Michele Ruggiero
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Cronaca

Processo S&P, la sentenza del Tribunale "riscatta" la Procura

I giudici: «Gli interventi dell'agenzia connotati da pregiudizio verso l'Italia»

Per il Tribunale collegiale di Trani, che nel marzo scorso ha assolto manager e analisti dell'agenzia di rating Standard & Poor's dall'accusa di manipolazione di mercato "...resta confermato il 'sospetto' che tutti gli interventi di S&P nei confronti dell'Italia - dal taglio dell'outlook del 21 maggio 2011 al doppio declassamento del 13 gennaio 2012 - siano stati connotati da sicuro pregiudizio, come riferito da esponenti qualificati del Tesoro e della Consob nel corso del dibattimento". E' quanto si legge nelle oltre 300 pagine di motivazioni della sentenza, depositata in questi giorni negli uffici di Palazzo Torres.

L'inchiesta del pm Michele Ruggiero sull'agenzia di rating S&P - partita da un esposto di Adusbef e Federconsumatori - ipotizzava che i cinque imputati avessero posto in essere "una serie di artifici" tanto nell'elaborazione quanto nella "diffusione" dei rating sul debito sovrano italiano, "concretamente idonei a provocare" la destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizi dell'Italia sui mercati finanziari; una sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato italiani e un indebolimento dell'euro. Al centro dell'inchiesta finì, in particolare, il doppio declassamento del debito sovrano dell'Italia (da A a BBB+) operato da S&P il 13 gennaio 2012. A conclusione del dibattimento i 5 tra ex manager e analisti dell'agenzia di rating S&P, accusati dalla Procura di Trani di manipolazione aggravata e continuata del mercato, vennero tutti assolti. In particolare per il doppio declassamento dell'Italia del 13 gennaio 2012 è stato assolto per non aver commesso il fatto l'ex presidente mondiale di Standard & Poor's, Deven Sharma; assolti perche' il fatto non costituisce reato l'allora responsabile per l'Emea, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer; tutti e cinque sono stati assolti anche per le residue contestazioni. Insussistente anche la responsabilita' amministrativa per la persona giuridica, ovvero la societa' S&P.

In merito al doppio declassamento dell'Italia, oggetto dell'inchiesta della Procura di Trani, il Tribunale collegiale (presidente Giulia Pavese) nelle motivazioni parla di "carattere erroneo dell'informazione ai mercati".

L'OPERATO DELL'AGENZIA - Nella sentenza, il Tribunale di Trani evidenzia come l'istruttoria dibattimentale abbia fatto emergere "gli intrecci tra azionisti, manager, analisti, dirigenti del Tesoro, banche di affari e agenzie di rating". Gli stessi giudici, però, sottolineano che il dibattimento non ha consentito di delinearne in maniera definita i confini, proprio per la 'reticenza manifestata da alcuni testi, i quali avrebbero avuto, invece, il dovere di fornire una più ampia e sincera collaborazione, frenata - sottolineano - o da interessi personali o da interessi di natura politica in un chiaro tentativo di frammentare le singole condotte, ostacolando l'accertamento dell'elemento soggettivo del reato e ancor prima ostacolando la riconduzione ad un disegno unitario di tutte le condotte, anche di quelle antecedenti l'azione di rating del 13 gennaio 2012, in un'ottica di pregiudizio per l'Italia, descritto dalla dirigente del debito pubblico Maria Cannata". Sebbene l'agenzia di rating e i suoi manager e analisti siano stati assolti, nella sentenza si sottolinea che "S&P non adottava misure idonee a prevenire che le azioni di rating potessero essere in qualche modo influenzate dal giudizio di analisti che versavano in conflitto di interesse".

La prova sarebbe data dalla testimonianza di Renato Panichi, responsabile per gli istituti di credito di S&P, che in una mail interna inviata poche ore prima del doppio declassamento dell'Italia aveva criticato i giudizi degli analisti dell'agenzia sull'affidabilità del sistema creditizio italiano, contestando loro di aver espresso giudizi contrari alla realtà sulle banche. La sua testimonianza anzi e' definita dai giudici "rilevante" anche "perchè chiarisce - scrivono ancora - il senso delle proprie mail, dettate dal fatto che l'indebitamento estero delle banche italiane, su base netta, non era elevato, essendo stimato in misura pari al 15%, al contrario di quanto rappresentato nel RU che egli aveva appena esaminato".

Infine, i giudici del Tribunale di Trani, rilevano come "l'informazione sul settore finanziario non corrispondente alla situazione reale, considerate le molte e rilevantissime funzioni del settore, ha certamente accresciuto la percezione di rischio da parte del mercato, determinando un aumento della volatilità e dello spread". Ricordando che "il settore finanziario, infatti, ha una stretta correlazione con l'andamento del debito pubblico perchè le banche detengono un'alta quota del debito pubblico" e che "all'epoca le banche erano i principali detentori del debito pubblico".

LE MOTIVAZIONI DELL'ASSOLUZIONE - Per gli imputati dell'agenzia di rating Standard & Poor's "rimane il dubbio della sussistenza del dolo". Con questa motivazione il Tribunale di Trani ha assolto gli ex manager e analisti dell'agenzia di rating S&P: l'ex presidente Deven Sharma, l'allora responsabile per l'Emea, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. "La irrilevanza penale - scrivono - delle condotte antecedenti al 13 gennaio (2012) e l'ambito circoscritto della rilevanza penale delle condotte correlate al doppio declassamento in esame - che non depone per la sussistenza di una strategia aziendale - in mancanza di ulteriori elementi, non consentono a giudizio del Tribunale di affermare con certezza la sussistenza del dolo richiesta dalla norma incriminatrice". Anche l'agenzia è stata assolta dal Tribunale collegiale di Trani "essendo stata ritenuta - concludono - insussistente e, in parte residua, contraddittoria la prova della sussistenza dell'elemento soggettivo del reato presupposto della responsabilità amministrativa dell'ente, di manipolazione del mercato".

L'OPERATO DELLA PROCURA - Tra le pagine della sentenza i giudici, però, parlano di "corretto esercizio dell'azione penale da parte del pm". E anzi al pm e alla Procura di Trani "va, inoltre, attribuito il merito di aver portato all'attenzione del legislatore europeo la inadeguatezza del regolamento europeo 1060/2009 (quello sulle agenzie di rating", ndr)" e la necessità di "estendere la necessita' di estendere la disciplina regolamentare anche ai giudizi forniti dalle agenzie in chiave prospettica a medio e lungo termine".

Ora il pm Michele Ruggiero, che ha coordinato le indagini e rappresentato l'accusa per la Procura di Trani nel processo durato quasi due anni, potrebbe proporre appello. In mancanza, una volta passata in giudicato la sentenza, per le parti civili costituite nel processo - dalle associazioni ai singoli consumatori - sarebbe possibile procedere alle azioni risarcitorie in sede civile.
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