
Territorio
«Istituire a Trani la tassa di soggiorno»
Proposta di Trani civica per il prossimo Consiglio comunale. L'imposta è già realtà in diverse città pugliesi
Trani - martedì 8 gennaio 2013
9.20
«Anche Trani potrebbe sfruttare la possibilità di destinare maggiori risorse per implementare l'offerta turistica e potenziarne i servizi senza gravare sulle tasche dei cittadini». Lo sostengono Alessandro Moscatelli e Giovanni Loconte di Trani civica. Come? Attraverso la tassa di soggiorno.
I rappresentanti dell'associazione spiegano: «L'articolo 4 del decreto legislativo 23 del 14 marzo 2011 prevede che i Comuni capoluogo di Provincia, le unioni di Comuni nonché i Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte possano istituire, con deliberazione del Consiglio, una imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno. Anche se il comma 3 della disposizione, prevede l'adozione di un regolamento per la disciplina generale di attuazione dell'istituto, in mancanza, molti Comuni italiani hanno comunque provveduto ad applicare l'imposta di soggiorno. Trani ha titolo per poter istituire l'imposta di soggiorno, in quanto è sia capoluogo di Provincia che Comune iscritto nel registro delle città d'arte e turistiche della Regione Puglia in virtù di regolamento numero 11 del 2004 e in virtù della successiva determina dirigenziale 499 del 9 ottobre del 2008».
«In un periodo di magra come quello attuale – spiegano da Trani civica - ed in cui la reperibilità delle entrate nelle casse comunali costituisce un'impresa ardua, considerato che l'imposizione graverebbe, come detto, non sui cittadini residenti ma sui turisti che soggiornano nella nostra città, l'istituzione della imposta è auspicabile. La legge prevede che il gettito dell'imposta di soggiorno debba essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali e ciò per Trani non guasterebbe».
L'imposta di soggiorno è già una realtà in Comuni pugliesi come ad esempio Vieste, Mattinata, Alberobello, Ostuni, Otranto e Lecce solo per citarne alcuni. «L'imposta – concludono Moscatelli e Loconte - coinvolgerebbe tutte le strutture ricettive della città e potrebbe essere modulata nell'ammontare in base alla tipologia del soggiorno. Proponiamo, pertanto, che l'argomento sia posto in discussione tra i punti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale».
I rappresentanti dell'associazione spiegano: «L'articolo 4 del decreto legislativo 23 del 14 marzo 2011 prevede che i Comuni capoluogo di Provincia, le unioni di Comuni nonché i Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte possano istituire, con deliberazione del Consiglio, una imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno. Anche se il comma 3 della disposizione, prevede l'adozione di un regolamento per la disciplina generale di attuazione dell'istituto, in mancanza, molti Comuni italiani hanno comunque provveduto ad applicare l'imposta di soggiorno. Trani ha titolo per poter istituire l'imposta di soggiorno, in quanto è sia capoluogo di Provincia che Comune iscritto nel registro delle città d'arte e turistiche della Regione Puglia in virtù di regolamento numero 11 del 2004 e in virtù della successiva determina dirigenziale 499 del 9 ottobre del 2008».
«In un periodo di magra come quello attuale – spiegano da Trani civica - ed in cui la reperibilità delle entrate nelle casse comunali costituisce un'impresa ardua, considerato che l'imposizione graverebbe, come detto, non sui cittadini residenti ma sui turisti che soggiornano nella nostra città, l'istituzione della imposta è auspicabile. La legge prevede che il gettito dell'imposta di soggiorno debba essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali e ciò per Trani non guasterebbe».
L'imposta di soggiorno è già una realtà in Comuni pugliesi come ad esempio Vieste, Mattinata, Alberobello, Ostuni, Otranto e Lecce solo per citarne alcuni. «L'imposta – concludono Moscatelli e Loconte - coinvolgerebbe tutte le strutture ricettive della città e potrebbe essere modulata nell'ammontare in base alla tipologia del soggiorno. Proponiamo, pertanto, che l'argomento sia posto in discussione tra i punti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale».
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