Politica
Ospedale, anche Negrogno punta l’indice su chi non c'era
«Evidentemente è più chic fare incontri in conclave». Il vice segretario Fds attacca gli assenti in Consiglio comunale
Trani - lunedì 30 gennaio 2012
10.28
Nichi Vendola, l'assessore regionale alla sanità, un rappresentante dell'agenzia regionale sanitaria, ma non solo. Rino Negrogno, vice segretario della Federazione della Sinistra di Trani, attacca gli assenti in Consiglio comunale. Leggendo il comunicato, si coglierà come l'indice di Negrogno sia puntato anche su esponenti politici locali.
«Ultimamente – scrive Negrogno - preoccuparsi del popolo, della condizione dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani, dei figli, dei pensionati, degli anziani, dei malati, dei poveri è da persone con ideali desueti, obsoleti, inveterati, romantici. È più trend, anzi chic, occuparsi di banche, andamenti di borse, aerei da guerra, stipendi e pensioni di politici e dirigenti. Chiedere al popolo di decidere, consultarlo, coinvolgerlo, non lasciare il potere decisionale ai politici chiusi nelle loro stanze, fare referendum è da persone fantasiose, preconfezionate, dittatoriali. È più giusto incoronare re, attorniarsi di pochi nobili, eleggere papi o fare incontri in conclave (che deriva da cum clave e vuol dire stanza chiusa a chiave). Non presentarsi ad un incontro con il popolo per parlare non tanto dell'ospedale, non tanto dei medici e degli infermieri tranesi che si dice siano i più ciucci del mondo quindi è giusto chiudere l'ospedale, ma per ascoltare un popolo ferito nell'orgoglio, un popolo che, proprio perché ferito, non capisce certi fatti tecnico-scientifici e certe mancanze di fondi che mancano solo per l'ospedale di Trani. È più importante l'antipatia per un sindaco, il dispettuccio al sindaco maleducato».
Qualcuno ha asserito che la presenza o meno di un politico o di un assessore non cambiava il risultato. Negrogno non la pensa così: «Questo si può dire sempre e di tutti. Ma venire ad ascoltare il popolo, soprattutto per uno che proviene da certi ideali, da dove si urlava orgogliosi che la lotta e la rivoluzione devono partire dal basso, è una grave mancanza. Per i romantici naturalmente».
Negrogno si dice «spaventato dal fatto che ogni volta che qualcuno esprima la volontà di voler interpellare il popolo si fugga, si cerchino stratagemmi, astuti espedienti per non farlo. Conta più una parte di una parte di popolo che il popolo intero». «Sono sicuro che il popolo, libero da condizionamenti e soprattutto con la voglia di essere interpellato e di poter decidere la propria sorte e quella dei propri sovrani, premierà se stesso e castigherà gli assenti, i re e i nobili».
«Ultimamente – scrive Negrogno - preoccuparsi del popolo, della condizione dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani, dei figli, dei pensionati, degli anziani, dei malati, dei poveri è da persone con ideali desueti, obsoleti, inveterati, romantici. È più trend, anzi chic, occuparsi di banche, andamenti di borse, aerei da guerra, stipendi e pensioni di politici e dirigenti. Chiedere al popolo di decidere, consultarlo, coinvolgerlo, non lasciare il potere decisionale ai politici chiusi nelle loro stanze, fare referendum è da persone fantasiose, preconfezionate, dittatoriali. È più giusto incoronare re, attorniarsi di pochi nobili, eleggere papi o fare incontri in conclave (che deriva da cum clave e vuol dire stanza chiusa a chiave). Non presentarsi ad un incontro con il popolo per parlare non tanto dell'ospedale, non tanto dei medici e degli infermieri tranesi che si dice siano i più ciucci del mondo quindi è giusto chiudere l'ospedale, ma per ascoltare un popolo ferito nell'orgoglio, un popolo che, proprio perché ferito, non capisce certi fatti tecnico-scientifici e certe mancanze di fondi che mancano solo per l'ospedale di Trani. È più importante l'antipatia per un sindaco, il dispettuccio al sindaco maleducato».
Qualcuno ha asserito che la presenza o meno di un politico o di un assessore non cambiava il risultato. Negrogno non la pensa così: «Questo si può dire sempre e di tutti. Ma venire ad ascoltare il popolo, soprattutto per uno che proviene da certi ideali, da dove si urlava orgogliosi che la lotta e la rivoluzione devono partire dal basso, è una grave mancanza. Per i romantici naturalmente».
Negrogno si dice «spaventato dal fatto che ogni volta che qualcuno esprima la volontà di voler interpellare il popolo si fugga, si cerchino stratagemmi, astuti espedienti per non farlo. Conta più una parte di una parte di popolo che il popolo intero». «Sono sicuro che il popolo, libero da condizionamenti e soprattutto con la voglia di essere interpellato e di poter decidere la propria sorte e quella dei propri sovrani, premierà se stesso e castigherà gli assenti, i re e i nobili».