Politica
Il futuro di Amet? In Montenegro
Protocollo d’intesa fra Trani e Podgorica. Il piatto forte è l’energia
Trani - sabato 26 giugno 2010
E' stato siglato questa mattina a palazzo Beltrani un protocollo d'intesa tra la città di Podgorica e Trani: a sancire il rapporto di proficua collaborazione culturale, turistica ma soprattutto commerciale, i due sindaci: Giuseppe Tarantini e Miomir Mugosa, medico con un passato da ministro della sanità in Montenegro.

Podgorica capitale del Montenegro, ha avviato una intensa collaborazione con diverse città pugliesi, compresa Bari con cui ha sottoscritto un analogo protocollo nel 1996. Adesso è la volta di Trani, su imbeccata di Marcello Vernola, trait d'union nell'operazione che si può rivelare molto proficua soprattutto per Amet. Il Montenegro, ricchissimo di energia idroelettrica, può rivelarsi un mercato molto appetibile per il rilancio della ex municipalizzata. Il percorso è lungo, oggi si son gettate le basi. In questa fase la collaborazione può tornare utile più ai montenegrini, alle prese con un quadro normativo piuttosto incerto nel campo dell'energia e con scarse esperienze nella gestione delle aziende pubbliche. Amet potrebbe mettere sul piatto la sua esperienza tecnica ed offrire un supporto di assistenza nella gestione dei servizi mediante, ad esempio, un interscambio di tecnici e risorse umane.

Negli ultimi anni, diverse aziende italiane hanno avviato grandi investimenti nel settore energetico del Montenegro. Con l'acquisto da parte della compagnia A2A di Milano di un terzo delle azioni della Elektroprivreda (l'azienda elettrica montenegrina), l'Italia è entrata in Montenegro dalla porta principale. Gli investimenti che vengono annunciati lasciano pensare che l'Italia abbia intenzione di fare del Montenegro la propria base nei Balcani. Con l'acquisto di un terzo delle azioni dell'azienda elettrica, nell'arco di pochi mesi, dall'Italia sono stati versati oltre 400 milioni di euro nel sistema finanziario montenegrino. Soldi quanto mai necessari al governo di Podgorica per mantenere la stabilità finanziaria.

Questa operazione commerciale ha aperto la strada anche ad altre compagnie nazionali come Terna, Italfer ed Enel. Terna fino al 2013 posizionerà i cavi per l'alto voltaggio (mille megawatt) sul fondo del mare Adriatico, partendo dalla città montenegrina Tivat fino a Pescara. L'Italfer costruirà un altro binario della ferrovia sulla tratta Bar-Belgrado, mentre l'Enel costruirà la centrale termica a carbone da 800 a 1200 megawatt in collaborazione con le acciaierie Duferco. Inoltre, l'Enel è pronta a costruire un termovalorizzatore il cui calore produrrebbe energia elettrica in una centrale termica con capacità di 80 megawatt all'ora. Tutte queste operazioni nel mercato energetico legano il Montenegro a doppia mandata con l'economia italiana. Ecco perché Trani ha deciso di diventare un partner strategico, senza trascurare le opportunità di tipo turistico che si potranno avviare come già accade con Dubrovnik.

Podgorica capitale del Montenegro, ha avviato una intensa collaborazione con diverse città pugliesi, compresa Bari con cui ha sottoscritto un analogo protocollo nel 1996. Adesso è la volta di Trani, su imbeccata di Marcello Vernola, trait d'union nell'operazione che si può rivelare molto proficua soprattutto per Amet. Il Montenegro, ricchissimo di energia idroelettrica, può rivelarsi un mercato molto appetibile per il rilancio della ex municipalizzata. Il percorso è lungo, oggi si son gettate le basi. In questa fase la collaborazione può tornare utile più ai montenegrini, alle prese con un quadro normativo piuttosto incerto nel campo dell'energia e con scarse esperienze nella gestione delle aziende pubbliche. Amet potrebbe mettere sul piatto la sua esperienza tecnica ed offrire un supporto di assistenza nella gestione dei servizi mediante, ad esempio, un interscambio di tecnici e risorse umane.

Negli ultimi anni, diverse aziende italiane hanno avviato grandi investimenti nel settore energetico del Montenegro. Con l'acquisto da parte della compagnia A2A di Milano di un terzo delle azioni della Elektroprivreda (l'azienda elettrica montenegrina), l'Italia è entrata in Montenegro dalla porta principale. Gli investimenti che vengono annunciati lasciano pensare che l'Italia abbia intenzione di fare del Montenegro la propria base nei Balcani. Con l'acquisto di un terzo delle azioni dell'azienda elettrica, nell'arco di pochi mesi, dall'Italia sono stati versati oltre 400 milioni di euro nel sistema finanziario montenegrino. Soldi quanto mai necessari al governo di Podgorica per mantenere la stabilità finanziaria.

Questa operazione commerciale ha aperto la strada anche ad altre compagnie nazionali come Terna, Italfer ed Enel. Terna fino al 2013 posizionerà i cavi per l'alto voltaggio (mille megawatt) sul fondo del mare Adriatico, partendo dalla città montenegrina Tivat fino a Pescara. L'Italfer costruirà un altro binario della ferrovia sulla tratta Bar-Belgrado, mentre l'Enel costruirà la centrale termica a carbone da 800 a 1200 megawatt in collaborazione con le acciaierie Duferco. Inoltre, l'Enel è pronta a costruire un termovalorizzatore il cui calore produrrebbe energia elettrica in una centrale termica con capacità di 80 megawatt all'ora. Tutte queste operazioni nel mercato energetico legano il Montenegro a doppia mandata con l'economia italiana. Ecco perché Trani ha deciso di diventare un partner strategico, senza trascurare le opportunità di tipo turistico che si potranno avviare come già accade con Dubrovnik.
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