Politica

Verdi: lettera aperta al presidente del consiglio

Di Gregorio scrive su termovalorizzatore e cave

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Comunale di Trani dai Verdi:

Leggendo le Sue dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, ciò che ritengo degno di attenzione non è la faziosità delle stesse, ritenendo oramai provato ed acclarato il Suo modus operandi, quanto meno inopportuno se non poco corretto di svolgere il ruolo istituzionale di garanzia e di imparzialità assegnatogli dal Consiglio Comunale ( né può ritenersi che un atteggiamento equilibrato e imparziale sia da tenersi solo nello svolgimento delle funzioni istituzionali, ma al contrario dovrebbe accompagnare ogni esternazione del Presidente del Consiglio), ma la loro assoluta superficialità e la pochezza dei contenuti.

Né alcuna considerazione merita il tono offensivo ed arrogante, nemmeno questo consono al ruolo istituzionale da Lei rivestito, che individua meglio il suddetto intervento come mera propaganda elettorale (di scarsa qualità, considerato i contenuti) e non quale contributo qualificato alla discussione apertasi in città su due argomenti di rilevante interesse ed importanza quale l'inceneritore ed il Parco dell'Alta Murgia.

Ed infatti da un autorevole esponente di Forza Italia, ci saremmo aspettati su due questioni così interessanti, un intervento pieno di contenuti ed argomentato con ragionamenti efficaci e utili quanto meno per aumentare il consenso "alle prossime scadenze elettorali", come Lei stesso ha affermato. Ma la lettura del Suo intervento, facilitata dalla sua (dell'intervento) inconsistenza, ci lascia delusi poiché dal Presidente del Consiglio Comunale ci saremmo aspettati ben altro contributo.

Avremmo preferito che avesse risposto, in maniera adeguata, ai tanti dubbi sollevati sull'inceneritore, senza parlare di "ostilità fuori luogo e fuorviante dell'opposizione", di "dissenso immotivato", di "ragazzini" e soprattutto avremmo preferito, anche per rispetto della voglia di conoscenza di tutti i cittadini, che avesse esposto le "tesi ampiamente condivise dall'intero universo scientifico e medico" ed indicato qual è la "scienza" che ha individuato nell'inceneritore la soluzione del problema dei rifiuti.
Ci aspettavamo, come accade in una discussione democratica e qualificata, una Sua esposizione di argomentazioni, se non tecniche, quanto meno specifiche e corrette a sostegno della Sua "voglia matta" di inceneritore; purtroppo per noi, che aspettavamo con ansia il Suo qualificato e autorevole intervento, ciò non è avvenuto.
Noi, invece, non avendo un approccio "laico" del problema dei rifiuti e delle cave, ma facendoci forti del ragionamento, dei dati, delle cognizioni scientifiche (questa volta individuate però), della volontà di informare i cittadini, delle argomentazioni tecniche etc. etc., avremmo preferito capire perché mentre la legge (art. 4 e art. 5 Decreto Lgsvo 5/2/1997 n. 22 c.d. Decreto Ronchi) - dice: "Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero. I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero." - invece nella nostra città si vogliono bruciare i rifiuti.

Dovrebbe spiegarci, perché continua a ripetere che chi non vuole l'inceneritore, preferisce la discarica, ( se dice che inquina, perché non vengono adottati i necessari provvedimenti?) e non a dire ad esempio quella che è invece la verità, che è stata ripetuta fino alla nausea e cioè che non si vogliono altre discariche, ma si vuole molto semplicemente che sia realizzata una seria raccolta differenziata dei rifiuti (oggi la percentuale dei rifiuti raccolti separatamente a Trani è circa del 3% ed in Puglia del 6% circa, mentre la legge prevedeva che si dovesse raggiungere una percentuale minima del 35%).

A tal proposito, sarebbe stato il caso di spiegare ai cittadini che il promesso avvio della raccolta differenziata sperimentale nella nostra città, non servirà allo scopo, perchè nell'inceneritore saranno bruciati i rifiuti di ben 18 comuni (Andria, Barletta, Corato, Ruvo, Terlizzi, Canosa, Molfetta, Bisceglie, Altamura, Cassano, Gravina, Grumo, Minervino,Poggiorsini, Santeramo in Colle, Spinazzola, e Toritto). Si corre il rischio di differenziare i nostri rifiuti per bruciare quelli degli altri.

La cosa più opportuna sarebbe stata quella di avviare immediatamente un servizio totale di raccolta differenziata che avrebbe comportato una riduzione dei rifiuti da smaltire (ricordiamo che più dell'80% dei rifiuti è risorsa riciclabile), l'incremento dei posti di lavoro (raccolta c.d. "porta a porta"), la riduzione della tassa pagata dai cittadini (trasformazione della tassa in tariffa), costi minori per lo smaltimento dei rifiuti, un guadagno per il Comune (vendita ai Consorzi Obbligatori del materiale recuperato – "materia prima seconda") ed infine la inesistenza di una qualsiasi necessità di costruire nel nostro territorio un mega impianto industriale pericoloso (inceneritore) che brucia i rifiuti riducendoli in energia, ma anche in tonnellate di fumi tossici ( però al di sotto dei limiti previsti dalla legge!) e ceneri velenose, da mettere in nuove discariche.

Infatti, sarebbe stato il caso di spiegare ai cittadini che l'inceneritore non chiude il ciclo dei rifiuti e non risolve il problema dello smaltimento degli stessi, perché produce ceneri (nella misura del 25 / 30%) altamente tossiche che dovranno essere smaltite in nuove discariche.

Ancora, sarebbe stato il caso di spiegare ai cittadini perché non si è preferito applicare il c.d. "principio di precauzione", al fine di tutelare la loro salute, in considerazione del fatto che l'inceneritore, come affermato in maniera univoca da tutti i tecnici, da tutti gli specialisti e dalle stesse aziende produttrici, immette nell'aria, sia pure in percentuali consentite dalla legge, fumi tossici (diossine, metalli pesanti, furani etc.); esistono studi scientifici (Studio Comba Istituto Nazionale della Salute; Studio Elliot P. ;London School of Igiene and Tropical Medicine, 2000 UK; Studio Knox Int. Epidemeology, 2000 U.K. ed altri) che attestano la tossicità delle sostanze emesse dagli inceneritori.

Invece, il Presidente del Consiglio e il suo Sindaco (quello formalmente eletto) condividono il "principio del rischio preventivato", secondo il quale i fumi, "pochi" ma pur sempre tossici, negli anni diventano fonte evidente di danno alla salute umana, ma sono il prezzo da pagare al progresso ed all'aumentare continuo dei rifiuti da smaltire: come se non esistessero reali e sostenibili alternative al sistema di incenerimento, sia pur meno redditizie.

Avremmo preferito che fosse stato spiegato ai cittadini come mai gli Stati Uniti, la Germania (dove portiamo a bruciare i nostri rifiuti, perché in quella nazione hanno raggiunto percentuali così alte di raccolta differenziata da non avere più rifiuti da bruciare e pertanto sono costretti ad importare i nostri) e il Giappone stanno chiudendo i loro termovalorizzatori (tutte notizie autorevoli e facilmente verificabili).
Avremmo voluto che fosse stato spiegato ai cittadini da chi e come saranno scelti i membri della decantata commissione di controllo inserita nel provvedimento di approvazione dell'inceneritore.

Avremmo voluto che fosse stato spiegato ai cittadini che l'economia della termovalorizzazione non ha senso: infatti, l'inceneritore produce energia, ma quella stessa energia verrà impiegata per produrre oggetti e confezioni fatti delle stesse materie prime (carta, cartone, plastica, gomma, tessuti, compost) che bruciando danno calore e energia. Solo a titolo esemplificativo, per produrre una tonnellata di carta cellulosa vergine occorrono 15 alberi, 450.000 litri di acqua e circa 8000 kWh di energia elettrica, per produrre invece una tonnellata di carta riciclata, oltre alla carta proveniente da raccolta differenziata, bastano soltanto 1.800 litri di acqua e 2.700 kWh di energia. Allora è così conveniente l'inceneritore?

Avremmo voluto che fosse stato spiegato ai cittadini come mai lo stesso Ministro dell'Ambiente (di A.N.), è rimasto sconcertato alla notizia che nel Parco dell'Alta Murgia potranno continuarsi ad aprire cave. Come mai nel corso degli ultimi 15 anni, tanti ce ne sono voluti per istituire il Parco, nessuno mai ha sollevato il problema dei lavoratori delle aziende del marmo? Dovrebbe spiegare caro "Presidente" perché solo dopo la nascita del Parco ed in vista delle prossime scadenze elettorali qualcuno ha mostrato interesse per la sorte dei lavoratori? Perché non è stato detto chiaramente sin dall'inizio di questa vicenda che si era contrari alla costituzione del Parco? Perché nessuno ha mai speso una voce per la sorte dei lavoratori, prima della nascita del Parco?

Avremmo voluto conoscere il punto di vista autorevole del Presidente del Consiglio Comunale di Trani su tutte queste questioni così delicate, ma evidentemente non è certo con questi contenuti, né con la forza delle idee e del ragionamento che Lei, intende presentarsi alle prossime regionali (a proposito la Sua affermazione era una minaccia o una promessa?). Noi, intanto, aspettiamo fiduciosi che prima o poi all'autorevolezza della carica corrisponda l'autorevolezza delle dichiarazioni che mal si concilia con lo scherno e l'offesa delle manifestazioni di pensiero altrui, effettuate nel pieno rispetto dei principi democratici tutt'ora vigenti nel nostro Paese.

Michele di Gregorio
Capogruppo Consiliare del Movimento dei Verdi

Massimo Caruso
Segretario Politico Federazione dei Verdi "Francesco Reggio" - Trani

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