«Teatro comunale, utilizziamo il Supercinema»

Nuovo intervento del circolo di Trani dell'Acli sul teatro comunale. Il direttivo ha diffuso una nota alla stampa che pubblichiamo integralmente:

«E' doveroso, da parte dell'associazione che rappresento, ritornare a parlare dell'annosa questione del teatro comunale, soprattutto alla luce del nuovo indirizzo che sta prendendo l'amministrazione in tal senso. Il presidente di Amet Spa, infatti, attraverso il cambio di rotta, più o meno forzato, imposto all'azienda, ha fatto venir meno ogni possibilità di convertire la sede dell'ex municipalizzata nel tanto atteso teatro comunale. Il sindaco, in verità, in un incontro monotematico tenuto a palazzo di città ai primi di aprile con i vertici locali del nostro sodalizio, ci rappresentava un progetto di ampio respiro, che vedeva il teatro come fulcro di una più ampia architettura, comprendente un centro congressi, diversi ambienti accessori, il parcheggio e quant'altro di servizio ad un megastruttura di indubbio valore potenziale. Unico neo a nostro parere: diverse, troppe condizioni da realizzarsi; a cominciare dallo spostamento dell'Amet che, sin da allora, appariva parecchio difficoltoso sia per ragioni tecniche che economiche.

La nostra proposta alternativa è sempre stata, dal giorno in cui i privati ne hanno cessato la gestione, l'acquisizione tra i beni pubblici comunali del Supercinema. Inutile stare a ripercorrere la gloriosa storia di quel luogo di cultura, parte integrante della natura stessa della città di Trani dell'ultimo secolo. Sta di fatto, però, che l'ipotesi non era affatto peregrina. Si sarebbe potuto dotare la città di ciò che le manca da oltre cinquant'anni. Di quello che le altre città viciniori si sono affannate per ottenere, ed hanno ottenuto, adottando, con sguardo prospettico, anche la politica dello sviluppo culturale. Ora, però, rebus sic stantibus, possiamo tornare a parlarne. L'invito che formuliamo all'amministrazione è quello di riconsiderare l'ipotesi Supercinema.

Rendere alla città quello che, nel campo della cultura, le spetta è un atto non solo di alto valore civile, ma, al contempo, si rivelerebbe nel tempo come un investimento in settore economico attualmente quasi del tutto assente nel nostro tessuto sociale. Chi non crede a ciò si informi. Nelle città dove i Teatri esistono e lavorano vi è tutto un pullulare di attività commerciali che ruotano intorno all'attività teatrale. Vi è uno sviluppo economico, settoriale e non, che, unito alla tanto declamata vocazione turistica della nostra città, farebbe finalmente diventare la nostra Trani punto di riferimento per quel turismo sostenibile e foriero di risorse che tanto sentiamo agognare dai nostri amministratori. Per utilizzare una terminologia cara agli economisti ed ai politici si può ben dire che la presenza di un teatro stabile la cui attività viene gestita secondo i criteri di economia, efficacia ed efficienza, rappresenta un notevole volano per l'indotto che si va a creare».

«I grandi eventi - conclude il direttivo - dunque, sebbene attrattivi ed importanti, se non seguiti da una politica del quotidiano, lasciano il tempo che trovano, diventano cattedrali nel deserto. E' la presenza di quel contenitore, invece, che dà costanza all'azione politico-culturale, dà dignità agli operatori del settore e crea le basi per lo sviluppo di manifestazioni cicliche, le uniche che, nel lungo periodo, assicurano alla città la visibilità ed il ritorno mediatico che merita. Insomma, la partita non è ancora chiusa, se veramente vi è in capo ai nostri amministratori la volontà di ridare alla nostra comunità il simbolo dell'immagine culturale che si merita, tralasciando sogni irrealizzabili, si è ancora in tempo. Il Supercinema è là, non abbiamo la presunzione di dire come poter fare, ma non ci tireremo indietro, se chiamati, nel dare il nostro fattivo contributo per la realizzazione di questo sogno lungo oltre mezzo secolo».