
Territorio
«Casa di riposo di Trani, basta con la politica degli annunci»
La della Cgil Bat da mesi attende un incontro con i vertici. «I vertici dell'ente trascurano la formazione del personale»
Trani - martedì 12 aprile 2011
10.21
«Come per incanto si è interrotto il silenzio sulle sorti della casa di riposo Vittorio Emanuele II di Trani». Commenta con stupore Liana Abbascià, segretaria della Funzione Pubblica Cgil Bat, le dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione dal presidente del Consiglio di Amministrazione, Giovanni Abbattista il quale annunciava che «i problemi nella casa di riposo ci sono, ma non si chiude e la nuova sede si farà». Queste dichiarazioni seguivano di poche ore le parole del coordinatore territoriale della Federazione Lavoratori Pubblici, Michele Giuliano che denunciava il fatto, sottolineato più volte anche dalla Fp Cgil Bat, che per il futuro della casa di riposo e dei dipendenti della Vittorio Emanuele II si fosse imboccata solo la strada degli annunci. Fatti non ce ne sono mai stati.
«Le parole di Abbattista – prosegue la Abbascià – ci hanno sorpreso perché per troppo tempo l'intero Consiglio d'Amministrazione ha scelto quale unica risposta alle nostre innumerevoli istanze di incontro il silenzio. Per la cronaca, l'ultimo incontro tra le organizzazioni sindacali ed i vertici della casa di riposo risale al settembre del 2010. L'ennesima richiesta – dice la segretaria della Fp Cgil Bat – è del mese di marzo scorso. Anche in quella occasione siamo stati completamente ignorati».
La Funzione Pubblica Cgil Bat chiede di incontrare il Consiglio d'Amministrazione della Vittorio Emanuele II per individuare soluzioni condivise agli annosi problemi dei dipendenti della casa di riposo che da tempo non vedono riconosciute le indennità di retribuzione che gli spettano di diritto come quella, per esempio, sulla turnazione o sull'adeguamento contrattuale degli anni precedenti. «Non solo: i vertici dell'ente - si legge - trascurano aspetti importanti come la formazione e l'aggiornamento professionale del personale. I lavoratori vivono ogni giorno in una generale disorganizzazione».
«Eppure – conclude Liana Abbascià – ad una prestazione lavorativa più adeguata potrebbe corrispondere certamente una qualità più alta di servizio offerto, favorendo un serio e certo rilancio delle attività della casa di riposo di Trani. Non basta costruire una nuova struttura per accogliere gli anziani, per rilanciare la struttura e per motivare i lavoratori basterebbe impostare corrette relazioni tra le persone ancor prima che tra A.s.p ed organizzazioni sindacali e garantire l'applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro».
«Le parole di Abbattista – prosegue la Abbascià – ci hanno sorpreso perché per troppo tempo l'intero Consiglio d'Amministrazione ha scelto quale unica risposta alle nostre innumerevoli istanze di incontro il silenzio. Per la cronaca, l'ultimo incontro tra le organizzazioni sindacali ed i vertici della casa di riposo risale al settembre del 2010. L'ennesima richiesta – dice la segretaria della Fp Cgil Bat – è del mese di marzo scorso. Anche in quella occasione siamo stati completamente ignorati».
La Funzione Pubblica Cgil Bat chiede di incontrare il Consiglio d'Amministrazione della Vittorio Emanuele II per individuare soluzioni condivise agli annosi problemi dei dipendenti della casa di riposo che da tempo non vedono riconosciute le indennità di retribuzione che gli spettano di diritto come quella, per esempio, sulla turnazione o sull'adeguamento contrattuale degli anni precedenti. «Non solo: i vertici dell'ente - si legge - trascurano aspetti importanti come la formazione e l'aggiornamento professionale del personale. I lavoratori vivono ogni giorno in una generale disorganizzazione».
«Eppure – conclude Liana Abbascià – ad una prestazione lavorativa più adeguata potrebbe corrispondere certamente una qualità più alta di servizio offerto, favorendo un serio e certo rilancio delle attività della casa di riposo di Trani. Non basta costruire una nuova struttura per accogliere gli anziani, per rilanciare la struttura e per motivare i lavoratori basterebbe impostare corrette relazioni tra le persone ancor prima che tra A.s.p ed organizzazioni sindacali e garantire l'applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro».