
Cronaca
Morì per overdose: archiviata l'inchiesta su Vincenzo Fusco
Il decesso avvenne mentre l'uomo era in un b&b
Trani - lunedì 30 gennaio 2017
12.55
Il gip del Tribunale di Trani, Francesco Messina, ha archiviato il fascicolo d'indagine sul decesso di Vincenzo Fusco, il 40enne tranese trovato morto in un bed and breakfast alla periferia della città all'alba del 30 agosto 2015.
Il gip ha così accolto la richiesta d'archiviazione formulata dalla pm Simona Merra alla luce, delle conclusioni dell'autopsia eseguita dal medico legale Biagio Solari no. "La causa della morte di Vincenzo Fusco è riconducibile ad intossicazione acuta da cocaina e morfina e la responsabilità del decesso è imputabile esclusivamente alla condotta della persona offesa", cioè dello stesso Fusco, sostiene la Procura.
Per la sua morte era stata prudenzialmente indagata, con l'accusa di omicidio colposo, una 55enne tranese che era in compagnia di Fusco nella stanza del B&B. La donna, assistita dall'avvocato Antonio Florio, aveva raccontato le ultime ore di vita del 40enne, parlando di rapporti sessuali e del fatto che Fusco avesse assunto cocaina, acquistata a Civitavecchia, e bevuto spumante. Le conclusioni dell'esame autoptico hanno fatto cadere l'accusa contestata alla donna separata: la prima a lanciare l'allarme al 118, il cui intervento (cui fece seguito quello dei carabinieri) fu però vano. Fusco era morto nel sonno per un arresto cardiocircolatorio.
Il gip ha così accolto la richiesta d'archiviazione formulata dalla pm Simona Merra alla luce, delle conclusioni dell'autopsia eseguita dal medico legale Biagio Solari no. "La causa della morte di Vincenzo Fusco è riconducibile ad intossicazione acuta da cocaina e morfina e la responsabilità del decesso è imputabile esclusivamente alla condotta della persona offesa", cioè dello stesso Fusco, sostiene la Procura.
Per la sua morte era stata prudenzialmente indagata, con l'accusa di omicidio colposo, una 55enne tranese che era in compagnia di Fusco nella stanza del B&B. La donna, assistita dall'avvocato Antonio Florio, aveva raccontato le ultime ore di vita del 40enne, parlando di rapporti sessuali e del fatto che Fusco avesse assunto cocaina, acquistata a Civitavecchia, e bevuto spumante. Le conclusioni dell'esame autoptico hanno fatto cadere l'accusa contestata alla donna separata: la prima a lanciare l'allarme al 118, il cui intervento (cui fece seguito quello dei carabinieri) fu però vano. Fusco era morto nel sonno per un arresto cardiocircolatorio.
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