Foto Tonino Lacalamita" />
Politica
Giustizia: L'allarme di Orlando e il fronte del NO contro la separazione delle carriere in magistratura
Il Partito Democratico mobilita esponenti istituzionali e legali a Trani per difendere l'unità dei giudici: "Una riforma che non risolve i problemi dei cittadini."
Trani - sabato 8 novembre 2025
22.36
La Biblioteca Comunale "G. Bovio" di Trani è stata teatro di un acceso confronto sulla riforma della giustizia. L'incontro, promosso dal Partito Democratico con il titolo "Per una Giustizia indipendente contro la separazione delle carriere," ha visto la partecipazione di figure di primo piano come l'ex Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, del magistrato Francesca La Malfa, ex Presidente Vicaria di Corte D'Appello, diversi esponenti istituzionali e legali, tutti schierati contro la proposta di scissione tra magistrati inquirenti e giudicanti.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Amedeo Bottaro ed un corposo suo contributo alla discussione, sono intervenuti l'Assessora Debora Ciliento, il Segretario regionale PD Domenico De Santis, Il Segretario del Circolo del PD di Trani Antonio Giannetti. Il dibattito si è concentrato sul rischio di un pericoloso indebolimento dell'autonomia e di una potenziale minaccia antidemocratica al sistema investigativo.
L'Attacco al Giudiziario e l'Allarme Politico
L'intervento più atteso, quello dell'On. Andrea Orlando, ha messo in guardia contro l'impatto istituzionale della riforma, in particolare la creazione di due Consigli Superiori della Magistratura (CSM) distinti: "La separazione delle carriere fatta in questo modo rischia di mettere in qualche modo il potere giudiziario sotto il controllo del potere esecutivo," ha dichiarato l'ex Ministro. "Il paradosso è che rischia di compromettere in prospettiva la separazione dei poteri. Si crea un unicum nel nostro Paese, e il rischio di lottizzazione non è affatto confinato, anzi, rischia di creare un corpo di Pubblici Ministeri irresponsabile." A rincalzare le critiche sulla natura della riforma è intervenuto il Segretario Regionale Domenico De Santis, ribadendo che la proposta non risponde alle necessità della cittadinanza: "Questa non è una riforma che riduce i tempi della giustizia o che pensa a far funzionare meglio il sistema giudiziario italiano, ma è una giustizia che in realtà separa i consigli superiori della magistratura e rischia di costruire dei super PM."
La Giustizia non è per i ricchi: La prospettiva degli Avvocati
La critica al modello riformatore ha trovato sponde autorevoli anche nel mondo legale, con un focus sui veri problemi della giustizia ordinaria. L'Avvocato Domenico Di Terlizzi ha criticato la scelta di creare due distinti CSM, sostenendo che l'obiettivo di separare le funzioni giudicanti e inquirenti si poteva raggiungere mantenendo un unico Consiglio con sezioni separate. "Si è voluto depotenziare l'organo di autogoverno," ha commentato Di Terlizzi, "perché i politici dicono che questo depotenziamento è prospettico ad un controllo. Questo è un danno per la magistratura insieme e per il servizio giustizia." L'Avvocato Sebastiano De Feudis ha sollevato un tema di equità sociale: "Il vero problema della giustizia italiana è che la giustizia è una questione per ricchi... Chi è povero e non ha soldi non ha possibilità di difendersi adeguatamente di fronte allo strapotere di una procura. Lasciamo le cose come stanno, le conosciamo bene, ed evitiamo di andare incontro a problemi con un ulteriore strapotere dei PM."
Istituzioni locali: Una riforma contro i cittadini
Il Sindaco Amedeo Bottaro, avvocato di professione, ha espresso una netta contrarietà dal suo doppio ruolo: "Io non credo che la separazione delle carriere sia la soluzione dei problemi della giustizia italiana... Questa non è una riforma della giustizia, è una riforma della magistratura." "I cittadini vogliono processi rapidi, veloci, giusti," ha proseguito Bottaro. "Questa riforma non guarda nulla di tutto questo; i problemi della giustizia non sono assolutamente toccati... Questa riforma non è per qualcuno, cioè per i cittadini, ma è contro qualcuno, cioè contro i magistrati."
L'Assessora Regionale Debora Ciliento ha concluso ribadendo la necessità di un approccio cauto e non superficiale: "Penso che questa riforma sia un modo per entrare negli aspetti tecnici, per poi poterli trasformare ovviamente in contenuti che devono essere alla misura di tutti, e questo è il compito che abbiamo in questa fase così delicata e importante."
