Strettoia di Pozzo Piano
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Territorio

Un vincolo idrogeologico? Laurora (Pd) sulla strettoia di Pozzo Piano

La soluzione, realizzare delle grandi vasche di raccolta delle acque piovane

Un vincolo idrogeologico impedisce i lavori per l'allargamento della strettoia di via Pozzo Piano, per Tommaso Laurora, consigliere comunale del Partito Democratico, questa rappresenta una "novità" assoluta di cui non si era mai parlato nel corso degli anni.

«Se c'è un ufficio comunale ed un assessorato – dice Laurora - da cui non escono notizie ed iniziative è quello dell'area urbanistica, che comprende anche l'ufficio ambiente. Credo di non aver mai sentito parlare in questi anni né di politiche ambientali e né di politiche urbanistiche. È quindi con sorpresa che riscontro una uscita pubblica su testate giornalistiche del comitato di quartiere Pozzo Piano che riferisce su un incontro avuto con l'assessore Suzzi sul tema della strettoia di via Pozzo Piano. Il comitato riferisce che l'allargamento della strada non sarebbe possibile perché sulla strettoia insisterebbe un vincolo idrogeologico, che necessiterebbe di opere di mitigazione delle acque. Addirittura parrebbe che l'assessore Suzzi abbia riferito di un pericolo derivante da un possibile evento di picco di 30 cm di acqua sulla strada. Ma cos'è questo vincolo e da dove è scaturito l'assessore non lo ha detto, il che mi costringe ad intervenire.

Iniziamo con il riferire – continua Laurora - che la ipotesi dell'assessore è basata su uno studio che prevede la possibilità che un evento eccezionale, ed al di fuori della normalità, avvenga in un lasso di tempo pari a trecento anni. Si tratta quindi di una ipotesi remota e teorica, ancor più quando si verifica lo stato dei luoghi. In pratica via Martiri di Palermo scende da via Capirro, sino a quando incontra un dosso che devia le acque in un terreno privato all'interno dello svincolo della S.S. 16 bis - innesto per Bari. In caso di evento "eccezionale veramente" queste acque dovrebbero attraversare l'ostacolo costituito dalla S.S. 16 bis e, attraversando i suoli, arrivare a sbattere contro il rilevato della sede ferroviaria, per arrivare sino al sottopasso ferroviario. Come tutti possono riscontrare in corrispondenza del sottopasso c'è un compluvio delle acque, che arrivano sia da via Martiri di Palermo e sia da via Falcone e da via Borsellino. In occasione dell'evento "eccezionale veramente" le acque dovrebbero superare la contropendenza che esiste fra il compluvio del sottopasso ferroviario e la strettoia di via Pozzopiano ed invadere l'area per trenta cm di altezza d'acqua. L'acqua dovrebbe invade anche tutta la strada via Martiri di Palermo, proseguire su Via Venezia coinvolgendo tutte le aree laterali, la scuola materna e tutti i fabbricati realizzati sul percorso. Insomma l'apocalisse!

Ovviamente tutti possono ritenere che si tratti di uno scenario irreale, ma è quello che emerge da uno studio teorico presentato da alcuni privati, e che è stato purtroppo approvato tal quale dalla giunta comunale, senza operare alcuna valutazione critica, e quindi successivamente trasmesso alla Autorità di Bacino che lo ha approvato istituendo il vincolo. L'amministrazione Riserbato, in sostanza, ha ottenuto da un privato lo studio del reticolo idrogeologico, non lo ha analizzato, lo ha condiviso approvandolo e lo ha trasmesso per far apporre il vincolo. Ma la cosa più grave è che questa operazione è passata sulla testa dei cittadini tranesi che non hanno avuto modo di esserne informati attraverso una pubblicazione preventiva alla cittadinanza, anche per mezzo di manifesti, in modo che chiunque avrebbe potuto presentare osservazioni o controdeduzioni. Molti cittadini lo hanno scoperto dopo, (c'è ancora chi non sa nulla) come del resto lo stesso comitato che oggi apprende di questa situazione. Come si risolve questo papocchio?

Una prima soluzione – insiste il consigliere - è che i cittadini ricorrano al Tribunale delle Acque Pubbliche della Repubblica Italiana. Ma vi immaginate oggi quali siano i costi dei legali per tali ricorsi oltre ai costi tecnici per le valutazioni della veridicità delle previsioni? Nessuno lo farà mai. Meglio tenersi il vincolo "ringraziando" col pensiero gli attuali amministratori. Una seconda soluzione è attendere che il Comune di Trani risolva il problema dal punto di vista infrastrutturale. Per tale soluzione pare che l'assessore all'urbanistica abbia dichiarato che entro dicembre 2014 verrà conferito incarico non si sa esattamente per cosa; probabilmente per studiare come intercettare le "virtuali" acque dell'evento "eccezionale veramente" , e in pratica quelle più reali che normalmente scendono da monte.

La soluzione – conclude Laurora - appare chiara: occorre realizzare delle vasche di grande dimensione di raccolta delle acque piovane che raccolgano l'acqua lungo il percorso. Ma la soluzione è anche lontana nel tempo, sia perché necessariamente dovrebbero essere interessate aree che oggi sono ancora di proprietà privata e sia perché queste opere costano milioni di euro, e qui non si sa nemmeno se vogliono utilizzare risorse economiche per dare l'incarico. Vedrete che daranno il solito incarichino "sotto soglia" ad un professionista "di fiducia" per qualche studio di fattibilità che arriverà alle medesime conclusioni. Gli incarichi di progettazione di queste opere sono ben altra cosa».
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