
Politica
Trani, Partito Democratico: No segreteria, no party
C’e confusione, tanta, e dall’interno ci svelano un po’ di retroscena
Trani - lunedì 26 marzo 2018
7.37
Ultima riunione al partito Democratico in salsa messicana piccante. Che poi la notizia non è tanto l'uscita anticipata "alla Sgarbi", di uno dei piccoli grandi vecchi del partito, in quanto un'iscritta, una nuova Duse, -poi vi spiego perché,- gli richiedeva giustamente di stringere i tempi nei discorsi e di non dilungarsi in sterili prediche, leggi pietose analisi del voto (Angòr? NDA).
La notizia è che il gruppo dei pochi ma ancora influenti (ahimè) vecchi, avrebbe tirato fuori la "genialata" dell'anno: "Non c'è bisogno della Segreteria, secondo il regolamento si può andare avanti anche solo col segretario (ed un vice di fiducia), più il direttivo". Scandalo in sala. Uno degli iscritti al partito ci confida che la maggior parte dei presenti non ha per nulla preso bene la "trovata" in questione – bastano il segretario ed il suo "Uomo del Monte", senza segreteria- in quanto, scandisce, "a cominciare dallo stesso segretario, la sua nomina è frutto di un accordo tra le varie anime del partito, renziana, emilianea ed orlandiana, ed ora si deve dare la giusta rappresentatività a quelle, nella segreteria".
"Settimane fa il segretario in carica chiese in verità delle rose di nomi, senza poi nominare nessuno" – continua il tesserato - "ma forse non ha capito che deve direttamente inserire chi gli viene segnalato, in quanto lui sta lì grazie agli accordi presi in concomitanza della sua nomina da quelle stesse persone". Un bell'intrigo che alla fine, conclude il tesserato "potrebbe portare, in caso di reiterata testardaggine da parte del segretario, alla inevitabile sfiducia dello stesso". Sullo sfondo di questa nuova ennesima "disfida" interna tra vecchie e nuove anime del partito, tra chi vuole continuare a far vivere quest'ultimo alla vecchia maniera e chi vorrebbe innovarlo, tra chi pretenderebbe uno schema verticistico e chi vorrebbe dare espressione alla varie voci attraverso una normale segreteria, una volta si chiamava "pluralismo", fanno quasi commuovere le voci di due giovani del PD: uno chiede che ci si confronti in modo anche aspro all'interno (e meno male: devono averlo preso alla lettera, tanto che la Duse, in modo teatrale, chiedeva a chi la rimproverava per aver fatto andare via sdegnato il piccolo grande vecchio, se volesse tirarle una sedia addosso ("che vuoi tirare una sedia anche a me? Dillo se vuoi tirare una sedia anche a me!"). Poi nessuna sedia è stata tirata anche perché non c'era il fantomatico Tre Mani ad intercettarla.
La Duse si riferiva ad un vecchi episodio che raccontammo puntualmente. Dicevamo che fanno quasi commuovere, in tale Torre di Babele, i giovani vecchi alla Di Tondo che auspicano che le discussioni restino all'interno della quattro mura del partito (immagine triste, ai limiti della claustrofobia) e quelli che come in una canzonicina dello Zecchino d'oro, come Vincenzo Semolino, gli fanno eco sperando in un "nuovo inizio".
Ma nell'era delle dirette streaming e della richiesta di trasparenza assoluta della politica, della partecipazione sempre più attiva della gente, qui c'è qualche giovane vecchio che si appella ancora al segreto delle quattro mura …? Mah. Il partito è rovesciato: i giovani come questi si aggrappano alle quattro mura, i vecchi (solo alcuni in verità, altri vogliono il vecchio verticismo) dicono papale papale : "Ma lo volete capire che i tempi sono cambiati e non possiamo intendere ancora il partito come un luogo con obbligo di frequenza, come quando, anni fa, si veniva per venire a vedere la televisione, in quanto non tutti l'avevano a casa?". O, aggiungiamo noi, a giocare a Tresette.
Vivacchia male e striscia anemico, nella pozzanghera della politica tranese e della sua incapacità di fare almeno un mezzo passo avanti, il partito di maggioranza che avrebbe dovuto fare da traino alla locomotiva lenta e piena di fumi, del governo Bottaro, e che invece si vede solo per fare qualche diretta a Retequattro in un truce passaggio con Del Debbio ed un penta stellato che ha maramaldeggiato per l'occasione o quando ci si approssima a rimpastini e nomine di ieri (hanno voluto assessorati ma qui si vede poco o nulla) e di domani: si rivendicano ancora assessorati, tipo quello alla Pubblica Istruzione, come già raccontato, ma con quali curriculum o quali prospettive? Dopo quasi tre anni di amministrazione di centro-sinistra non si può vedere il partito "asse portante" del sindaco ridotto così. O resettano o sono destinati ad enrtare nell'agonia finale degli ultimi due anni di governo Bottaro, per poi prepararsi ad una lunga era all'opposizione. Altro che nuove candidature in vista di Trani 2020 di cui già qualcuno comincia a parlare o pensierini vari di Primarie e baloccate varie. Il pagamento del conto si avvicina. Il resto, mancia (leggi speranze in Emiliano od Orlando o qualche altro capetto che nella loro visione dovrebbe pensarli di notte e di giorno).
