Territorio
Costa ovest, un tratto di mare abbandonato a se stesso
Carlo Laurora: «La più importante emergenza ambientale della Città»
Trani - mercoledì 9 ottobre 2013
10.09
C'è un mare che pochi tranesi conoscono. E' quello che bagna la costa ovest, a partire dal cimitero comunale sino alla vasca di Boccadoro. Di questo tratto di costa, dalle grandi potenzialità ma abbandonato a se stesso, abbiamo scritto più volte. Ora se ne occupa il consigliere provinciale Carlo Laurora: «La nostra è una costa amputata, priva di fruizione pubblica per quasi metà della sua lunghezza, a causa della pesante eredità che le precedenti generazioni ci hanno lasciato».
A partire dal dopoguerra quella costa è presidiata da una zona industriale, prevalentemente costituita da opifici per la lavorazione della nostra meravigliosa pietra, che è stata determinante per lo sviluppo economico della nostra Città per svariati decenni. Purtroppo la crisi che attanaglia il mondo della produzione, ivi compreso quello della lavorazione della pietra, rende il silenzio che ormai circonda l'area ancor più pesante quando si osserva lo stato della costa e l'area retrostante, che costituisce un evidente tema urbanistico da risolvere.
«Le generazioni precedenti - scrive Laurora - ci hanno lasciato anche una pesante eredità in campo ambientale, in quanto sino alla metà degli anni '80 quella costa era utilizzata (con autorizzazioni della Capitaneria di Porto, all'epoca competente) per deposito dei residui inerti della lavorazione della pietra. A parte la avvenuta, ed ormai consolidata, modificazione dell'andamento della costa, non vi è nessuna garanzia che il materiale oggi presente sia costituito solo da quanto fu autorizzato, all'epoca per mancanza di controlli, ed oggi perché l'area è quasi completamente terra di nessuno. E che dire dell'aspetto legato al paesaggio, strettamente correlato a quello ambientale? E' compatibile un deposito di materiali inerti a cielo aperto sul mare?»
In sostanza, per la concomitanza dei fattori urbanistici, ambientali e paesaggistici, il problema della costa ovest appare il tema principale da affrontare per le strategie di sviluppo della nostra Città. In alternativa, si può far finta che non esista e trasmetterlo tal quale ai nostri figli, sperando almeno che la coscienza collettiva si svegli e crei quelle spinte popolari che portano inevitabilmente al cambiamento.
Eppure, secondo Laurora, è possibile impostare una risoluzione del problema: «Dal punto di vista ambientale occorrerebbe procedere preliminarmente, e con urgenza, ad una serie di indagini diffuse su tutta la costa per accertare, una volta per tutte, quali tipologie di rifiuti siano state depositate, e quindi procedere ad una bonifica complessiva e mirata. Solo questa operazione richiede un notevole sforzo finanziario, ma la unicità del caso, la gravità e complessità della situazione non possono lasciare indifferenti la Regione Puglia, che ben conosce la realtà tranese, e che va coinvolta dalle istituzioni preposte onde consentire l'accesso ed utilizzo di fondi comunitari. Dal punto di vista urbanistico appare evidente che la costa sia in queste condizioni anche e soprattutto per le difficoltà di accesso, per cui diventa indispensabile la progettazione e realizzazione di un nuovo lungomare a ridosso della costa, sia per consentire a tutti i cittadini in modo agevole di potersi recare al mare in sicurezza, e sia per esercitare una attività di controllo per il contrasto all'abbandono indiscriminato di rifiuti. Si tratta di una infrastruttura fondamentale anche e soprattutto per la riconversione degli opifici presenti, in gran parte non utilizzati, ovvero in molti casi abbandonati ed in stato di degrado, tanto da poter e dover pianificare un Piano di Rigenerazione Urbana che interessi l'intera zona Industriale, strumento urbanistico necessario per poter accedere a finanziamenti comunitari. La costa andrebbe poi modellata, utilizzando il materiale inerte ivi presente, una volta accertatane la natura, e rigenerata per mezzo di piantumazioni con macchia mediterranea, come avvenuto per la costa est verso Bisceglie, per un più adeguato inserimento paesaggistico. E' evidente che si tratta di operazioni di lungo respiro, che si attuano in almeno un decennio, ma se non vengono concepite e pianificate non potranno mai avere un inizio. Da subito si può decidere di lasciare un segno del proprio passaggio nell'amministrazione della Città, mettendo in campo quello che si è in grado di fare».
