Politica
«Mare inquinato a Trani: un pericoloso ritorno all'estate di 25 anni fa»
di Mario Schiralli
Trani - venerdì 16 luglio 2010
«La notizia relativa all'inquinamento del tratto di mare antistante il lungomare Chiarelli, così come rilevato dagli esami di laboratorio effettuati da Goletta Verde (cospicua presenza di enterococchi intestinali), riporta alla mente quanto successe nell'estate del 1986. Sindaco Vincenzo Caruso, tutto ad un tratto (ma l'inquinamento vi era già da qualche anno) si scoprì che proprio nel tratto di mare oggi segnalato, dai collettori alluvionali sfociavano circa sei milioni di litri di liquami al giorno.
La notizia ebbe risonanza nazionale per la sua gravità. Il sindaco mise subito in moto la macchina burocratica e tecnica per capire cosa stesse succedendo. Chi scrive, allora collaboratore della Gazzetta, fu incaricato direttamente dal primo cittadino di partecipare all'ispezione dei collettori alluvionali insieme con i tecnici comunali e dell'Amiu (fanno fede le corrispondenze da Trani).
A bordo di un auto (finestrini e sportelli ben chiusi, per evitare spiacevoli conseguenze a sicuri incontri una volta all'interno dei collettori: presenza e assalti di pericolosissimi topi, grossi più di un gatto) si scoprì che nelle condotte di fogna nera della zona di Via Corato, oggi via Annibale Difrancia, che attraversavano i collettori, vi erano grandi falle che riversavano liquami nel collettore, proprio nel tratto che passava sotto i binari del passaggio a livello. Per avere maggiore certezza, altri dipendenti dell'Amiu gettavano nei Water di alcune abitazioni a monte palline di polistirolo colorato che, puntualmente, fuoriuscivano poco dopo dagli squarci nelle tubature, squarci non dovuti all'usura, ma a qualche… anonima mano.
Il giorno dopo, in una riunione al Comune, presenti dirigenti e tecnici dell'EAAP, autorità di polizia, magistrati e via dicendo, fu ordinato di correre immediatamente ai ripari. E così in pieno agosto furono iniziati i lavori per interrompere la fuoriuscita dei liquami e salvare il buon nome della città, ma prima di tutto la salute dei cittadini.
Ora Trani si ritrova a fare un salto indietro di venticinque anni: ancora enterococchi intestinali che minano fortemente la salute delle persone che frequentano quel tratto di costa, oltretutto in pietoso stato di pulizia per la presenza di alghe e rifiuti vai, con l'aggravante del gran caldo che di per sé non risparmia bambini e anziani. Ci si chiede quali passi farà ora l'amministrazione? Sarà tempestiva come quella retta dal secondo sindaco socialista della storia di Trani? Come mai fin'ora nessuno si era mai preoccupato di ispezionale i collettori alluvionali? I due tunnel furono realizzati tra la fine dell'800 e gli inizi del ‘900 solo per convogliare le acque piovane, provenienti dall'entroterra, che allagavano la città dopo forti piogge,scorrendo nell'alveo naturale dell'ex torrente antico (sotto la nuova biblioteca, com'è noto, scorre ancora una falda sotterranea), nome che ancora oggi è presente nella toponomastica stradale».
Mario Schiralli
La notizia ebbe risonanza nazionale per la sua gravità. Il sindaco mise subito in moto la macchina burocratica e tecnica per capire cosa stesse succedendo. Chi scrive, allora collaboratore della Gazzetta, fu incaricato direttamente dal primo cittadino di partecipare all'ispezione dei collettori alluvionali insieme con i tecnici comunali e dell'Amiu (fanno fede le corrispondenze da Trani).
A bordo di un auto (finestrini e sportelli ben chiusi, per evitare spiacevoli conseguenze a sicuri incontri una volta all'interno dei collettori: presenza e assalti di pericolosissimi topi, grossi più di un gatto) si scoprì che nelle condotte di fogna nera della zona di Via Corato, oggi via Annibale Difrancia, che attraversavano i collettori, vi erano grandi falle che riversavano liquami nel collettore, proprio nel tratto che passava sotto i binari del passaggio a livello. Per avere maggiore certezza, altri dipendenti dell'Amiu gettavano nei Water di alcune abitazioni a monte palline di polistirolo colorato che, puntualmente, fuoriuscivano poco dopo dagli squarci nelle tubature, squarci non dovuti all'usura, ma a qualche… anonima mano.
Il giorno dopo, in una riunione al Comune, presenti dirigenti e tecnici dell'EAAP, autorità di polizia, magistrati e via dicendo, fu ordinato di correre immediatamente ai ripari. E così in pieno agosto furono iniziati i lavori per interrompere la fuoriuscita dei liquami e salvare il buon nome della città, ma prima di tutto la salute dei cittadini.
Ora Trani si ritrova a fare un salto indietro di venticinque anni: ancora enterococchi intestinali che minano fortemente la salute delle persone che frequentano quel tratto di costa, oltretutto in pietoso stato di pulizia per la presenza di alghe e rifiuti vai, con l'aggravante del gran caldo che di per sé non risparmia bambini e anziani. Ci si chiede quali passi farà ora l'amministrazione? Sarà tempestiva come quella retta dal secondo sindaco socialista della storia di Trani? Come mai fin'ora nessuno si era mai preoccupato di ispezionale i collettori alluvionali? I due tunnel furono realizzati tra la fine dell'800 e gli inizi del ‘900 solo per convogliare le acque piovane, provenienti dall'entroterra, che allagavano la città dopo forti piogge,scorrendo nell'alveo naturale dell'ex torrente antico (sotto la nuova biblioteca, com'è noto, scorre ancora una falda sotterranea), nome che ancora oggi è presente nella toponomastica stradale».
Mario Schiralli
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