La chiusura: difendere la separazione dei poteri
Le conclusioni dell'incontro hanno ribadito la ferma posizione del "NO", fondata sulla difesa dell'impianto costituzionale. L'unitarietà della Magistratura è vista come l'unica via per mantenere una qualità del processo che sia slegata dalle logiche di mera accusa e dall'ingerenza politica. Come ha efficacemente riassunto l'On. Andrea Orlando: "La separazione delle carriere fatta in questo modo rischia di mettere in qualche modo il potere giudiziario sotto il controllo del potere esecutivo." Il monito finale è stato chiaro: l'indipendenza della Giustizia è la prima garanzia di libertà per i cittadini.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Amedeo Bottaro ed un corposo suo contributo alla discussione, sono intervenuti l'Assessora Debora Ciliento, il Segretario regionale PD Domenico De Santis, Il Segretario del Circolo del PD di Trani Antonio Giannetti. Il dibattito si è concentrato sul rischio di un pericoloso indebolimento dell'autonomia e di una potenziale minaccia antidemocratica al sistema investigativo.
L'Attacco al Giudiziario e l'Allarme Politico
L'intervento più atteso, quello dell'On. Andrea Orlando, ha messo in guardia contro l'impatto istituzionale della riforma, in particolare la creazione di due Consigli Superiori della Magistratura (CSM) distinti: "La separazione delle carriere fatta in questo modo rischia di mettere in qualche modo il potere giudiziario sotto il controllo del potere esecutivo," ha dichiarato l'ex Ministro. "Il paradosso è che rischia di compromettere in prospettiva la separazione dei poteri. Si crea un unicum nel nostro Paese, e il rischio di lottizzazione non è affatto confinato, anzi, rischia di creare un corpo di Pubblici Ministeri irresponsabile." A rincalzare le critiche sulla natura della riforma è intervenuto il Segretario Regionale Domenico De Santis, ribadendo che la proposta non risponde alle necessità della cittadinanza: "Questa non è una riforma che riduce i tempi della giustizia o che pensa a far funzionare meglio il sistema giudiziario italiano, ma è una giustizia che in realtà separa i consigli superiori della magistratura e rischia di costruire dei super PM."
La Giustizia non è per i ricchi: La prospettiva degli Avvocati
La critica al modello riformatore ha trovato sponde autorevoli anche nel mondo legale, con un focus sui veri problemi della giustizia ordinaria. L'Avvocato Domenico Di Terlizzi ha criticato la scelta di creare due distinti CSM, sostenendo che l'obiettivo di separare le funzioni giudicanti e inquirenti si poteva raggiungere mantenendo un unico Consiglio con sezioni separate. "Si è voluto depotenziare l'organo di autogoverno," ha commentato Di Terlizzi, "perché i politici dicono che questo depotenziamento è prospettico ad un controllo. Questo è un danno per la magistratura insieme e per il servizio giustizia." L'Avvocato Sebastiano De Feudis ha sollevato un tema di equità sociale: "Il vero problema della giustizia italiana è che la giustizia è una questione per ricchi... Chi è povero e non ha soldi non ha possibilità di difendersi adeguatamente di fronte allo strapotere di una procura. Lasciamo le cose come stanno, le conosciamo bene, ed evitiamo di andare incontro a problemi con un ulteriore strapotere dei PM."
Istituzioni locali: Una riforma contro i cittadini
Il Sindaco Amedeo Bottaro, avvocato di professione, ha espresso una netta contrarietà dal suo doppio ruolo: "Io non credo che la separazione delle carriere sia la soluzione dei problemi della giustizia italiana... Questa non è una riforma della giustizia, è una riforma della magistratura." "I cittadini vogliono processi rapidi, veloci, giusti," ha proseguito Bottaro. "Questa riforma non guarda nulla di tutto questo; i problemi della giustizia non sono assolutamente toccati... Questa riforma non è per qualcuno, cioè per i cittadini, ma è contro qualcuno, cioè contro i magistrati."
L'Assessora Regionale Debora Ciliento ha concluso ribadendo la necessità di un approccio cauto e non superficiale: "Penso che questa riforma sia un modo per entrare negli aspetti tecnici, per poi poterli trasformare ovviamente in contenuti che devono essere alla misura di tutti, e questo è il compito che abbiamo in questa fase così delicata e importante."
La chiusura: difendere la separazione dei poteri
Le conclusioni dell'incontro hanno ribadito la ferma posizione del "NO", fondata sulla difesa dell'impianto costituzionale. L'unitarietà della Magistratura è vista come l'unica via per mantenere una qualità del processo che sia slegata dalle logiche di mera accusa e dall'ingerenza politica. Come ha efficacemente riassunto l'On. Andrea Orlando: "La separazione delle carriere fatta in questo modo rischia di mettere in qualche modo il potere giudiziario sotto il controllo del potere esecutivo." Il monito finale è stato chiaro: l'indipendenza della Giustizia è la prima garanzia di libertà per i cittadini.






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