
Territorio
Discarica chiusa, bocciata la proposto di rimborso per il trasporto rifiuti
Santorsola: «Significa esporre le casse regionali a costi non facilmente quantificabili»
Puglia - mercoledì 30 settembre 2015
8.49
Rimborso dei costi di trasporto e conferimento dei rifiuti urbani non differenziabili (frazione secca) da riconoscere ai Comuni della Provincia Barletta-Andria-Trani, è questa la richiesta del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Grazia di Bari. Come ormai è noto a tutti, il 4 settembre 2014, a causa del superamento di alcuni parametri di legge, il servizio Rischi industriali della regione Puglia ha disposto la chiusura della discarica di Trani, a seguito di segnalazioni e accertamenti compiuti dall'Arpa Puglia e dalla stessa ditta che la gestisce. Le irregolarità riguarderebbero due pozzi per la raccolta del percolato, che sarebbero fuori misura a causa dell'eccessiva quantità di rifiuti conferiti, metà dei quali venivamo convogliati anche da fuori provincia. La vicenda ha portato la magistratura ad effettuare una intenza attività d'indagine. Il 27 maggio 2015, invece, è toccato anche alla discarica di Andria.
Con la chiusura delle due discariche, come ha sottolineato la di Bari, non vi sono altri siti nel territorio provinciale dove conferire i rifiuti, arrecando un grave danno ambientale ed economico ai cittadini dei comuni della Provincia Bat. Di conseguenza, il trasporto ed il conferimento fuori bacino d'ambito comporterà sovraccosti ricadenti sul conguaglio Tari del 2016. Grazia di Bari, nel ruolo di consigliere regionale, ha cinque chiesto alla Regione di procedere al rimborso della quota derivante dalla differenza dei costi di trasporto e conferimento della frazione secca tra l'anno 2014 e l'anno 2015, per tutti i comuni della Bat.
Immediata la risposta dell'Assessore regionale all'Ambiente, Santorsola: «Il tema dei maggiori oneri per i conferimenti fuori territorio riguarda un'ampia schiera di comuni della Regione e pensare ad un rimborso dei costi ad una parte di essi è discriminatorio e punitivo senza un ragionamento complessivo sulla problematica. In primo luogo non esiste un quadro di riferimento normativo che codifichi questa forma di sussidiarietà della Regione in materie che attengono la gestione degli enti locali preposti. Senza poi contare il fatto che immaginare integrazioni economiche ai costi dei conferimenti per tutti i comuni che in questo momento, per le ragioni più varie, non possono conferire all'interno del territorio del proprio Oga di appartenenza, significa esporre le casse regionali a costi non facilmente quantificabili. Per queste ragioni – conclude Santorsola – le valutazioni non possono essere dettate da volontà di visibilità politica ma devono esser fatte con tutta la ponderazione possibile».
Con la chiusura delle due discariche, come ha sottolineato la di Bari, non vi sono altri siti nel territorio provinciale dove conferire i rifiuti, arrecando un grave danno ambientale ed economico ai cittadini dei comuni della Provincia Bat. Di conseguenza, il trasporto ed il conferimento fuori bacino d'ambito comporterà sovraccosti ricadenti sul conguaglio Tari del 2016. Grazia di Bari, nel ruolo di consigliere regionale, ha cinque chiesto alla Regione di procedere al rimborso della quota derivante dalla differenza dei costi di trasporto e conferimento della frazione secca tra l'anno 2014 e l'anno 2015, per tutti i comuni della Bat.
Immediata la risposta dell'Assessore regionale all'Ambiente, Santorsola: «Il tema dei maggiori oneri per i conferimenti fuori territorio riguarda un'ampia schiera di comuni della Regione e pensare ad un rimborso dei costi ad una parte di essi è discriminatorio e punitivo senza un ragionamento complessivo sulla problematica. In primo luogo non esiste un quadro di riferimento normativo che codifichi questa forma di sussidiarietà della Regione in materie che attengono la gestione degli enti locali preposti. Senza poi contare il fatto che immaginare integrazioni economiche ai costi dei conferimenti per tutti i comuni che in questo momento, per le ragioni più varie, non possono conferire all'interno del territorio del proprio Oga di appartenenza, significa esporre le casse regionali a costi non facilmente quantificabili. Per queste ragioni – conclude Santorsola – le valutazioni non possono essere dettate da volontà di visibilità politica ma devono esser fatte con tutta la ponderazione possibile».

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