Enti locali
Riassetto Province, in Regione scontato nulla di fatto
Patata bollente rinviata a lunedì. Se ne parlerà nell'aula del Consiglio regionale
Trani - martedì 16 ottobre 2012
19.23
Riassetto delle Province, se ne parlerà nell'aula del Consiglio regionale lunedì 22 ottobre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo dopo il nulla di fatto maturato nel corso della seduta odierna in cui l'assessore al bilancio Michele Pelillo (Pd) ha sollecitato vivamente i consiglieri a entrare nel merito della questione, senza demandare al governo nazionale questo adempimento (il termine di scadenza dei provvedimenti in merito delle Regioni è il 24 ottobre prossimo).
Pelillo aveva presentato in precedenza un ordine del giorno (firmato anche da altri consiglieri della provincia di Taranto del centrosinistra e del centrodestra) per la costituzione della neo Provincia di Brindisi e Taranto, escludendo la possibilità del Grande Salento (Brindisi, Lecce e Taranto insieme). Ancora in precedenza era stato presentato un altro ordine del giorno a firma di Antonio Maniglio (Pd) finalizzato alla soppressione di tutte le Province.
Nel suo intervento l'assessore Pelillo ha detto di non comprendere l'orientamento dell'assemblea di decidere di non decidere in materia, definendo quella in corso una riforma «pasticciata ed approssimativa». Ma se c'è una parte del territorio che decide per l'autodeterminazione (i Comuni della provincia di Taranto, ad eccezione di uno, sono tutti favorevoli alla costituzione della Provincia di Brindisi Taranto così come la maggior parte di quelli di Brindisi), il Consiglio regionale deve discuterne. «Non possiamo delegare al Governo nazionale scelte – ha aggiunto Pelillo - che potrebbero alimentare i disequilibri che già ci sono, considerato il baricentrismo e l'asse privilegiato Bari-Lecce esistenti».
Di parere opposto il capogruppo Pdl, Rocco Palese, che ha concordato solo sulla norma pasticciata posta in essere dal Governo nazionale in materia, considerato che non si è proceduto verso la modifica costituzionale finalizzata alla soppressione di tutte le Province. «Non possiamo renderci complici del pasticcio che si configurerà, a cui si accompagnerà un inevitabile contenzioso e un dispendio di risorse finanziarie. La giunta regionale non si è assunta alcuna responsabilità in merito, figuriamoci se se la può assumere il Consiglio regionale».
Pelillo aveva presentato in precedenza un ordine del giorno (firmato anche da altri consiglieri della provincia di Taranto del centrosinistra e del centrodestra) per la costituzione della neo Provincia di Brindisi e Taranto, escludendo la possibilità del Grande Salento (Brindisi, Lecce e Taranto insieme). Ancora in precedenza era stato presentato un altro ordine del giorno a firma di Antonio Maniglio (Pd) finalizzato alla soppressione di tutte le Province.
Nel suo intervento l'assessore Pelillo ha detto di non comprendere l'orientamento dell'assemblea di decidere di non decidere in materia, definendo quella in corso una riforma «pasticciata ed approssimativa». Ma se c'è una parte del territorio che decide per l'autodeterminazione (i Comuni della provincia di Taranto, ad eccezione di uno, sono tutti favorevoli alla costituzione della Provincia di Brindisi Taranto così come la maggior parte di quelli di Brindisi), il Consiglio regionale deve discuterne. «Non possiamo delegare al Governo nazionale scelte – ha aggiunto Pelillo - che potrebbero alimentare i disequilibri che già ci sono, considerato il baricentrismo e l'asse privilegiato Bari-Lecce esistenti».
Di parere opposto il capogruppo Pdl, Rocco Palese, che ha concordato solo sulla norma pasticciata posta in essere dal Governo nazionale in materia, considerato che non si è proceduto verso la modifica costituzionale finalizzata alla soppressione di tutte le Province. «Non possiamo renderci complici del pasticcio che si configurerà, a cui si accompagnerà un inevitabile contenzioso e un dispendio di risorse finanziarie. La giunta regionale non si è assunta alcuna responsabilità in merito, figuriamoci se se la può assumere il Consiglio regionale».