Vita di città
Fra "TopoTari" e complessi di colpa, finisce l'estate tranese
A distanza di un anno stessa piazza, stesso roditore in una città "tutta da rifare"
Trani - lunedì 24 settembre 2018
Anche questa estate 2018, come quella 2017 termina con la foto di un topo abbastanza grande e immortalato in pieno centro cittadino. Sempre piazza della Repubblica. Insomma per quest'anno non cambiare, stessa piazza, stesso topo. Il fatto della corrispondenza di luogo e soggetto roditore non ci sembra una semplice coincidenza a questo punto, ma ancora una una volta, é simbolo della cattiva tenuta sul fronte igienico della città. L'anno scorso il topo cadde letteralmente da un albero sulla testa di una povera malcapitata. Il figlio di quest'ultima si affretto' a contattarci e ne demmo prontamente notizia. Quest'anno il topo è stato sorpreso direttamente per strada, a due passi dal marciapiede, come potete vedere dalla foto pubblicata.
Intanto, rispetto alla colpe primarie di questa amministrazione, tra igiene stradale, caos parcheggi, situazione ambientale sempre sospesa tra noto e ignoto, tra il fatto ed il da farsi, sembra che i rattoppi di qualche strada, qualche concerto estivo e l'ultima passerella di autori e professori a palazzo Beltrani, suonino più come moti di un animo in colpa, pezze a colori, lavaggi di coscienza sporca, dinanzi ad un città che continua a regredire ed a non proporre piani di rilancio a lungo termine, vere politiche turistiche e culturali, organizzazione dei servizi a 360 gradi. Resta, complice anche la situazione meterologica pesante, il topo Tari ricorrente (cioè padrone del campo, anzi della piazza, nonostante il nostro puntuale pagamento), i miasmi metifici ricorrenti pure loro e le incognite sul futuro della città, quell'atmosfera inquietante descritta magistralmente dallo scrittore francese Albert Camus nel famoso romanzo "La peste", che tra l'altro v'invito a leggere...
A questo punto, al di là delle giuste rimostranze e lamentele dei cittadini, ci sentiamo di dire che questo stato di cose non ci sembra rispettoso sia per i residenti intorno piazza della Repubblica, vessata periodicamente anche da lordure o guasti ricorrenti nei bagni pubblici, ma soprattutto per i commercianti che svolgono in quella zona le proprie attività e che pagano puntualmente una salata tassa annuale: la Tari. L'anno scorso facemmo presente che lo stato dei lecci di questa piazza, tra cocciniglia e manutenzione che lasciava a desiderare, favoriva anche l'occupazione abusiva delle famiglie di topi (pure loro... ormai è un vizio che hanno preso pure loro, vista l'impunità che regna sovrana). Ma qualche giorno fa abbiamo avvicinato Pinuccio Merra, responsabile comunale del verde, che ci ha assicurato che entro ottobre verrà attuato un ingente intervento di cura sui lecci di piazza della Repubblica, poiché quello è il periodo più adatto per portarlo avanti.Intanto, rispetto alla colpe primarie di questa amministrazione, tra igiene stradale, caos parcheggi, situazione ambientale sempre sospesa tra noto e ignoto, tra il fatto ed il da farsi, sembra che i rattoppi di qualche strada, qualche concerto estivo e l'ultima passerella di autori e professori a palazzo Beltrani, suonino più come moti di un animo in colpa, pezze a colori, lavaggi di coscienza sporca, dinanzi ad un città che continua a regredire ed a non proporre piani di rilancio a lungo termine, vere politiche turistiche e culturali, organizzazione dei servizi a 360 gradi. Resta, complice anche la situazione meterologica pesante, il topo Tari ricorrente (cioè padrone del campo, anzi della piazza, nonostante il nostro puntuale pagamento), i miasmi metifici ricorrenti pure loro e le incognite sul futuro della città, quell'atmosfera inquietante descritta magistralmente dallo scrittore francese Albert Camus nel famoso romanzo "La peste", che tra l'altro v'invito a leggere...