Estrazione del marmo
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Scuola e Lavoro

Prospettive di rilancio per il settore lapideo a Trani

Le proposte di Confindustria di Bari e della Bat. «Allargare il tavolo tecnico anche ai professionisti e alle università»

Confindustria di Bari e Bat, sezione marmi, sta partecipando attivamente a varie iniziative per rilanciare il settore lapideo del polo territoriale di Trani, che negli ultimi anni ha visto una drastica riduzione di occupazione di circa 1.200 addetti. Infatti, le oltre 150 imprese lapidee presenti sul territorio, che solo pochi anni fa contavano circa 2.000 addetti, dalle ultime rilevazioni presentano una occupazione di circa 850 addetti. A tale perdita vanno poi aggiunti gli effetti negativi indotti su tutte le attività (produttive, commerciali e di servizi) che gravitano sul lapideo. Una vera e propria emorragia in termini occupazionali e di ricchezza prodotta, con un impatto negativo su tutta l'economia del nord barese.

«Le cause di questo forte ridimensionamento occupazionale - spiega Andrea Mastrapasqua, presidente del settore lapideo della confederazione - sono da ricercarsi sicuramente nella attuale crisi economica e finanziaria internazionale, che ha colpito anche l'economia locale, ma soprattutto in una tendenza, che è andata aggravandosi negli ultimi 10-15 anni, caratterizzata da fattori specifici, che hanno reso meno competitive le imprese lapidee locali, quali la pressione esercitata sui mercati internazionali da nuovi Paesi emergenti (Egitto, Brasile, Sud Africa, Turchia, ecc…), che presentano grandi bacini estrattivi e costi del lavoro e di trasporto fortemente concorrenziali; il progressivo aumento dei costi del lavoro, dei trasporti e dell'energia in Italia; la mancanza di una politica di incentivi per la ricerca e l'innovazione a favore del settore; lo scriteriato export di blocchi ed informi in Cina, India e Medio Oriente da parte di alcuni cavatori, lasciando le aziende trasformatrici del polo di Trani senza materia prima; la contrazione della attività estrattiva locale, soprattutto legata a problemi burocratici, che ritardano o bloccano il rilascio delle licenze per l'apertura, l'estrazione e la coltivazione delle cave; la scarsa cooperazione fra le aziende locali sia sul versante degli acquisti di materie prime, che su quello della commercializzazione del prodotto tipico locale, la "Pietra di Trani".

Le iniziative messe in atto da parte Confindustria di Bari e Bat negli ultimi mesi per reagire alla crisi e delineare un possibile percorso di rilancio del settore sono state caratterizzate dalla partecipazione al distretto produttivo pugliese del settore lapideo, promosso dalla regione Puglia, che però deve ancora entrare nella sua fase di operatività e che comunque non potrà contare su specifici finanziamenti regionali; dalla attivazione di un tavolo di lavoro presso il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino, che si è impegnato ad assistere le imprese lapidee locali nella elaborazione di progetti specifici da candidare a finanziamenti regionali, nazionali e comunitari, soprattutto per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione delle imprese e la commercializzazione della "Pietra di Trani", anche attraverso la costituzione di apposito consorzio; dalla sottoscrizione di un protocollo di intesa con le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, finalizzato a rilanciare l'occupazione e la formazione delle maestranze; dalla attivazione di un tavolo di confronto con l'Amministrazione Comunale di Trani, che è il comune del nord barese più colpito dalla crisi del settore, da cui è emerso l'impegno della stessa a sostenere le iniziative di CONFINDUSTRIA BARI e BAT-Sezione Marmi in attività di rilancio del settore».

La Confindustria chiede di allargare il tavolo di lavoro attivato presso il Patto Territoriale ad assessorati direttamente interessati, università e Politecnico di Bari, imprenditori del settore lapideo e dell'edilizia, professionisti e tecnici (architetti – ingegneri – designers), associazioni di settore e sindacati.

«Gli sforzi intrapresi - concluse Mastrapasqua - devono essere intensificati ed accelerati per evitare il deterioramento della situazione, sforzi che devono puntare in particolare nel breve periodo ad incentivare l'apertura delle cave per l'estrazione della materia prima, alla redazione di un catalogo contenente le caratteristiche della Pietra di Trani, ad incentivare gli investimenti per l'innovazione di nuovi macchinari, ad incentivare la ricerca per lo smaltimento dei materiali di scarto e loro riciclo per diverso utilizzo, ad accelerare l'iter burocratico per il rilascio delle autorizzazioni per l'estrazione della pietra, alla definizione di regole per tamponare l'emorragia di export di blocchi all'estero, ad adottare una metodologia che attraverso la certificazione di qualita' garantisca le caratteristiche della nostra Pietra e ad attivare una scuola di formazione».
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