Cronaca
A Trani 350 tonnellate al giorno di rifiuti del barese
Vendola firma l’ordinanza. Riserbato non gradisce. Il conferimento a Trani per un periodo massimo di 6 mesi
Trani - giovedì 12 luglio 2012
9.33
Trani paga il fallimento regionale nel gestire l'emergenza rifiuti. Come annunciato, il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, ha firmato l'ordinanza con cui si stabilisce il conferimento a Trani per un periodo massimo di 6 mesi di 350 tonnellate al giorno di sopravaglio, i rifiuti pretrattati provenienti dai Comuni dei bacini Bari 4 e Bari 2, causa l'indisponibilità per lavori della discarica di Giovinazzo.
Adducendo motivazioni emergenziali e logiche di mutuo soccorso, la Regione ha fatto questa scelta: da venerdì in città i camion stanno scaricando nella nostra discarica questa notevole mole di rifiuti. La notizia è stata accolta con disappunto dal sindaco Gigi Riserbato: «Il presidente Vendola – dice – non solo non risponde alle richieste di chiarimenti in ambito sanitario ma continua imperterrito ad adottare una politica prevaricatrice nei confronti della città di Trani con atti ordinatori. Adesso decideremo il da farsi ma non nascondo il disappunto per questa scelta».
Parziale consolazione, il percepimento di una tariffa di ristoro ambientale leggermente più alta rispetto al passato: da 3 a 5 euro a tonnellata, il che significa oltre 50mila euro al mese. Ma i soldi, mai come in questo caso, non fanno la felicità.
Adducendo motivazioni emergenziali e logiche di mutuo soccorso, la Regione ha fatto questa scelta: da venerdì in città i camion stanno scaricando nella nostra discarica questa notevole mole di rifiuti. La notizia è stata accolta con disappunto dal sindaco Gigi Riserbato: «Il presidente Vendola – dice – non solo non risponde alle richieste di chiarimenti in ambito sanitario ma continua imperterrito ad adottare una politica prevaricatrice nei confronti della città di Trani con atti ordinatori. Adesso decideremo il da farsi ma non nascondo il disappunto per questa scelta».
Parziale consolazione, il percepimento di una tariffa di ristoro ambientale leggermente più alta rispetto al passato: da 3 a 5 euro a tonnellata, il che significa oltre 50mila euro al mese. Ma i soldi, mai come in questo caso, non fanno la felicità.