Cronaca
Il pugno nell'occhio di piazza Longobardi
Su palazzo Vischi c'è una struttura abusiva. Da due anni il manufatto è in attesa di demolizione
Trani - mercoledì 7 dicembre 2011
Liberata dalla copertura del mercato ittico, essenziale nel suo arredo, piazza Longobardi svela ora uno degli abusivisimi edilizi più nitidi. Basta alzare gli occhi verso palazzo Vischi, sede della ex biblioteca, per vedere un manufatto, nascosto appena da alcune piante, su cui pende da due anni un'ordinanza di demolizione.
A marzo del 2009, a seguito di un sopralluogo effettuato da agenti del Comando di polizia locale e responsabili dell'ufficio tecnico, è stata riscontrata la presenza sul terrazzo dello stabile, al civico 35, di un manufatto in muratura di dieci metri per dieci con corridoio d'accesso, collegato al primo piano del palazzo ed adibito a residenza (cucina-soggiorno, più bagno e stanzetta, almeno stando a quanto riportato nell'ordinanza). I tecnici comunali, da una comparazione con quanto previsto nella dichiarazione di inizio lavori, constatarono delle difformità evidenti sia per ciò che atteneva la facciata del manufatto, prospiciente la loggia di palazzo Vischi, sia per l'altezza. Inoltre, sempre dall'analisi del progetto trasmesso, non si evinceva la destinazione d'uso dell'immobile. Per di più, la tettoia realizzata risultava non avere autorizzazione della Soprintendenza e di successivo permesso di costruire da parte del Comune.
Insomma, motivi a sufficienza per ordinare all'amministratrice della società proprietaria dell'immobile di provvedere entro 90 giorni alla demolizione del manufatto ed a ripristinare lo stato dei luoghi preesistente. La vicenda invece è andata avanti per altri due anni ed è finita anche sul tavolo dei giudici del Tar. A settembre (giorno 23) il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso della proprietaria che aveva chiesto la sospensione del provvedimento di rimozione della struttura dal lastrico solare di palazzo Vischi. Di mesi ne sono passati altri tre e tutto è ancora come prima.
A marzo del 2009, a seguito di un sopralluogo effettuato da agenti del Comando di polizia locale e responsabili dell'ufficio tecnico, è stata riscontrata la presenza sul terrazzo dello stabile, al civico 35, di un manufatto in muratura di dieci metri per dieci con corridoio d'accesso, collegato al primo piano del palazzo ed adibito a residenza (cucina-soggiorno, più bagno e stanzetta, almeno stando a quanto riportato nell'ordinanza). I tecnici comunali, da una comparazione con quanto previsto nella dichiarazione di inizio lavori, constatarono delle difformità evidenti sia per ciò che atteneva la facciata del manufatto, prospiciente la loggia di palazzo Vischi, sia per l'altezza. Inoltre, sempre dall'analisi del progetto trasmesso, non si evinceva la destinazione d'uso dell'immobile. Per di più, la tettoia realizzata risultava non avere autorizzazione della Soprintendenza e di successivo permesso di costruire da parte del Comune.
Insomma, motivi a sufficienza per ordinare all'amministratrice della società proprietaria dell'immobile di provvedere entro 90 giorni alla demolizione del manufatto ed a ripristinare lo stato dei luoghi preesistente. La vicenda invece è andata avanti per altri due anni ed è finita anche sul tavolo dei giudici del Tar. A settembre (giorno 23) il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso della proprietaria che aveva chiesto la sospensione del provvedimento di rimozione della struttura dal lastrico solare di palazzo Vischi. Di mesi ne sono passati altri tre e tutto è ancora come prima.