Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie
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Scuola e Lavoro

Casa Divina provvidenza di Bisceglie, crisi sempre grave

Se ne parla in Regione. Rischiano molti lavoratori di Trani. In esubero personale per 650 unità

Una relazione dettagliata dell'assessore alle politiche della salute Ettore Attolini, anche in relazione al lavoro che sta svolgendo la task force regionale, sullo stato dell'arte della crisi in cui versa la Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie, da far pervenire ai componenti della terza commissione consiliare per le valutazioni di merito. E' questa la conclusione della seduta della stessa commissione, presieduta da Dino Marino, in cui sono stati ascoltati i sindacati, oltre che il vice presidente della Provincia Nicola Giorgino, il sindaco di Bisceglie Francesco Spina e il direttore generale della Casa Divina Provvidenza, Dario Rizzi.

Lo stato di crisi (che affligge anche molti lavoratori tranesi) prende le mosse nell'ente dal 1998 quando vennero dimessi i pazienti psichiatrici a seguito del processo di dismissione dei manicomi che ebbe luogo in tutta Italia. Il processo di riconversione della strutture che si è dipanato negli anni successivi non ha dato i risultati previsti. Oggi la struttura per ortofrenici di Bisceglie registra 32 milioni di perdite con un esubero di personale di circa 650 unità.

A fronte delle richieste reiterate da parte dei sindacati circa l'esigenza di avere maggiori elementi di chiarezza rispetto alla situazione reale in cui versa l'ente (che è accreditato con il sistema sanitario regionale) e a quanto previsto dalla programmazione regionale, l'assessore Attolini ha precisato che la Regione non ha alcuna responsabilità in relazione allo stato di crisi in cui versa l'ente, sottolineando tra l'altro che circa due terzi della situazione debitoria della Casa Divina Provvidenza è con l'Inps e l'Inail.

La Regione non si è sottratta alle sue responsabilità con particolare riferimento al problema dei 650 esuberi, investendo della questione la task force regionale per il lavoro che ha già tenuto diverse riunioni sulla questione. Attolini ha specificato che la Casa Divina Provvidenza, a fronte di 44 milioni di tetto di spesa assegnato dalla Regione per il 2011, ha fatto registrare una produzione complessiva di 39 milioni che serve a coprire la sola spesa per il personale, non restando alcun margine per altro. Di qui gli esuberi in questione. In merito alle ripetute richieste di aumentare le rette l'assessore ha richiamato una recente sentenza della Corte dei Conti che ha stabilito l'impossibilità per le Regioni di modificare le tariffe, compito che spetta esclusivamente allo Stato.

«La programmazione regionale fissata nel 1999 – ha poi aggiunto Attolini – è antistorica, è superata, precisando che la richiesta di accreditamento per nuovi servizi da erogare risale a due anni fa. Nei 10 anni precedenti cosa è stato fatto?». Attolini ha parlato anche di appalti 35ennali alla Casa della Divina Provvidenza. Aspetti gestionali sui quali la Regione non ha alcuna responsabilità. L'assessore ha proposto un'azione politica a livello nazionale per consentire il passaggio al pensionamento del personale interessato con i criteri precedenti alla recente riforma. Questo consentirebbe di accompagnare alla quiescenza gli interessati nell'arco dei prossimi cinque anni.
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