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Cronaca

Nessuna traccia di mangime nei taralli pugliesi sequestrati

Arriva l’esito delle analisi eseguite dall’Arpa Puglia. L'avvocato dell'azienda «i taralli della Fiore di Puglia sono ineccepibili sul piano della qualità»

Non è stata trovata alcuna traccia di mangime per cavalli nei taralli dell'azienda Fiore di Puglia. E' l'esito dei risultati eseguiti dall'Arpa Puglia in seguito al sequestro di 2.700 confezioni di taralli integrali eseguito nell'azienda di Corato due settimane fa dal Corpo Forestale dello Stato. A riferirlo è l'avvocato dell'azienda, Carmine Di Paola che sottolinea come «quanto prospettato in termini estremamente duri dal Comando Regionale Puglia del Corpo Forestale dello Stato attraverso il comunicato stampa del 5 ottobre - sottolinea il legale - ha subito una netta smentita ovvero non ha ricevuto conferma alcuna all'esito delle analisi effettuate dall'Arpa sui campioni finali rivenienti dal prodotto sequestrato alla azienda mia assistita».

Secondo quanto riferito dal Corpo forestale la crusca ad uso zootecnico contenuta nei taralli, era peraltro invasa da parassiti. «Il Corpo Forestale - evidenzia l'avvocato Di Paola che fornisce la documentazione sull'esito degli esami di laboratorio - ne ha parlato come dato acquisito per certo. Le analisi avrebbero dovuto verificare eventuali altre tossicità presenti nel prodotto. Ed invece è arrivata la sconfessione. Le analisi dell'Arpa hanno stabilito che "tutti i campioni di taralli esaminati sono esenti da larve e parassiti". Questo per il settore microbiotossicologico. Per quanto riguarda quello chimicotossicologico "tutti i campioni di prodotto sono a norma di legge e negative sono state le ricerche di metalli pesanti, conservanti, micotossine e fitofarmaci".

Per dirla in modo elementare ed ancora più comprensibile - conclude Di Paola - i taralli della Fiore di Puglia sono ineccepibili sul piano della qualità, quindi possono essere commercializzati e consumati in assoluta tranquillità. Il baillame creato sulla crusca utilizzata, secondo la versione della Fiore di Puglia al posto della segatura, unicamente per assorbire gli oli di scolo derivanti dal ciclo produttivo e le acque di risulta, si è così risolto in una piacevole riconferma della eccellenza della sua produzione. Non è tuttavia senza amarezza che si deve constatare come il Corpo Forestale abbia sì, nel suo comunicato stampa, fatto solo un generico riferimento ad una "nota ditta di prodotti da forno della provincia di Bari", ma abbia poi inserito nel circuito internet un video, girato durante le operazioni di sequestro, che riservava particolare attenzione visiva al marchio della Fiore di Puglia s.p.a.. Una tecnica di diffusione della notizia certo non condivisibile, perché in aperta violazione della riservatezza della indagine almeno sino al riscontro delle analisi. Che l'opinione pubblica conosca tutti gli aspetti, nessuno escluso, di questa sconcertante vicenda.»
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