Politica
Stato d’agitazione per i dipendenti della Vittorio Emanuele II
Proclamato dalla Cgil Bat
Trani - giovedì 8 luglio 2010
A partire dai primi giorni della settimana prossima i dipendenti dell'ipab Vittorio Emanuele II, istituto di pubblica assistenza e beneficienza, saranno in stato di agitazione: manifestazioni di protesta per chiedere il riconoscimento dei propri diritti. Lo annuncia l'ufficio stampa della Cgil Bat che ha diffuso una nota sulla questione dei lavoratori dell'Ipab:
«L'attesa per il riconoscimento di diritti basilari e sacrosanti è durata anche troppo. Per i lavoratori dell'istituto di pubblica assistenza e beneficienza Vittorio Emanuele II di Trani, ormai riconosciuto come azienda di servizi alla persona, scatta lo stato di agitazione costituito da assemblee del personale nei posti di lavoro. I dipendenti della casa di riposo da tempo non vedono riconosciute le indennità di retribuzione che gli spettano di diritto come quella, per esempio, sulla turnazione o sull'adeguamento contrattuale degli anni precedenti. Senza parlare delle problematiche che vivono quotidianamente nello svolgimento delle proprie funzioni e che si ripercuotono, soprattutto, sulle fasce più deboli.
Non solo, i vertici dell'istituto trascurano anche aspetti molto importanti come la formazione e la qualificazione del personale ausiliario: l'aggiornamento professionale, infatti, lungi dall'essere un'inutile perdita di tempo e denaro, è un metodo efficace per valorizzare i dipendenti e per garantire soprattutto un servizio migliore all'utenza. E c'è di più, le relazioni sindacali nell'ipab Vittorio Emanuele II sono un miraggio: vengono, infatti, completamente ignorate.
Più volte, dopo un'unica e sola riunione del novembre scorso, le segreterie della Funzione Pubblica Cgil Bat e della Federazione Lavoratori Pubblici Bari hanno chiesto un incontro, prima al commissario straordinario, Giovanni Abbattista, e poi, al consiglio d'amministrazione dopo la nomina, ma non lo hanno mai ottenuto. La direzione della struttura ha preferito scegliere la strada del silenzio a quella del confronto. Evidentemente la tutela dei diritti dei lavoratori e, di conseguenza, la qualità del servizio offerto ai degenti non solo elementi sufficienti per l'attivazione di un tavolo di concertazione tra le organizzazioni sindacali e la direzione dell'istituto.
Per tutte queste ragioni si ritiene improcrastinabile proclamare lo stato di agitazione del personale a partire dai primi giorni della settimana prossima. Il problema dei dipendenti che lavorano nella casa di riposo Vittorio Emanuele II di Trani – riferiscono le segreterie provinciali della Fp Cgil Bat e della Flp Bari – non nasce oggi. Risalgono al 2004 le numerose sollecitazioni da noi avanzate per affrontare la questione relativa al lavoro svolto dal personale all'interno della struttura. Le organizzazioni sindacali ritengono che il miglioramento della qualità lavorativa comporti una ricaduta positiva sui servizi offerti agli utenti che, nel caso specifico, sono persone anziane e, quindi, particolarmente bisognose di cure ed attenzioni.
Il commissario straordinario, Giovanni Abbattista, ci ha ricevuto una sola volta l'anno scorso, ma per noi non è sufficiente ed è per questo che proclamiamo lo stato d'agitazione e chiediamo un incontro urgente con il neonato consiglio d'amministrazione».
«L'attesa per il riconoscimento di diritti basilari e sacrosanti è durata anche troppo. Per i lavoratori dell'istituto di pubblica assistenza e beneficienza Vittorio Emanuele II di Trani, ormai riconosciuto come azienda di servizi alla persona, scatta lo stato di agitazione costituito da assemblee del personale nei posti di lavoro. I dipendenti della casa di riposo da tempo non vedono riconosciute le indennità di retribuzione che gli spettano di diritto come quella, per esempio, sulla turnazione o sull'adeguamento contrattuale degli anni precedenti. Senza parlare delle problematiche che vivono quotidianamente nello svolgimento delle proprie funzioni e che si ripercuotono, soprattutto, sulle fasce più deboli.
Non solo, i vertici dell'istituto trascurano anche aspetti molto importanti come la formazione e la qualificazione del personale ausiliario: l'aggiornamento professionale, infatti, lungi dall'essere un'inutile perdita di tempo e denaro, è un metodo efficace per valorizzare i dipendenti e per garantire soprattutto un servizio migliore all'utenza. E c'è di più, le relazioni sindacali nell'ipab Vittorio Emanuele II sono un miraggio: vengono, infatti, completamente ignorate.
Più volte, dopo un'unica e sola riunione del novembre scorso, le segreterie della Funzione Pubblica Cgil Bat e della Federazione Lavoratori Pubblici Bari hanno chiesto un incontro, prima al commissario straordinario, Giovanni Abbattista, e poi, al consiglio d'amministrazione dopo la nomina, ma non lo hanno mai ottenuto. La direzione della struttura ha preferito scegliere la strada del silenzio a quella del confronto. Evidentemente la tutela dei diritti dei lavoratori e, di conseguenza, la qualità del servizio offerto ai degenti non solo elementi sufficienti per l'attivazione di un tavolo di concertazione tra le organizzazioni sindacali e la direzione dell'istituto.
Per tutte queste ragioni si ritiene improcrastinabile proclamare lo stato di agitazione del personale a partire dai primi giorni della settimana prossima. Il problema dei dipendenti che lavorano nella casa di riposo Vittorio Emanuele II di Trani – riferiscono le segreterie provinciali della Fp Cgil Bat e della Flp Bari – non nasce oggi. Risalgono al 2004 le numerose sollecitazioni da noi avanzate per affrontare la questione relativa al lavoro svolto dal personale all'interno della struttura. Le organizzazioni sindacali ritengono che il miglioramento della qualità lavorativa comporti una ricaduta positiva sui servizi offerti agli utenti che, nel caso specifico, sono persone anziane e, quindi, particolarmente bisognose di cure ed attenzioni.
Il commissario straordinario, Giovanni Abbattista, ci ha ricevuto una sola volta l'anno scorso, ma per noi non è sufficiente ed è per questo che proclamiamo lo stato d'agitazione e chiediamo un incontro urgente con il neonato consiglio d'amministrazione».
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