da sinistra: Matteo Ieva, Renato Nitti, Umberto Fratino e Loredana Ficarelli. <span>Foto Adriana Fabrizio</span>
da sinistra: Matteo Ieva, Renato Nitti, Umberto Fratino e Loredana Ficarelli. Foto Adriana Fabrizio
Eventi e cultura

L’Umanità permanente tra diritto, scienza e architettura

“I dialoghi di Trani” continuano con un dibattito tra diverse figure della cultura alla biblioteca Giovanni Bovio a Trani

La rassegna dei dialoghi di Trani continua con la sua agenda fitta di appuntamenti. Il tema di quest'anno, l'umanità, ha offerto molteplici spunti di riflessione che coinvolgono tantissime aree del sapere e della cultura. Ospiti del dialogo tenutosi ieri pomeriggio nella biblioteca "Giovanni Bovio" di Trani sono stati l'architetto Loredana Ficarelli, ordinaria del dipartimento di architettura, costruzione e design del Politecnico di Bari, l'architetto Matteo Ieva, professore associato nel medesimo dipartimento, Umberto Fratino, neonominato rettore del Politecnico barese e il dottor Renato Nitti, procuratore capo presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trani. Il dibattito è stato organizzato con la collaborazione del Politecnico di Bari e dell'ordine degli architetti della provincia Barletta Andria Trani.

L'architetto Roselli, attuale presidente dell'ordine degli architetti della provincia BAT, ha sottolineato l'importanza del rapporto tra uomo e architettura da sempre: l'architettura rappresenta un supporto fondamentale nella vita dell'uomo.

A spiegare perché la scelta dell'aggettivo permanente è proprio chi ha ideato tale binomio tra umanità e permanenza: l'architetto Ficarelli, che sottolinea come in realtà l'umanità non sia né statica né immutabile e, per questo, non possa essere permanente. L'umanità si nutre di culture, delle trasformazioni della società, ma soprattutto del vivere nella collettività. Secondo Ficarelli l'umanità non è solamente l'insieme dei caratteri della specie umana ma anche tutto il ventaglio di caratteristiche di peculiarità e di limiti dell'uomo. L'umanità non può essere manifestata se a questa non si aggiunge la benevolenza e la virtù, e per far sì che ciò avvenga l'uomo deve nutrirsi di arti e di tecnica.

Alle parole della docente fanno eco quelle del professor Ieva, che rifacendosi a Kant e all'uso della lingua tedesca, sottolinea la diversità di significato fra umanità intesa come insieme dei caratteri dell'uomo (menschheit)e umanità invece sotto il profilo della qualità morale dell'uomo (umanitet). In questo senso si coglie tutta la disumanità e l'inaudita ferocia che l'uomo sta dimostrando in questo frangente storico e che nessuno si sarebbe mai aspettato nel ventunesimo secolo.

Il rettore del Politecnico di Bari, che sottolinea come in questo periodo storico tutte le conquiste dell'umanesimo si stiano calpestando, come se ci si fosse dimenticati delle atrocità commesse nel passato e della promessa che le stesse non si ripetessero. L'ingegner fratino sottolinea anche le norme disuguaglianza dovuta alle sperequazioni alla sperequazione delle risorse che c'è stata negli ultimi cent'anni, che ha avuto come diretta conseguenza una perdita di sensibilità nei confronti del prossimo. Tutto ciò si ripercuote anche sulla figura dell'ingegnere, visto da sempre come un tecnico, sebbene questa figura, nel cui nome è racchiuso il significato, non sia altro che un uomo o una donna capaci di ingegno. Fratino chiude la riflessione con una constatazione amara sull'uso dell'intelligenza artificiale che, a suo dire, sta letteralmente distruggendo l'ingegno umano.

Ha chiuso il dibattito il dottor Renato Nitti, facendo un excursus storico sulle grandi conquiste che sono state fatte al livello giuridico dopo la fine della seconda guerra mondiale, riportando alla memoria alcuni esempi: prima tra tutti nel 1948, l'adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ma anche la dichiarazione di dipendenza del 1776, risultati entrambi di una ribellione collettiva contro la tirannia e l'oppressione. Il dottor Nitti ha anche ricordato la convenzione di Parigi del 2015 e il contributo fondamentale di Papa Francesco nel combattere le oppressioni e il cambiamento climatico, un altro male che affligge l'umanità. Il procuratore capo ha inoltre sottolineato come, oggi più che mai, vi sia una crisi della giurisdizione tanto interna quanto internazionale, con i continui attacchi rivolti non solo ai singoli giudici nella giurisdizione interna ma anche a quelli facenti parte della Corte Penale Internazionale e della Commissione Internazionale Indipendente d'inchiesta sulla Palestina. Il quadro che delinea il dottor Nitti è particolarmente desolante; la crisi della giurisdizione, infatti, rappresenta la crisi della democrazia, della libertà, e di tutte le conquiste che sono state fatte con l'umanesimo.
  • Dialoghi di Trani
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