
Politica
«Il piano per il lavoro è un'opportunità per Trani»
Dalla Regione 320 milioni di euro di risorse già stanziate. Ferrante, Pd: «Chi ci amministra prenda esempio»
Trani - venerdì 4 febbraio 2011
15.22
«Spesso si parla di politiche per l'occupazione senza avere dei riscontri immediatamente attuabili. La Regione Puglia da questo punto di vista non è ferma e recentemente si è dotata del piano straordinario per il lavoro in Puglia per il 2011. Il nostro sindaco, mi pare ancora attualmente in carica, invece di pensare tra le nuvole alla figura di Nichi Vendola farebbe meglio a prestare attenzione a cosa fa la sua giunta regionale». L'intervento è di Fabrizio Ferrante, del PD di Trani.
Il piano straordinario per il lavoro è una proposta organica di intervento che ha due obiettivi importanti: la nuova occupazione e la salvaguardia dell'occupazione. Tali obiettivi si realizzeranno attraverso 320 milioni di euro di risorse già stanziate, 52.035 potenziali destinatari, sei linee di intervento e 43 azioni specifiche. Le linee di intervento sono quelle del lavoro dei giovani, del lavoro delle donne, del lavoro per l'inclusione sociale, del lavoro per la qualità della vita, del lavoro per lo sviluppo ed innovazione e per la qualità del lavoro. I potenziali destinatari abbracciano diverse categorie come giovani laureati, ricercatori, imprese, imprenditoria femminile, occupati, disoccupati, ultracinquantenni, lavoratori socialmente utili. Ad ogni linea di intervento sono poi collegate azioni specifiche che vanno dalla formazione integrata e dell'apprendistato all'accesso al microcredito, da percorsi integrati per l'assunzione di persone disabili al sostegno alle persone in condizione di povertà, dagli interventi nel turismo agli interventi per la raccolta differenziata.
«Uno strumento - scrive Ferrante - complesso e completo che per essere attuato ha bisogno di un livello di conoscenza da parte dei possibili utilizzatori che in passato non c'è stato; occorre quindi che l'Ente locale Comune, sotto la forma di partenariato economico e sociale, si attivi per questa diffusione e per consentire l'accesso ad esempio ai tanti giovani e precari, ma anche alle imprese che dal piano straordinario per il lavoro poterebbero ricavare quelle risorse che consentirebbero loro di stare in modo più competitivo nel mercato di riferimento. Insomma, il piano ha degli obiettivi concreti e può funzionare solo se si attiva un importante sviluppo sinergico con il territorio e che chiama una moltitudine di soggetti potenziali destinatari degli interventi a rendersi artefici del proprio futuro lavorativo».
Il piano straordinario per il lavoro è una proposta organica di intervento che ha due obiettivi importanti: la nuova occupazione e la salvaguardia dell'occupazione. Tali obiettivi si realizzeranno attraverso 320 milioni di euro di risorse già stanziate, 52.035 potenziali destinatari, sei linee di intervento e 43 azioni specifiche. Le linee di intervento sono quelle del lavoro dei giovani, del lavoro delle donne, del lavoro per l'inclusione sociale, del lavoro per la qualità della vita, del lavoro per lo sviluppo ed innovazione e per la qualità del lavoro. I potenziali destinatari abbracciano diverse categorie come giovani laureati, ricercatori, imprese, imprenditoria femminile, occupati, disoccupati, ultracinquantenni, lavoratori socialmente utili. Ad ogni linea di intervento sono poi collegate azioni specifiche che vanno dalla formazione integrata e dell'apprendistato all'accesso al microcredito, da percorsi integrati per l'assunzione di persone disabili al sostegno alle persone in condizione di povertà, dagli interventi nel turismo agli interventi per la raccolta differenziata.
«Uno strumento - scrive Ferrante - complesso e completo che per essere attuato ha bisogno di un livello di conoscenza da parte dei possibili utilizzatori che in passato non c'è stato; occorre quindi che l'Ente locale Comune, sotto la forma di partenariato economico e sociale, si attivi per questa diffusione e per consentire l'accesso ad esempio ai tanti giovani e precari, ma anche alle imprese che dal piano straordinario per il lavoro poterebbero ricavare quelle risorse che consentirebbero loro di stare in modo più competitivo nel mercato di riferimento. Insomma, il piano ha degli obiettivi concreti e può funzionare solo se si attiva un importante sviluppo sinergico con il territorio e che chiama una moltitudine di soggetti potenziali destinatari degli interventi a rendersi artefici del proprio futuro lavorativo».
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