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Vita di città

A Trani il teatro del silenzio e dell'abbandono: o dell'assurdo...?

Porta scassinata e avanzi di serate in scena nel Piccolo Teatro del Duc

Se non sapessimo che quegli avanzi di una serata, quelle lattine, quella bottiglia, quei tovagliolini sparpagliati in terra, fossero semplicemente spazzatura, potrebbero apparire come gli elementi della scenografia di una rappresentazione teatrale. Perché no? il teatro è un luogo dell'immaginazione, delle storie, della fantasia e della rappresentazione della realtà che può nascere anche da due lattine diverse e una bottiglia vuota. Il problema è che questa scenografia parla da sola , che ha il sapore di una occasione un po' sprecata e non ci sono colpe degli uni o degli altri. Quella porta è stata ripristinata più volte, e altrettante volte divelta. Quale occasione migliore, per una bevuta in compagnia, quella di mettersi al riparo da sguardi indiscreti o dal vento in uno spazio un po' protetto, anche se senza copertura? Perché il teatro del Duc era stato concepito così, connesso col cielo, un teatro semi aperto. La gente parla, segnala, giudica: soldi sprecati dal Comune, guarda i vandali che sporcano, è caduto il tetto (che non c'è mai stato) e giù di lì. Il punto forse è un altro, ma proprio forse: anche le strutture all'aperto, specialmente se nuove di zecca, vengono utilizzate tutto l'anno. E la recente occasione del Natale sarebbe potuta essere la dimostrazione che quella struttura è stata realizzata per essere viva, per ridare anima a una piazza che l'anima l'aveva proprio nel teatro e non solo d'estate, quando anzi è stato il caldo a creare problemi in più di un'occasione. Il teatro è aperto alle proposte della gente? Certo, ma una dimostrazione dell'utilizzo da parte del Comune che è ricorso all'affitto di prefabbricati in piazza nel mese di dicembre fino all'Epifania non avrebbe più potuto giovare al piccolo teatro blu del Duc? Non solo come luogo espositivo o di installazioni natalizie, piccole esibizioni, concertini, ma anche per comunicare proprio da chi ha pensato voluto e commissionato quel luogo, che quello è un posto vivo, non destinato all'abbandono, anzi, a disposizione gratuita di idee e creatività e a supporto di artigianato e commercio. Assurdo, davvero assurdo sprecare un'occasione così e vedere quel teatro che sicuramente necessiterà, per essere riutilizzato, di lavori di ripristino e risistemazione che costeranno risorse e spreco. Un teatro dell'assurdo, già, che ci piacerebbe vedere però pieno di Beckett e lonesco: ma anche semplicemente di quello per cui è nato :" Valorizzare l'area storica con iniziative di carattere civico, sociale, storico, teatrale, musicale, artistico, culturale ed espositivo, anche a supporto del commercio, del turismo e dell'artigianato". Non di degrado e abbandono.
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