Lia Parente
Lia Parente
Politica

Lia Parente: «Le voci fuori dal coro in una maggioranza, sono sinonimo di democrazia»

La riflessione della consigliera di maggioranza

Sono giorni che a suon di articoli e post sento un senso profondo di mortificazione, questo non per la forma lecita attraverso la quale ciascuno di noi ha il diritto sacrosanto di esprimersi, ma per un senso di appartenenza sincera che mi spinge ad esercitare in concreto, anche attraverso questo articolo, una funzione istituzionale per la quale sento grande responsabilità.

Quando ho deciso di candidarmi, convintamente per una amministrazione di sinistra e convintamente a sostegno di Amedeo Bottaro, mi sono chiesta: "Sono davvero consapevole della responsabilità che assumo nei confronti della mia città?".

La risposta è stata "si" e non solo per gli ideali che ciascuno di noi ha nella vita, ma perché sono sempre stata convinta del fatto che costanza e coerenza portino lontano e che l'obiettivo sarebbe stato procurare bene comune e la promozione completa della persona.

L'obiettivo, dunque, è chiaro e non può che essere tale dinanzi a tanta sofferenza, dinanzi al venir meno anche di beni di prima necessità, dianzi all'agonia economica e sanitaria che stiamo vivendo, mentre noi? Noi dovremmo solo rimboccarci le maniche ed esercitare il ruolo amministrativo che abbiamo tanto desiderato.

Non mi arrenderò all'idea che la politica sia tempo perso, all'idea che "chi te lo fa fare", perché i giudizi positivi o negativi che siano, devono riguardare specifiche azioni umane, non la funzione della politica che non può vivere di sole degenerazioni, ma (chiamatemi illusa) deve vivere del suo senso più profondo, ovvero quello di agire per il bene collettivo.

Nella politica così come in qualsiasi altro ambito della vita, la differenza la fa l'uso che se ne fa e questo non è da imputare al sistema, ma al singolo che per se si assumerà le responsabilità dell'azione.

Per chi penserà che questa è un'azione in difesa di qualcuno o qualcosa, si lo è e lo è con convinzione. Io difendo il mio Sindaco, difendo la mia amministrazione, difendo chi ha creduto nella gestione della città da parte nostra e difendo chi riconosce che rivestire un ruolo istituzionale richiede competenze alte e la comprensione che all'interno di una stessa coalizione possano esserci rappresentanze di diversi interessi, attenzioni e sensibilità e che amministrare non significa dare priorità a qualcuno, ma fare sintesi.

Quando si fa sintesi, qualcosa devi portarlo dentro, qualcosa necessariamente resta fuori ed anche questo lo si riscontra in molti campi della vita, lasciamo fuori qualcosa tutte le volte che compiamo una scelta e se ciò che resta fuori non proferisce parola, noi non ce ne accorgiamo neanche di aver compiuto una precisa azione.

In questa sintesi ci sta che quanto si discute o si approva, possa non essere del tutto sovrapponibile a ciò che si vorrebbe, ma ritengo di poter concludere che le voci fuori dal coro in una maggioranza, sono sinonimo di democrazia, di menti pensanti e non lobotomizzate dal sistema che se fosse davvero un sistema che impone, non permetterebbe certo questo.

Teniamo botta ripartendo dalla mission che tutti noi abbiamo, concentrati nell'attività amministrativa e politica a tutela e nell'interesse della Bella Trani, proiettandola nel futuro e sapendo intercettare e utilizzare le risorse uniche e straordinarie del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Lia Parente, Consigliere Comunale
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