
Piazze vuote e politica silenziosa. Acute osservazioni di Gianni De Iuliis: "Dove sono finiti i comizi elettorali?"
Un sintomo della crisi democratica: l'addio al contatto "tattile" tra elettori e candidati, sostituito dallo storytelling e dal marketing sui social media
Dal Rito Pubblico alla "Performance" Digitale
Fino a non molto tempo fa, il comizio era un rito pubblico di mobilitazione e incontro diretto. Era l'occasione per i militanti e i semplici curiosi di partecipare attivamente, di esprimere animatamente l'approvazione o il dissenso in un rapporto "tangibile, afferrabile, quasi tattile" con i candidati. Come sottolinea il Professor De Iuliis, oggi, quel rapporto è svanito, sostituito da un dialogo filtrato e mediato. Il Filosofo registra un mutamento strutturale che stiamo vivendo:
- Sostituzione Spaziale: Le piazze reali sono state svuotate, cedendo il passo alle piazze virtuali dei social media.
- Politica dall'Alto: La costruzione politica non nasce più dalle istanze della base, ma si edifica attraverso "narrazioni mediate" (storytelling) e tecniche di marketing che privilegiano l'immagine e la performance individuale del leader.
Il Rischio per la Democrazia Partecipativa
L'assenza del comizio, avverte De Iuliis, è un indicatore di una trasformazione complessa che rischia di compromettere la qualità della democrazia partecipativa. Non si tratta di una "nostalgica concessione alla tradizione", ma della perdita di un importante spazio pubblico di confronto e costruzione politica. L'allontanamento dal confronto diretto porta con sé conseguenze sistemiche:
- Spersonalizzazione: Il dialogo mediato frammenta l'interazione, rendendo il rapporto tra rappresentante e rappresentato meno significativo e più volatile.
- Indebolimento del Voto: Se la politica si riduce a una performance su uno schermo, il cittadino si sente sempre meno coinvolto nel processo decisionale.
Il post social del prof. De Iuliis
Si è appena conclusa un'altra campagna elettorale. Sono stati montati nelle piazze alcuni palchi. Ma sugli stessi palchi non è salito nessuno e quelle piazze sono rimaste desolatamente, mestamente e tristemente vuote.
Fino a qualche tempo fa su quei palchi i candidati e in genere i politici interessati tenevano i comizi. E le piazze erano piene: militanti, simpatizzanti o semplici curiosi partecipavano animatamente, esprimendo il proprio dissenso o la propria approvazione. I comizi erano il cuore pulsante delle campagne elettorali, occasioni di incontro diretto e mobilitazione di massa nelle piazze. Il comizio non era solamente un rito pubblico, ma anche uno spazio simbolico in cui le forze politiche esercitavano la loro capacità di aggregazione e comunicazione dal basso, in un rapporto tangibile, afferrabile, quasi tattile tra elettori e candidati. Lasciamo volentieri ai sociologi l'analisi delle diverse chiavi interpretative mediante cui leggere tale fenomeno – metamorfosi dell'agire politico, mutamenti culturali e istituzionali, variazione genetica della comunicazione, irruzione dei social media, frammentazione e velocità dei messaggi che altera sistematicamente l'interazione politica, personalizzazione delle campagne elettorali, indebolimento dei partiti di massa. Registriamo comunque il fatto che sembra scomparso il rapporto diretto e di massa, sostituito da un dialogo spesso mediato e personalizzato, ove le piazze reali sono sostituite dalle piazze virtuali. Pare che la politica non nasca più dal basso, ma si costruisca attraverso narrazioni mediate, storytelling e tecniche di marketing politico che privilegiano l'immagine e la performance individuale. Tutto ciò apre una riflessione sulla qualità della democrazia partecipativa. Il comizio non ha solo una valenza estetica, né rappresenta una nostalgica concessione alla tradizione. Anzi, la sua assenza è un indicatore di una trasformazione più complessa nella relazione tra rappresentanti e rappresentati, che rischia di spersonalizzare e frammentare ulteriormente lo spazio pubblico di confronto e costruzione politica. E forse di allontanare inesorabilmente masse sempre più numerose di cittadini dalle cabine elettorali.

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