Cronaca
Sovraffollamento nel carcere di Trani, la denuncia dei reclusi
229 posti regolamentari, 270 i detenuti attualmente presenti
Trani - sabato 16 agosto 2014
7.28
Non hanno sicuramente trascorso un lieto e tranquillo Ferragosto i detenuti del Carcere di Trani che hanno alzato la voce sulle condizioni in cui sono costretti a vivere quotidianamente: trenta metri quadrati per sette persone con tre ore d'aria al giorno. Una situazione insostenibile resa ancora più insopportabile dal caldo asfissiante di questi giorni.
«Qui è un inferno, non si piò stare». Scrivono i detenuti di via Andria in una lettera indirizzata alla Gazzetta del Mezzogiorno. Il sovraffollamento nel carcere di Trani, come accade purtroppo anche in altre case di detenzione italiane, è una certezza più volte denunciata. Secondo i dati ufficiali del Ministero della giustizia, nel carcere di Trani, a fronte dei 229 posti regolamentari, 270 sono i detenuti attualmente presenti. Inutile sarebbe dire che queste condizioni ledano fortemente la dignità di coloro che, seppur colpevoli, sono sempre uomini: «Siamo costretti a scrivere questa lettera - continuano nella missiva - per far sì che qualcosa qui dentro a questo infermo si muova». Banale sarebbe la loro legittima richiesta di scontare la pena in condizioni più umane. Una situazione insostenibile, dunque, che richiederebbe l'intervento immediato delle cariche politiche a partire dal livello nazionale e l'interessamento di quelle locali.
«Qui è un inferno, non si piò stare». Scrivono i detenuti di via Andria in una lettera indirizzata alla Gazzetta del Mezzogiorno. Il sovraffollamento nel carcere di Trani, come accade purtroppo anche in altre case di detenzione italiane, è una certezza più volte denunciata. Secondo i dati ufficiali del Ministero della giustizia, nel carcere di Trani, a fronte dei 229 posti regolamentari, 270 sono i detenuti attualmente presenti. Inutile sarebbe dire che queste condizioni ledano fortemente la dignità di coloro che, seppur colpevoli, sono sempre uomini: «Siamo costretti a scrivere questa lettera - continuano nella missiva - per far sì che qualcosa qui dentro a questo infermo si muova». Banale sarebbe la loro legittima richiesta di scontare la pena in condizioni più umane. Una situazione insostenibile, dunque, che richiederebbe l'intervento immediato delle cariche politiche a partire dal livello nazionale e l'interessamento di quelle locali.