
Territorio
Bottaro e Santorsola si schierano con i NoTriv
Gli attivisti chiedono il ritiro degli articoli "incriminati" nello Sblocca Italia
Trani - mercoledì 24 giugno 2015
7.17
I neo-eletti Amedeo Bottaro, sindaco di Trani, e Domenico Santorsola, consigliere regionale per Noi a Sinistra, si sono schierati, questa settimana, al fianco degli attivisti NoTriv, facendosi fotografare con il cartello simbolo del movimento attivista. Il Ministero dell'Ambiente ha infatti sbloccato tre provvedimenti di Via (Valutazione d'Impatto Ambientale, ndr) sulle richieste della Northern Petroleum, multinazionale inglese, relativi alle prospezioni del fondo marino per la ricerca di idrocarburi. I tratti di costa direttamente interessati vanno da Mola di Bari ad Ostuni, passando per Polignano a Mare, Monopoli e Fasano. Una zona di litorale pugliese più volte "premiata" per la propria bellezza.
Nei giorni scorsi, anche Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, aveva confermato quanto detto in campagna elettorale al riguardo delle trivellazioni, prendendo le distanze dalla decisione del Governo Renzi. Dal canto loro, gli ambientalisti hanno pubblicato circa 10 giorni fa un documento, sottoscritto anche dal Comitato Bene Comune di Trani, in cui ci sono specifiche richieste per gli organi di governo: si chiede «alle Regioni di impugnare, dinanzi al Tar, il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 25 marzo 2015 che da attuazione allo "Sblocca Italia" e aggiorna il "disciplinare - tipo", relegando le Regioni a un ruolo del tutto marginale e di promuovere, contestualmente, il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale; al Consiglio della Regione Puglia appena eletto e al suo Presidente Michele Emiliano di confermare quanto espresso nella recente consultazione elettorale rispetto al tema delle trivellazioni con tutti gli strumenti politici ed amministrativi possibili; ai Comuni, Province ed Aree Metropolitane, coinvolte nei procedimenti, esprimano la propria opposizione con i rispettivi Consigli, prendendo una posizione netta verso le scelte energetiche del governo Renzi e lo "Sblocca Italia" di cui, come già detto, queste concessioni sono un primo passo verso l'attuazione. Dimostrino la loro contrarietà, ricorrendo al Tar, assumendosene l'onere economico».
Resta ora da vedere fino a quanto si spingerà l'impegno delle istituzioni nel sostenere la causa ambientalista, contrastando un governo ambiguo: a inizio giugno il presidente del consiglio si era recato in Germania per il G7, tra i cui obiettivi finali è stato inserita anche una riduzione dal 40% al 70% delle emissioni rispetto a quelle del 2010, traguardo da raggiungere entro il 2050.
Nei giorni scorsi, anche Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, aveva confermato quanto detto in campagna elettorale al riguardo delle trivellazioni, prendendo le distanze dalla decisione del Governo Renzi. Dal canto loro, gli ambientalisti hanno pubblicato circa 10 giorni fa un documento, sottoscritto anche dal Comitato Bene Comune di Trani, in cui ci sono specifiche richieste per gli organi di governo: si chiede «alle Regioni di impugnare, dinanzi al Tar, il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 25 marzo 2015 che da attuazione allo "Sblocca Italia" e aggiorna il "disciplinare - tipo", relegando le Regioni a un ruolo del tutto marginale e di promuovere, contestualmente, il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale; al Consiglio della Regione Puglia appena eletto e al suo Presidente Michele Emiliano di confermare quanto espresso nella recente consultazione elettorale rispetto al tema delle trivellazioni con tutti gli strumenti politici ed amministrativi possibili; ai Comuni, Province ed Aree Metropolitane, coinvolte nei procedimenti, esprimano la propria opposizione con i rispettivi Consigli, prendendo una posizione netta verso le scelte energetiche del governo Renzi e lo "Sblocca Italia" di cui, come già detto, queste concessioni sono un primo passo verso l'attuazione. Dimostrino la loro contrarietà, ricorrendo al Tar, assumendosene l'onere economico».
Resta ora da vedere fino a quanto si spingerà l'impegno delle istituzioni nel sostenere la causa ambientalista, contrastando un governo ambiguo: a inizio giugno il presidente del consiglio si era recato in Germania per il G7, tra i cui obiettivi finali è stato inserita anche una riduzione dal 40% al 70% delle emissioni rispetto a quelle del 2010, traguardo da raggiungere entro il 2050.

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