Vita di città
Giovani tranesi emigrano al Nord
Fuga dal Mezzogiorno: un diplomato su 5 abbandona il Sud
Trani - sabato 4 ottobre 2014
«Io non mi sento tranese ma per fortuna, o purtroppo, lo sono». Negli ultimi anni un diplomato su cinque abbandona il Sud per frequentare i migliori atenei del Centro-nord. Un'emigrazione sempre più costante per fuggire da un Mezzogiorno avaro di opportunità e prospettive future.
La provincia del Sud con il maggior tasso di emigrazione è proprio la nostra, Barletta–Andria–Trani, con un non indifferente 93 per cento. E il confronto con il Nord è schiacciante. In Lombardia, ad esempio, a laurearsi altrove è solo l'11,5 per cento dei giovani.
C'e' un Sud che non procede alla stessa velocità del Nord. I giovani tranesi si muovono, cambiano città e anche se non sono più poveri e analfabeti come una volta, continuano a fare ciò che facevano allora. Stesso percorso, stesso destino, stesse speranze.
Prendendo come campione una classe di diplomati, anno 2012, al liceo classico De Sanctis di Trani, su 18 alunni 7 si sono trasferiti altrove. Tra questi sono stati intervistati due ragazzi e alla domanda «Perché avete lasciato il Sud» sono susseguite risposte chiare ed esaustive. «La decisione di andare a studiare a Milano – ha affermato Giorgio Landriscina - è stata dettata da molteplici aspetti. In primis, la didattica e l'organizzazione dell'università superano di gran lunga il servizio offerto dalle università di casa. Come è di gran lunga più elevata la possibilità di immersione nel mercato del lavoro». E ancora: «Mi sono trasferito a Milano – ha chiarito Biagio Chiarello - perché è l'unica città in Italia ad avere caratteristiche comuni ad altre città europee. È per altro una delle poche città a dare la possibilità ai giovani di alimentare le proprie passioni, di coltivarle e di sfruttarle al meglio per una professione futura».
Dunque è evidente che chi da Trani, Barletta o Andria parte per andare a Milano, a Bologna, a Roma o a Torino, non lo fa per il puro piacere della scoperta, perché non vede l'ora di abbandonare le bellezze del Sud e respirare l'inquinamento di una metropoli. Lo fa perché cerca di più. Cerca un'offerta formativa migliore, una speranza di avere, in futuro, un più che spettabile posto di lavoro. Anche se non sanno rinunciare ad un bel pacco di vasetti di sughi pronti, preparati e spediti dalla mamma.
È innegabile che tra il Nord e il Sud ci siano non poche differenze, alcune di queste spopolano anche sul web. Al Nord c'è la nebbia. Al Sud la nebbia la trovi solo in cucina quando si prepara il pranzo. Al Nord si bestemmia senza alcun motivo. Al Sud si bestemmia con sentimento e dedizione. Al Nord in un palazzo, mediamente, non si conosce nessuno. Al Sud in un palazzo la vicina vive a casa tua, o viceversa. E molto altro ancora.
Insomma il Mezzogiorno non sarà perfetto ma come recitano nel film "Benvenuti al Sud", «Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte».
La provincia del Sud con il maggior tasso di emigrazione è proprio la nostra, Barletta–Andria–Trani, con un non indifferente 93 per cento. E il confronto con il Nord è schiacciante. In Lombardia, ad esempio, a laurearsi altrove è solo l'11,5 per cento dei giovani.
C'e' un Sud che non procede alla stessa velocità del Nord. I giovani tranesi si muovono, cambiano città e anche se non sono più poveri e analfabeti come una volta, continuano a fare ciò che facevano allora. Stesso percorso, stesso destino, stesse speranze.
Prendendo come campione una classe di diplomati, anno 2012, al liceo classico De Sanctis di Trani, su 18 alunni 7 si sono trasferiti altrove. Tra questi sono stati intervistati due ragazzi e alla domanda «Perché avete lasciato il Sud» sono susseguite risposte chiare ed esaustive. «La decisione di andare a studiare a Milano – ha affermato Giorgio Landriscina - è stata dettata da molteplici aspetti. In primis, la didattica e l'organizzazione dell'università superano di gran lunga il servizio offerto dalle università di casa. Come è di gran lunga più elevata la possibilità di immersione nel mercato del lavoro». E ancora: «Mi sono trasferito a Milano – ha chiarito Biagio Chiarello - perché è l'unica città in Italia ad avere caratteristiche comuni ad altre città europee. È per altro una delle poche città a dare la possibilità ai giovani di alimentare le proprie passioni, di coltivarle e di sfruttarle al meglio per una professione futura».
Dunque è evidente che chi da Trani, Barletta o Andria parte per andare a Milano, a Bologna, a Roma o a Torino, non lo fa per il puro piacere della scoperta, perché non vede l'ora di abbandonare le bellezze del Sud e respirare l'inquinamento di una metropoli. Lo fa perché cerca di più. Cerca un'offerta formativa migliore, una speranza di avere, in futuro, un più che spettabile posto di lavoro. Anche se non sanno rinunciare ad un bel pacco di vasetti di sughi pronti, preparati e spediti dalla mamma.
È innegabile che tra il Nord e il Sud ci siano non poche differenze, alcune di queste spopolano anche sul web. Al Nord c'è la nebbia. Al Sud la nebbia la trovi solo in cucina quando si prepara il pranzo. Al Nord si bestemmia senza alcun motivo. Al Sud si bestemmia con sentimento e dedizione. Al Nord in un palazzo, mediamente, non si conosce nessuno. Al Sud in un palazzo la vicina vive a casa tua, o viceversa. E molto altro ancora.
Insomma il Mezzogiorno non sarà perfetto ma come recitano nel film "Benvenuti al Sud", «Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte».