Politica
6° provincia, per Ferrante (SDI) è un fallimento
«Una gestione politica contraddittoria e partigiana»
Trani - martedì 6 dicembre 2005
«Le recenti prese di posizione sul futuro assetto degli uffici all'interno della nuova provincia nascondono solamente l'incapacità degli organismi preposti all'adozione di una soluzione che contemperi le esigenze di tutti e non danneggi nessuno. Il dibattito-confronto è ormai degradato al limite di un assalto alla carovana dominato dalla irrazionale volontà di accaparrare il migliore e più ricco bottino possibile per il proprio campanile e neppure le ovvie dichiarazioni di circostanza riescono a nascondere la triste realtà del fallimento.
Una gestione politica contraddittoria e partigiana non è riuscita ad frenare le spinte campanilistiche azionate da gruppi o comitati non certo abilitati a formulare proposte, ma solo a generare ulteriore caos in un quadro istituzionale già di per sé assai confuso. Al comitato di coordinamento dei sindaci dei comuni interessati dal nuovo Ente era stato affidato il compito di proporre soluzioni sulla dislocazione degli uffici che di fatto anticipasse il compito a svolgersi dal nuovo consiglio provinciale e dagli altri organi a costituirsi.
Non ha senso parlare di una "via tranese" e neanche di una barlettana od andriese; avrebbe senso unicamente parlare della via della provincia BAT. Noi preferiremmo che le decisioni da prendersi sul futuro della provincia venissero partorite in loco e non sui tavoli del potere centrale dove, siamo certi, quelle stesse spinte campanilistiche che hanno bloccato le trattative locali cercherebbero di infiltrarsi per ottenere scelte dannosissime per il futuro della gente di questo territorio.
Non si può auspicare che la proposta venga fatta da un "notaio" di governo interessato unicamente a portare a termine l'incarico conferitogli portando una proposta al ministro che l'ha nominato; è auspicabile invece che il tavolo del coordinamento dei sindaci archiviate le ruggini personali, le spinte elettoralistiche e le scelte partigiane sia capace di formulare una proposta che sia la più condivisa e condivisibile possibile nell'interesse del territorio sperando che anche Trani, al pari degli altri comuni co-capoluogo , veda rispettate le proprie aspettative e la propria storia.»Fabrizio Ferrante
Segretario SDI Trani
Una gestione politica contraddittoria e partigiana non è riuscita ad frenare le spinte campanilistiche azionate da gruppi o comitati non certo abilitati a formulare proposte, ma solo a generare ulteriore caos in un quadro istituzionale già di per sé assai confuso. Al comitato di coordinamento dei sindaci dei comuni interessati dal nuovo Ente era stato affidato il compito di proporre soluzioni sulla dislocazione degli uffici che di fatto anticipasse il compito a svolgersi dal nuovo consiglio provinciale e dagli altri organi a costituirsi.
Non ha senso parlare di una "via tranese" e neanche di una barlettana od andriese; avrebbe senso unicamente parlare della via della provincia BAT. Noi preferiremmo che le decisioni da prendersi sul futuro della provincia venissero partorite in loco e non sui tavoli del potere centrale dove, siamo certi, quelle stesse spinte campanilistiche che hanno bloccato le trattative locali cercherebbero di infiltrarsi per ottenere scelte dannosissime per il futuro della gente di questo territorio.
Non si può auspicare che la proposta venga fatta da un "notaio" di governo interessato unicamente a portare a termine l'incarico conferitogli portando una proposta al ministro che l'ha nominato; è auspicabile invece che il tavolo del coordinamento dei sindaci archiviate le ruggini personali, le spinte elettoralistiche e le scelte partigiane sia capace di formulare una proposta che sia la più condivisa e condivisibile possibile nell'interesse del territorio sperando che anche Trani, al pari degli altri comuni co-capoluogo , veda rispettate le proprie aspettative e la propria storia.»Fabrizio Ferrante
Segretario SDI Trani
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