Vita di città

Il lato B del lungomare di Trani

Passeggiata tra puzza, rifiuti e voragini

A Trani c'è un lungomare A: bello, sostanzialmente pulito, frequentato a piedi ed in bici, da poco rifatto, arricchito con la pista ciclabile (piaccia o meno, de gustibus), con nuove palme e persino bidoncini a ridosso del mare (pochi e insufficienti, ma comunque già il fatto che ci siano è un successo). Ma a Trani c'è anche un lungomare B, parallelo all'altro, ma affatto sfiorato da luccichii vari. Diverse mail sono giunte in redazione per segnalare lo stato di degrado che accompagna i quasi due chilometri di tratto che collegano la metà del lungomare Colombo (altezza lido Marechiaro tanto per intenderci) alla fine del lungomare Chiarelli. Traniweb ha voluto percorrere il tragitto ed immortalare con l'obiettivo di Sergio Tatulli le note salienti e dolenti della passeggiata, resa subito difficoltosa dalle condizioni del marciapiede, spaccato nella quasi totalità dalle radici degli alberi.



Le deiezioni canine ci guidano lungo la passeggiata, quasi a scandire, metro dopo metro, un percorso sempre più difficoltoso. Il guardare per terra per non pestare escrementi, non ci impedisce di constatare le condizioni del muro, un'enorme carta da lettera su cui i soliti writers innamorati dell'ultim'ora hanno deciso di sancire la propria reiterata imbecillità (problema tristemente noto, guardare a Mongelli per credere).



Si arriva dalle parti dell'uscita secondaria del Circolo Unione. Le piante ormai hanno ostruito quasi del tutto il passaggio, reso ancor più problematico da mobiletti di cucina che – stando alle segnalazioni giunte in redazione – dovrebbero giacere lì, in stato di abbandono da oltre una settimana, forse più. Siamo costretti ad uno slalom speciale. Beati noi, il fisico ce lo consente. Durante il transito avremmo voluto perdere qualsiasi percezione olfattiva: la puzza dei bidoni è nauseante, quasi impossibile da descrivere. Una bella lavata sarebbe gradita. Annusare per credere.



L'abbandonare sul ciglio della strada mobili da cucina evidentemente è una prassi, tanto più che c'è chi ha allestito con i rifiuti un punto ristoro per animali. Almeno così sempre vedendo la disposizione delle cose per terra, con tanto di sottovaso a fungere da piatto. Siamo poco prima della Grotta Azzurra ed in questo caso non ci sono neanche i bidoni a nascondere i rifiuti. Impossibili da non vedere insomma. Ma impossibile da rimuovere evidentemente.



Proseguiamo e arriviamo nei pressi di via Pola, unica strada del tratto ad aver risolto il problema delle barriere architettoniche. A questo punto, per proseguire lungo quel lato di lungomare ci sono due soluzioni: buttarsi a centro strada oppure utilizzare come passaggio la pedana di un ristorante (chiuso da mesi). Scrutando sotto il legno è possibile notare quanta immondizia si sia accumulata nel tempo (per analogo problema recentemente i vigili sono intervenuti, giungendo poi al sequestro di un'auto di un cittadino).



Decidiamo di passare da sopra la pedana che comincia a denotare palesemente l'usura degli anni. Siamo leggeri, quindi nessun problema.



Proseguiamo verso lungomare Chiarelli e qui ci sarebbe da gridare allo scandalo. Le giostre da un lato, voragini immense dall'altro.



In questo tratto di strada, percorso da auto ma anche utilizzato dalle famiglie per attraversare, regnano sovrane buche di clamorose dimensioni. Asfalto completamente inesistente, come inesistente è il cordolo del marciapiede, aggredito da chi utilizza quella striscia di cemento e terra per parcheggio.



Il giro finisce qui. Gli utenti avevano ragione. Abbasso il lato B.
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