La notizia è che il gruppo dei pochi ma ancora influenti (ahimè) vecchi, avrebbe tirato fuori la "genialata" dell'anno: "Non c'è bisogno della Segreteria, secondo il regolamento si può andare avanti anche solo col segretario (ed un vice di fiducia), più il direttivo". Scandalo in sala. Uno degli iscritti al partito ci confida che la maggior parte dei presenti non ha per nulla preso bene la "trovata" in questione – bastano il segretario ed il suo "Uomo del Monte", senza segreteria- in quanto, scandisce, "a cominciare dallo stesso segretario, la sua nomina è frutto di un accordo tra le varie anime del partito, renziana, emilianea ed orlandiana, ed ora si deve dare la giusta rappresentatività a quelle, nella segreteria".
"Settimane fa il segretario in carica chiese in verità delle rose di nomi, senza poi nominare nessuno" – continua il tesserato - "ma forse non ha capito che deve direttamente inserire chi gli viene segnalato, in quanto lui sta lì grazie agli accordi presi in concomitanza della sua nomina da quelle stesse persone". Un bell'intrigo che alla fine, conclude il tesserato "potrebbe portare, in caso di reiterata testardaggine da parte del segretario, alla inevitabile sfiducia dello stesso". Sullo sfondo di questa nuova ennesima "disfida" interna tra vecchie e nuove anime del partito, tra chi vuole continuare a far vivere quest'ultimo alla vecchia maniera e chi vorrebbe innovarlo, tra chi pretenderebbe uno schema verticistico e chi vorrebbe dare espressione alla varie voci attraverso una normale segreteria, una volta si chiamava "pluralismo", fanno quasi commuovere le voci di due giovani del PD: uno chiede che ci si confronti in modo anche aspro all'interno (e meno male: devono averlo preso alla lettera, tanto che la Duse, in modo teatrale, chiedeva a chi la rimproverava per aver fatto andare via sdegnato il piccolo grande vecchio, se volesse tirarle una sedia addosso ("che vuoi tirare una sedia anche a me? Dillo se vuoi tirare una sedia anche a me!"). Poi nessuna sedia è stata tirata anche perché non c'era il fantomatico Tre Mani ad intercettarla.
La Duse si riferiva ad un vecchi episodio che raccontammo puntualmente. Dicevamo che fanno quasi commuovere, in tale Torre di Babele, i giovani vecchi alla Di Tondo che auspicano che le discussioni restino all'interno della quattro mura del partito (immagine triste, ai limiti della claustrofobia) e quelli che come in una canzonicina dello Zecchino d'oro, come Vincenzo Semolino, gli fanno eco sperando in un "nuovo inizio".
Ma nell'era delle dirette streaming e della richiesta di trasparenza assoluta della politica, della partecipazione sempre più attiva della gente, qui c'è qualche giovane vecchio che si appella ancora al segreto delle quattro mura …? Mah. Il partito è rovesciato: i giovani come questi si aggrappano alle quattro mura, i vecchi (solo alcuni in verità, altri vogliono il vecchio verticismo) dicono papale papale : "Ma lo volete capire che i tempi sono cambiati e non possiamo intendere ancora il partito come un luogo con obbligo di frequenza, come quando, anni fa, si veniva per venire a vedere la televisione, in quanto non tutti l'avevano a casa?". O, aggiungiamo noi, a giocare a Tresette.
Vivacchia male e striscia anemico, nella pozzanghera della politica tranese e della sua incapacità di fare almeno un mezzo passo avanti, il partito di maggioranza che avrebbe dovuto fare da traino alla locomotiva lenta e piena di fumi, del governo Bottaro, e che invece si vede solo per fare qualche diretta a Retequattro in un truce passaggio con Del Debbio ed un penta stellato che ha maramaldeggiato per l'occasione o quando ci si approssima a rimpastini e nomine di ieri (hanno voluto assessorati ma qui si vede poco o nulla) e di domani: si rivendicano ancora assessorati, tipo quello alla Pubblica Istruzione, come già raccontato, ma con quali curriculum o quali prospettive? Dopo quasi tre anni di amministrazione di centro-sinistra non si può vedere il partito "asse portante" del sindaco ridotto così. O resettano o sono destinati ad enrtare nell'agonia finale degli ultimi due anni di governo Bottaro, per poi prepararsi ad una lunga era all'opposizione. Altro che nuove candidature in vista di Trani 2020 di cui già qualcuno comincia a parlare o pensierini vari di Primarie e baloccate varie. Il pagamento del conto si avvicina. Il resto, mancia (leggi speranze in Emiliano od Orlando o qualche altro capetto che nella loro visione dovrebbe pensarli di notte e di giorno).

Ricevi aggiornamenti e contenuti da Trani 
.jpg)
.jpg)


j.jpg)



