Cronaca
Processo Fitch, la Procura chiede condanna a 9 mesi per analista
L'agenzia avrebbe anticipato il rating. Sentenza il 23 febbraio
Trani - giovedì 12 gennaio 2017
13.11 Comunicato Stampa
Una condanna a nove mesi di reclusione e 16mila euro di multa. È quanto ha chiesto oggi il Pm Michele Ruggiero, per l'analista di Fitch, David Willmoth Riley, imputato davanti al tribunale di Trani per manipolazione di mercato. In particolare avrebbe rilanciato - dal 10 al 18 gennaio 2012 - "indebiti annunci preventivi di imminente declassamento" dell'Italia, mai decretato ufficialmente dell'agenzia Fitch fino al 27 gennaio 2012 , "così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari". In particolare un'anticipazione avvenne durante la trasmissione Ballarò di Rai Tre, di cui Riley fu ospite il 17 gennaio.
L'ACCUSA - Durante l'udienza il pm ha sostenuto che nel 2011 l'Italia stava stava meglio degli altri Stati dell'Unione Europea, così come emerge dal documento di Stabilità finanziaria del nostro Paese. Per questo, stando a quanto dichiarato dal Pm Michele Ruggiero, «non c'erano i presupposti per il doppio declassamento (da A a BBB+, ndr) operato da Fitch nel gennaio 2012».
Il pm ha spiegato il comportamento di Fitch come finalizzato a «non perdere clienti, quote di mercato e non perdere la loro piccola egomonimia sul mercato delle informazioni finanziarie». «Hanno anticipato - ha proseguito - di un mese, per la voracita' e la ricerca di informazione aggiornate e fresche, la notizia nuova dell'imminente declassamento. Così facendo hanno violato il regolamento europeo, ricorrendo all'artificio di mascherare l'anticipazione come spiegazione del rating watch reso un mese prima. Ma così facendo provocavano negatività e volatilita sul mercato, mettendo ulteriormente a repentaglio l'integrita' dei mercati». «Queste logiche di mercato - ha concluso il magistrato - sono state perseguite sulla pelle degli italiani e l'Italia è un grande Paese».
Le parti civili (Adusbef, Federconsumatori e Acu) si sono associate alle richieste dell'accusa. I difensori Andrea Rossetti e Marco Calleri hanno chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste.
LA DIFESA - L'avvocato Rossetti ha sostenuto che «non esiste alcuna diffusione di notizie false». Sono state «trasferite al pubblico esclusivamente notizie vere». La norma incriminatrice - ha ricordato il legale - è legata solo alla falsità delle informazioni. «Il Tuf sancisce la punibilita' solo di chi diffonde notizie false», ha sottolineato. Non sussiste nemmeno l'ipotesi di insider trading (ovvero lo sfruttamento di informazioni non di dominio pubblico, la cui divulagazione avrà effetti nelle quotazioni di titoli), secondo il difensore, perché le informazioni rese sono state messe a disposizione di tutti. Sottolineata anche l'assenza di morente.
Il processo è stato aggiornato al 23 febbraio per la sentenza.
L'ACCUSA - Durante l'udienza il pm ha sostenuto che nel 2011 l'Italia stava stava meglio degli altri Stati dell'Unione Europea, così come emerge dal documento di Stabilità finanziaria del nostro Paese. Per questo, stando a quanto dichiarato dal Pm Michele Ruggiero, «non c'erano i presupposti per il doppio declassamento (da A a BBB+, ndr) operato da Fitch nel gennaio 2012».
Il pm ha spiegato il comportamento di Fitch come finalizzato a «non perdere clienti, quote di mercato e non perdere la loro piccola egomonimia sul mercato delle informazioni finanziarie». «Hanno anticipato - ha proseguito - di un mese, per la voracita' e la ricerca di informazione aggiornate e fresche, la notizia nuova dell'imminente declassamento. Così facendo hanno violato il regolamento europeo, ricorrendo all'artificio di mascherare l'anticipazione come spiegazione del rating watch reso un mese prima. Ma così facendo provocavano negatività e volatilita sul mercato, mettendo ulteriormente a repentaglio l'integrita' dei mercati». «Queste logiche di mercato - ha concluso il magistrato - sono state perseguite sulla pelle degli italiani e l'Italia è un grande Paese».
Le parti civili (Adusbef, Federconsumatori e Acu) si sono associate alle richieste dell'accusa. I difensori Andrea Rossetti e Marco Calleri hanno chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste.
LA DIFESA - L'avvocato Rossetti ha sostenuto che «non esiste alcuna diffusione di notizie false». Sono state «trasferite al pubblico esclusivamente notizie vere». La norma incriminatrice - ha ricordato il legale - è legata solo alla falsità delle informazioni. «Il Tuf sancisce la punibilita' solo di chi diffonde notizie false», ha sottolineato. Non sussiste nemmeno l'ipotesi di insider trading (ovvero lo sfruttamento di informazioni non di dominio pubblico, la cui divulagazione avrà effetti nelle quotazioni di titoli), secondo il difensore, perché le informazioni rese sono state messe a disposizione di tutti. Sottolineata anche l'assenza di morente.
Il processo è stato aggiornato al 23 febbraio per la sentenza.