
Religioni
San Magno, prima messa nei locali di via Almirante
Grande partecipazione di fedeli. Pichierri: «Fate fruttare questo dono». Tutte le foto della benedizione
Trani - lunedì 31 gennaio 2011
11.00
I locali, come prevedibile, si sono rivelati del tutto insufficienti per accogliere tutti i fedeli che hanno voluto assistere alla benedizione dell'aula liturgica della nuova parrocchia di San Magno, in via Almirante. Buon segno. Nessuno voleva mancare alla celebrazione della prima messa, officiata dall'Arcivescovo, Giovan Battista Pichierri. «Sono lieto di piantare una nuova comunità cristiana in un territorio così vasto, che andava unito e non diviso fra due chiese così distanti come la Madonna di Fatima e San Giuseppe. Adesso la parrocchia di San Magno è diventata una realtà. A don Dino Cimadomo auguro di saper irradiare il volto di Cristo fra questa gente e di non aver paura nonostante le difficoltà di partenza. Ai parrocchiani dico solo di saper accogliere questo dono e di stringersi intorno al ministero del parroco. Collaborando si possono fare grandi cose».
Visibilmente emozionato, don Dino Cimadomo, primo parroco di San Magno, ha voluto ringraziare chi gli ha permesso di iniziare questa attività, partendo ovviamente dai benefettori, da chi ha donato i locali e si è prodigato per renderli accoglienti. Nel suo breve discorso ha espresso il suo grazie nei confronti del generoso aiuto del geometra Mario Betti e dell'ingegnere Giuseppe Volpe, di chi lo ha aiutato ad arredare i locali (l'architetto Sergio d'Addato e le tante maestranze che si sono messe a disposizione), della Provincia (rappresentata dal presidente del Consiglio, Gigi Riserbato). «Inizio da zero e posso garantirvi che non è affatto facile. Tante sono le difficoltà ma tanti sono anche i gesti di generosità che mi spingono ad affrontare questa sfida con grande entusiasmo. Ho dato me stesso per costruire un percorso importante a San Giuseppe, adesso cercherò di mettere la stessa energia per coltivare le anime di tutti i parrocchiani». Un bel compito, tenuto conto che si tratta di 5665 persone.
Una sede fisica adesso c'è. Qualche quadro appeso alle pareti bianche, un tabernacolo d'oro, l'effigie del Santo, un altare di compensato benedetto e rivestito, persino un climatizzatore. «Questa parrocchia non nasce sotto una capanna ma in un luogo più che dignitoso» ha detto Pichierri durante l'omelia. «La nuova parrocchia rispecchierà il volto di questo quartiere, così popoloso. E' una bella realtà e presenta energie positive, sociali, associative e di fede».
Visibilmente emozionato, don Dino Cimadomo, primo parroco di San Magno, ha voluto ringraziare chi gli ha permesso di iniziare questa attività, partendo ovviamente dai benefettori, da chi ha donato i locali e si è prodigato per renderli accoglienti. Nel suo breve discorso ha espresso il suo grazie nei confronti del generoso aiuto del geometra Mario Betti e dell'ingegnere Giuseppe Volpe, di chi lo ha aiutato ad arredare i locali (l'architetto Sergio d'Addato e le tante maestranze che si sono messe a disposizione), della Provincia (rappresentata dal presidente del Consiglio, Gigi Riserbato). «Inizio da zero e posso garantirvi che non è affatto facile. Tante sono le difficoltà ma tanti sono anche i gesti di generosità che mi spingono ad affrontare questa sfida con grande entusiasmo. Ho dato me stesso per costruire un percorso importante a San Giuseppe, adesso cercherò di mettere la stessa energia per coltivare le anime di tutti i parrocchiani». Un bel compito, tenuto conto che si tratta di 5665 persone.
Una sede fisica adesso c'è. Qualche quadro appeso alle pareti bianche, un tabernacolo d'oro, l'effigie del Santo, un altare di compensato benedetto e rivestito, persino un climatizzatore. «Questa parrocchia non nasce sotto una capanna ma in un luogo più che dignitoso» ha detto Pichierri durante l'omelia. «La nuova parrocchia rispecchierà il volto di questo quartiere, così popoloso. E' una bella realtà e presenta energie positive, sociali, associative e di fede».


















































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