Intervista a Fabrizio Ferrante, tra nomine e polemiche

Partiamo dal fatto più recente: la nomina in segreteria regionale del PD. Sarete tante teste da mettere d'accordo, questo è un dato di fatto. Poi, viene spontaneo pensare che questo sia un palliativo, dopo la mancata nomina a sottosegretario.

Sono nomine scelte in base a determinate caratteristiche, non ultima è stata presa in considerazione la provenienza dalle varie aree politiche interne al partito. Come noto, sono ritenuto un "renziano della prima ora", è questa la parte che rappresento non da ora. Con Emiliano ho un rapporto che parte da lontano, sin da quando frequentavamo l'aula bunker del carcere di Trani. Non si tratta di un risarcimento per la mancata nomina nazionale, di questa storia continuo a dire di esser venuto a conoscenza attraverso i giornali. Provando a risalire le fonti, ho scoperto che proveniva da Roma e quindi in un probabile ragionamento interno sarà stato fatto anche il mio nome. Non me l'aspettavo e non avevo chiesto niente. Questo mi lascia ben sperare sul futuro, ho solo 38 anni. Se non accadesse, però, mi andrebbe bene uguale. Il ruolo politico per me non è importante. Nel partito ho subito tante questioni, ormai sviscerate da ogni punto di vista. Io ci ho messo una pietra sopra. Mi rendo conto che per una parte di giornalisti sia difficile parlare della politica tranese senza menzionare il sottoscritto. Tenete conto che ho ripreso la tessera del Partito Democratico il 25 ottobre 2013, dopo un mese e mezzo mi son trovato in assemblea nazionale e ora in segreteria regionale. Un riconoscimento che premia un certo percorso e non mi dipinge come il diavolo a tre teste come qualcuno è abituato a fare, è una sorta di riscatto dal recente passato Non sono mai andato via dal partito democratico, l'ho sempre sostenuto e ciò lo dimostra.

La BAT ha un legame con il tuo nuovo incarico in segreteria. Infatti se verrà confermato il prossimo scioglimento delle province, si dovrebbe andare verso la formazione di un'area metropolitana...

In attesa della conversione del decreto in legge, ad oggi si va ancora a votare. Credo che la rimodulazione territoriale fosse necessaria sin dal 1970, quando furono istituite le regioni. In quel momento uno dei due enti è diventato superfluo, si è assistito a vere e proprie questue da parte dei presidenti delle province verso il loro pari ruolo regionale, alla ricerca di deleghe. Io sulla BAT, nello specifico, son sempre stato un po' scettico, non conosco benefici evidenti che questo organo può aver apportato ai cittadini. La strada è ancora lunga, io auspico l'attribuzione di tutte le deleghe delle province ai comuni.

Emiliano dovrebbe essere il capolista alle Europee per il sud. Che peso avrà questa votazione?

Noi le Europee le abbiamo sempre considerate come elezioni di serie b. Molti esponenti del nostro paese sono andati a rifarsi una verginità politica in Europa. Al momento però, ben il 70% della legislazione italiana dipende da quello che si decide lì, quindi il peso è davvero notevole. Purtroppo i discorsi son sempre gli stessi: non riusciamo a cogliere i finanziamenti, non sfruttiamo tutte le risorse messe a disposizione. Sinceramente una volta nominati, i parlamentari non li vedo granché tornare nel loro collegio elettivo. Forse perché la nostra zona non ne ha mai espressi più di tanto, Michele Emiliano potrebbe essere un ottimo cambio di rotta, dovremmo avere tutti interesse a sostenere la sua candidatura.

A Trani sembra muoversi qualcosa: qualche giorno fa si è tenuto un incontro con il vice-presidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, a cura del Laboratorio Democratico; inoltre è nata da pochissimo una rappresentanza cittadina del Movimento Federalista Europeo. Pensi sia possibile per la nostra città esprimere un candidato in questo senso?

Dovremmo smetterla di ricordarci di questo momento elettivo solo in prossimità della sua vicinanza, è un banco di prova molto importante perché vuol dire raccogliere riconoscimenti e voti in tutti i collegi dell'Italia meridionale. L'elezione di Silvestris, ad esempio, passò dalla nomina popolare, in diverse occasioni, a consigliere regionale. Non possiamo inventarci il miglior candidato solo per simpatia, non ci sono state le condizioni politiche perché si creassero questi presupposti.

Nel frattempo in città c'è aria di maretta, nell'Amet pare si siano dimessi il presidente ed un consigliere, a questo proposito ci sono aggiornamenti ufficiali?

Io per correttezza istituzionale non entro nella gestione politica di chi sta dall'altra parte. L'unica cosa che mi sento di dire è che l'Amet ha subito una regressione sotto ogni punto di vista, il che mi addolora parecchio. In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo avrebbe potuto rappresentare uno sviluppo sociale ed economico importante. In tutta la Puglia viene ricordata come un "gioiellino". Probabilmente non sono aggiornati sugli ultimi sviluppi. Mi auguro che si possa risolvere la questione con un cda in grado di poter riportare l'azienda al posto che gli compete.

Sarebbe stato meglio privatizzare?

In questo momento la privatizzazione sarebbe un boomerang, significherebbe andare a svendere l'azienda. Si sarebbe dovuta fare un'azione del genere quando c'è stata la liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica.

Per concludere, a tuo parere, questo rimpasto si fa o no?

Questo dovreste chiederlo al sindaco. Io posso percepire l'umore dei singoli. Quando si paventano certe situazioni è probabile che l'amministrazione abbia bisogno di fare un tagliando per poi ripartire, e mi auguro che questo convenga in primo luogo ai cittadini tranesi.