Scuola e Lavoro
Franzoni, in arrivo altri soldi dallo Stato. L'ira della Uil
«Emblema della politica del Mezzogiorno: ruberie e discriminazioni». Al danno si è aggiunta la beffa: 8 milioni di euro per la Franzoni in Bosnia
Trani - lunedì 18 luglio 2011
17.46
«Il caso della ex Franzoni Filati di Trani rappresenta l'emblema della politica degli investimenti nel Mezzogiorno, ormai imperniata sulle ruberie e sulla discriminazione nei confronti delle classi sociali più in difficoltà. E' uno sperpero di denaro pubblico sulle spalle dei lavoratori». Il segretario generale della Uil di Puglia e di Bari, Aldo Pugliese, non ha lesinato critiche nei confronti della Franzoni, l'azienda che nel 2007 ha chiuso lo stabilimento tranese, licenziando 130 lavoratori, nonostante avesse utilizzato fondi pubblici attraverso il ricorso alla 488. Come se non bastasse, al danno si è aggiunta anche la beffa. Esiste, infatti, una pratica presso il Ministero dello sviluppo che prevede lo stanziamento di 8 milioni di euro circa a favore della Franzoni per un investimento pubblico da realizzare in Bosnia.
«A questo punto - dice Pugliese - sarebbe davvero inaccettabile vedere finire altri fondi pubblici nella casse di un'azienda che ha licenziato 130 lavoratori e che non è disposta a investire sul territorio italiano. Il nostro obiettivo più immediato è cercare di estendere l'accordo di programma del tac del Salento anche alla Bat, per cercare di rilanciare un settore strategico per l'economia del nordbarese. Tuttavia occorre che le istituzioni, a cominciare dalla Regione Puglia, offrano una collaborazione fattiva e non si limitino, come fatto finora, ai meri proclami. La ex Franzoni è tuttora appetibile e non può essere lasciata agonizzare assieme alle tante famiglie che quotidianamente vivono lo spettro del licenziamento».
«A questo punto - dice Pugliese - sarebbe davvero inaccettabile vedere finire altri fondi pubblici nella casse di un'azienda che ha licenziato 130 lavoratori e che non è disposta a investire sul territorio italiano. Il nostro obiettivo più immediato è cercare di estendere l'accordo di programma del tac del Salento anche alla Bat, per cercare di rilanciare un settore strategico per l'economia del nordbarese. Tuttavia occorre che le istituzioni, a cominciare dalla Regione Puglia, offrano una collaborazione fattiva e non si limitino, come fatto finora, ai meri proclami. La ex Franzoni è tuttora appetibile e non può essere lasciata agonizzare assieme alle tante famiglie che quotidianamente vivono lo spettro del licenziamento».