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Ecco la nuova provincia di Barletta-Andria-Trani-Foggia

Nascerà il 1° Gennaio 2014. Le elezioni a novembre 2013. L’Upi pubblica una bozza del decreto legge sul riordino delle Province

"Provincia di Barletta-Andria-Trani-Foggia in luogo delle Province di Barletta-Andria-Trani e di Foggia". Questa è la nuova incredibile provincia che nascerà a partire dal 1° Gennaio 2014. Così viene indicata la fusione della Bat con Foggia, all'art. 2, del decreto legge recante "Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane", la cui bozza è stata pubblicata sul sito dell'Upi, l'unione delle Province italiane. "La denominazione delle province risultanti dal riordino riproduce, laddove formulata in modo inequivoco, la proposta avanzata dalla Regione - viene riportato nella relazione illustrativa del Decreto - mentre negli altri casi si attiene al criterio della sommatoria, in ordine alfabetico, dei nomi delle province oggetto di riordino". Questo punto viene precisato poi al comma 3 dell'art.3: "La denominazione delle province può essere modificata con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri da adottarsi su proposta del Consiglio provinciale deliberata a maggioranza assoluta dei propri componenti e sentita la Regione". Resta comunque fermo che "diviene capoluogo di provincia il comune, tra quelli già capoluogo di provincia, avente maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni", e che "gli organi delle province hanno sede esclusivamente nel comune capoluogo di provincia e non possono essere istituite sedi decentrate", come affermano il primo e il secondo comma del suddetto art. 3.

Nel testo vengono confermati i contenuti annunciati dal ministro Patroni Griffi in conferenza stampa. Nella bozza emerge inoltre una precisazione sulle prossime consultazioni provinciali: "La data delle elezioni per la costituzione degli organi delle province è fissata dal Ministro dell'interno in una domenica compresa tra il 1° e il 30 novembre dell'anno 2013", recita il comma 3 dell'art. 7. Il Decreto mira poi ad inserire i requisiti territoriali (2.500 km²) e demografici (350.000 abitanti) minimi, previsti per le circoscrizioni provinciali, decisi a Luglio dal Governo, nel Testo Unico degli Enti Locali, come criteri sanciti dalla Legge ai quali attenersi da ora in poi, per esercitare il diritto di iniziativa dei comuni, previsto dall'art.133, comma 1, della Costituzione, che così recita: "Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province nell'ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione". Infatti il Governo, nella relazione afferma che "la riforma delle Province, nel suo complesso, dà attuazione al Titolo V, Parte II, della Costituzione, rendendo la loro dimensione territoriale più adeguata alla particolare connotazione quale ente di area vasta". Questo significa che, ad avvenuta conversione in legge del decreto senza sconvolgimenti, potranno nascere nuove province, conformi ai requisiti citati. Possibilità che ovviamente vale per la Bat, la quale potrebbe rinascere su iniziativa dei comuni, nel rispetto di questi criteri. Nel caso in questione: il raggiungimento dei 2.500 km². Un'idea che sembrerebbe già circolare, nel caso non si renda possibile in Parlamento apporre modifiche al Decreto.

Come emerge dalla bozza del decreto, il Governo ha ricompreso nel novero delle proposte pervenute dalle regioni, anche quella della Puglia, cioè quella delibera del Consiglio regionale, che era stata dipinta, a che tra i votanti a favore della stessa, come una non-decisione. Vedremo ora quali ripercussioni avranno tutti questi aspetti nell'iter parlamentare che il decreto dovrà affrontare. Iter che si annuncia più che mai imprevedibile.
  • Riordino province
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