rispetto ai colleghi delle forze statali, ma con la stessa esposizione al pericolo e con le stesse problematiche legate alla insufficienza di organici.
La situazione logistica della Polizia Locale a Trani. E' davvero emblematica e complessa la situazione in cui versa la Polizia Locale di Trani, encomiabile per il suo costante impegno, perchè non è solo correlata al sottodimensionamento dell'organico, un aspetto che a conclusione dei recenti concorsi potrà godere di una boccata d'ossigeno che tuttavia non basterà a coprire i pensionamenti e le nuove competenze che la legge scarica sui Comuni, ma è anche legata a doppio filo con una operatività fortemente penalizzata dalla logistica. L'operatività è divisa su quattro presidi diversi e distaccati fra loro, una situazione alla quale non è dato capire in maniera chiara, viste le ultime vicende in Consiglio Comunale, il perchè non si proceda, così come da volontà dell' Amministrazione di Città, alla formalizzazione dell'acquisizione di una porzione di immobile al patrimonio comunale ( nda. Complesso Verdemare), locali che sono stati ritenuti idonei ad una prospettica allocazione dell'intera struttura della Polizia Locale visto che in origine l'immobile da acquisire era stato pensato e modulato come sede della Polizia di Stato. Sarebbe grave se chi oggi si oppone, senza chiarirne i veri motivi, alla formalizzazione della transazione non guardasse all'interesse generale in ordine alla sicurezza di Trani, che passa necessariamente da una operatività che si sposi una logistica coerente e dignitosa, ma al contrario ne facesse invece un casus belli per solo fini di avversione politica, anche perchè la struttura della Polizia Locale non deve solo gestire la classica viabilità, ma oggi è chiamata a fare di tutto e di più, quella di Trani non fa eccezione, basti ricordare le attività legate:
- Antidegrado: contrasto all'abbandono di rifiuti e "eco-balle" nelle contrade agricole.
- Ordine Pubblico: presidio della "movida" nel porto e nel centro storico, spesso teatro di risse e spaccio.
- Polizia Giudiziaria: indagini su reati ambientali ed edilizi.
Ambiente e impresa: le altre vittime. Anche in questo 2025 il territorio è risultato sotto attacco anche sul fronte ambientale. Mentre in mare si combatte la predazione (come quella dei datteri), l'entroterra rischia di diventare una pattumiera per le "eco-balle" importate da fuori regione. Anche qui, la sorveglianza capillare del territorio passa inevitabilmente dalla sinergia tra le guardie campestri, la Polizia Locale e le Forze dell'ordine. Senza dimenticare il crimine dei "colletti bianchi": bancarotte pilotate e imprese "apri e chiudi" danneggiano l'economia sana, in una concorrenza sleale che impoverisce il tessuto sociale.
La battaglia delle risorse. Il vero nodo resta tuttavia la sproporzione delle forze in campo. La BAT paga lo scotto della sua "giovinezza" amministrativa e di organici delle forze dell'ordine che, nonostante l'impegno straordinario, restano numericamente inferiori rispetto alla media nazionale (in alcuni casi con un rapporto di un agente ogni mille abitanti). È qui che il "sistema sicurezza" rischia di incepparsi se non supportato. Perché se la criminalità è veloce e ricca, lo Stato non può permettersi di rincorrerla con armi spuntate. "Il 2026 dovrà essere l'anno della consapevolezza - affermano dalla Procura di Trani - la sicurezza di questo territorio si regge su un equilibrio precario, garantito solo dalla stretta collaborazione tra Magistratura, Forze dell'Ordine statali e quel presidio fondamentale, e troppo spesso sottovalutato, rappresentato dai Comuni e dalla loro Polizia".

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