
Attualità
L'imprenditore Vincenzo Divella al Tg1: "Chiuderemo l'impianto il 26 febbraio"
La guerra in Ucraina unita alla protesta dei tir comincia a costringere a gravissime misure
Trani - venerdì 25 febbraio 2022
10.04
La guerra in Ucraina causa lo stop ai flussi di merci e di generi alimentari e fa aumentare i prezzi delle materie prime, come per il grano, il cui costo è salito nel mercato finanziario del 5%. Emblematica la testimonianza trasmessa ieri al TG1 delle 20 dell' imprenditore barese Vincenzo Divella: "Ho due problemi, la mancanza di carico del nostro grano tenero dal porto di Azov in Russia e lo sciopero selvaggio degli autotrasportatori che ci impediscono di consegnare farina, pasta, biscotti e il resto della produzione".
Sono gli effetti della guerra nella vita di tutti noi e che immediatamente prendono a farsi sentire: l'invasione in Ucraina sta provocando il crollo dei listini asiatici e delle borse europee, come era prevedibile immaginare: vola il prezzo del gas con un aumento del 60% in poche ore e del petrolio che ha superato la cifra di 100 dollari al barile.
Ovviamente al rincaro dell'energia corrispondono una minore crescita futura e di una maggiore inflazione, che si ripercuotono sia sul prezzo del carburante che sul nostro carrello della spesa, e tutto questo fa vacillare i mercati; a questo si aggiungono le sanzioni alla Russia e le contromisure adottate dalla Russia stessa.
Per ora il prezzo più alto lo paga proprio la Russia che secondo l'agenzia americana Bloomberg ha lasciato indietro in queste ore 250 miliardi di dollari capitalizzazione: ma l'onda di tutto questo, come abbiamo sentito dall'imprenditore barese, colpisce direttamente anche l'Italia.
Sono gli effetti della guerra nella vita di tutti noi e che immediatamente prendono a farsi sentire: l'invasione in Ucraina sta provocando il crollo dei listini asiatici e delle borse europee, come era prevedibile immaginare: vola il prezzo del gas con un aumento del 60% in poche ore e del petrolio che ha superato la cifra di 100 dollari al barile.
Ovviamente al rincaro dell'energia corrispondono una minore crescita futura e di una maggiore inflazione, che si ripercuotono sia sul prezzo del carburante che sul nostro carrello della spesa, e tutto questo fa vacillare i mercati; a questo si aggiungono le sanzioni alla Russia e le contromisure adottate dalla Russia stessa.
Per ora il prezzo più alto lo paga proprio la Russia che secondo l'agenzia americana Bloomberg ha lasciato indietro in queste ore 250 miliardi di dollari capitalizzazione: ma l'onda di tutto questo, come abbiamo sentito dall'imprenditore barese, colpisce direttamente anche l'Italia.
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