«Ritengo - conclude il consigliere provinciale - che su alcuni temi fondamentali e strategici non è importante chi siano i Sindaci, gli uomini politici ed amministratori pubblici protagonisti, ma sia importante la loro risoluzione, che può partire solo da una visione condivisa e partecipata da tutti dello sviluppo della Città. Occorre la volontà di fare e capacità di realizzare quello che si vuole».
A partire dal dopoguerra quella costa è presidiata da una zona industriale, prevalentemente costituita da opifici per la lavorazione della nostra meravigliosa pietra, che è stata determinante per lo sviluppo economico della nostra Città per svariati decenni. Purtroppo la crisi che attanaglia il mondo della produzione, ivi compreso quello della lavorazione della pietra, rende il silenzio che ormai circonda l'area ancor più pesante quando si osserva lo stato della costa e l'area retrostante, che costituisce un evidente tema urbanistico da risolvere.
«Le generazioni precedenti - scrive Laurora - ci hanno lasciato anche una pesante eredità in campo ambientale, in quanto sino alla metà degli anni '80 quella costa era utilizzata (con autorizzazioni della Capitaneria di Porto, all'epoca competente) per deposito dei residui inerti della lavorazione della pietra. A parte la avvenuta, ed ormai consolidata, modificazione dell'andamento della costa, non vi è nessuna garanzia che il materiale oggi presente sia costituito solo da quanto fu autorizzato, all'epoca per mancanza di controlli, ed oggi perché l'area è quasi completamente terra di nessuno. E che dire dell'aspetto legato al paesaggio, strettamente correlato a quello ambientale? E' compatibile un deposito di materiali inerti a cielo aperto sul mare?»
In sostanza, per la concomitanza dei fattori urbanistici, ambientali e paesaggistici, il problema della costa ovest appare il tema principale da affrontare per le strategie di sviluppo della nostra Città. In alternativa, si può far finta che non esista e trasmetterlo tal quale ai nostri figli, sperando almeno che la coscienza collettiva si svegli e crei quelle spinte popolari che portano inevitabilmente al cambiamento.
Eppure, secondo Laurora, è possibile impostare una risoluzione del problema: «Dal punto di vista ambientale occorrerebbe procedere preliminarmente, e con urgenza, ad una serie di indagini diffuse su tutta la costa per accertare, una volta per tutte, quali tipologie di rifiuti siano state depositate, e quindi procedere ad una bonifica complessiva e mirata. Solo questa operazione richiede un notevole sforzo finanziario, ma la unicità del caso, la gravità e complessità della situazione non possono lasciare indifferenti la Regione Puglia, che ben conosce la realtà tranese, e che va coinvolta dalle istituzioni preposte onde consentire l'accesso ed utilizzo di fondi comunitari. Dal punto di vista urbanistico appare evidente che la costa sia in queste condizioni anche e soprattutto per le difficoltà di accesso, per cui diventa indispensabile la progettazione e realizzazione di un nuovo lungomare a ridosso della costa, sia per consentire a tutti i cittadini in modo agevole di potersi recare al mare in sicurezza, e sia per esercitare una attività di controllo per il contrasto all'abbandono indiscriminato di rifiuti. Si tratta di una infrastruttura fondamentale anche e soprattutto per la riconversione degli opifici presenti, in gran parte non utilizzati, ovvero in molti casi abbandonati ed in stato di degrado, tanto da poter e dover pianificare un Piano di Rigenerazione Urbana che interessi l'intera zona Industriale, strumento urbanistico necessario per poter accedere a finanziamenti comunitari. La costa andrebbe poi modellata, utilizzando il materiale inerte ivi presente, una volta accertatane la natura, e rigenerata per mezzo di piantumazioni con macchia mediterranea, come avvenuto per la costa est verso Bisceglie, per un più adeguato inserimento paesaggistico. E' evidente che si tratta di operazioni di lungo respiro, che si attuano in almeno un decennio, ma se non vengono concepite e pianificate non potranno mai avere un inizio. Da subito si può decidere di lasciare un segno del proprio passaggio nell'amministrazione della Città, mettendo in campo quello che si è in grado di fare».
«Ritengo - conclude il consigliere provinciale - che su alcuni temi fondamentali e strategici non è importante chi siano i Sindaci, gli uomini politici ed amministratori pubblici protagonisti, ma sia importante la loro risoluzione, che può partire solo da una visione condivisa e partecipata da tutti dello sviluppo della Città. Occorre la volontà di fare e capacità di realizzare quello che si vuole».