Politica
Soldi per l’occupazione in ospedale, Negrogno: «Vergogna»
Durante il suo sfogo raccolte le dichiarazioni contrarie di Santorsola e C. Laurora. Fa discutere la determina di pagamento di circa 2000 euro alla Made in Puglia
Trani - mercoledì 24 aprile 2013
20.11
Fa discutere la determina dirigenziale della prima ripartizione che ha previsto l'impegno spesa di circa 2000 euro ad un'azienda tranese (Made in Puglia) per alcuni servizi espletati durante il periodo di occupazione dell'ospedale di Trani. Rino Negrogno, apprezzata firma del nostro portale, davvero non ci sta.
«Una volta - scrive - quando si faceva occupazione, era una cosa seria, per certi versi pericolosa. Si occupavano le scuole, le università o le piazze, si occupava in bianco e nero non a colori. Potevi rimetterci i soldi e qualche volta la vita, non si affittavano i megafoni e i furgoni pubblicitari né si affidavano i servizi a ditte (s)conosciute. C'era l'autofinanziamento con cene e concerti, la preparazione dei manifesti e dei volantini, c'erano le notti passate con il ciclostile. Non arrivavano sorridenti il sindaco e la polizia per vegliare sull'occupazione, anzi, se la polizia arrivava erano botte e che botte. Una volta, quando si sognava di fare la rivoluzione, era una cosa che avevi nel cuore, mica ci voleva l'autorizzazione, ci rimettevi di tasca e di sangue tuo, mica chiedevi una determina della prima ripartizione».
«Ho sempre guardato con sorpresa e diffidenza questi nuovi militanti in giacca e cravatta – dice Negrogno - questi cortei ordinati che giunti a destinazione si sale sul balcone, si incolpano agli altri politici e ci si autoreferenzia. Dove erano prima? Che facevano quando danno si aggiungeva a danno in modo irreparabile? Poi, il balcone non è che abbia mai fatto una buona impressione. È così tanta la vergogna che si prova nel fare certe determine che utilizzano i soldi di tutti i cittadini e non solo quelli dei neo rivoluzionari occupatori di ospedali che, quando si parla della somma di 1977,14 euro impegnata per realizzare l'occupazione si eufemizza parlando di spese per feste, solennità civili e cerimonie. Quale festa? Quale solennità? La cerimonia in effetti c'è stata ma nel senso tranese del termine».
Negrogno ha deciso di improvvisarsi giornalista e di fare una domanda a qualche politico. A tiro gli sono capitati il consigliere Mimmo Santorsola (Sel) e Carlo Laurora (capogruppo Udc in Provincia). Siamo in un'era dove si paga tutto, si compra tutto, si compra anche l'occupazione? Oppure l'occupazione è diventata il corrispettivo, lo spettacolo per la propaganda? Queste le domande girate da Negrogno e queste le risposte. «Non mi è mai piaciuto speculare sulle disgrazie – ha detto Santorsola a Negrogno - e, per quanto riguarda l'ospedale, mi sono imposto di essere propositivo cercando di coinvolgere tutti, indistintamente tutti, nelle mie iniziative, anche quelle portate nelle sedi istituzionali. L'ospedale però, nelle mani della politica, ben lungi dall'essere un bene comune da proteggere e valorizzare, viene usato come un mostro da sbattere in prima pagina etichettato come casa della disperazione, mistificando la realtà a danno delle strutture ancora operanti nel San Nicola pellegrino, pur di ricavarne un giorno di visibilità. In occasione delle manifestazioni di protesta (perché l'occupazione è tutta un'altra cosa) ancora una volta si è pensato all'interesse personale e, in un momento in cui le persone trovano difficoltà enormi a soddisfare i bisogni minimi, in un momento in cui qualcuno si uccide spaventato dai debiti, in un momento così tragico per tutti, si spendono soldi per consensi, dimenticando, ancora una volta, che si tratta di soldi pubblici».
Quasi identiche risposte giungono a Negrogno da Carlo Laurora: «Sono anch'io sorpreso nell'apprendere questa notizia. L'occupazione ora si paga? Secondo quali criteri? Era una cosa strumentale e preparata politicamente! La spontaneità dei cittadini contrabbandata con azione propagandistica e i cui risultati, come era prevedibile, sono assolutamente negativi. Tutto di cattivo gusto:le parate, le parole ovvie e scontate e figuranti ignari usati e dimenticati».
«Naturalmente – conclude Negrogno - la domanda la rivolgo anche agli altri consiglieri ed al sindaco che, purtroppo, non ho incontrato».
«Una volta - scrive - quando si faceva occupazione, era una cosa seria, per certi versi pericolosa. Si occupavano le scuole, le università o le piazze, si occupava in bianco e nero non a colori. Potevi rimetterci i soldi e qualche volta la vita, non si affittavano i megafoni e i furgoni pubblicitari né si affidavano i servizi a ditte (s)conosciute. C'era l'autofinanziamento con cene e concerti, la preparazione dei manifesti e dei volantini, c'erano le notti passate con il ciclostile. Non arrivavano sorridenti il sindaco e la polizia per vegliare sull'occupazione, anzi, se la polizia arrivava erano botte e che botte. Una volta, quando si sognava di fare la rivoluzione, era una cosa che avevi nel cuore, mica ci voleva l'autorizzazione, ci rimettevi di tasca e di sangue tuo, mica chiedevi una determina della prima ripartizione».
«Ho sempre guardato con sorpresa e diffidenza questi nuovi militanti in giacca e cravatta – dice Negrogno - questi cortei ordinati che giunti a destinazione si sale sul balcone, si incolpano agli altri politici e ci si autoreferenzia. Dove erano prima? Che facevano quando danno si aggiungeva a danno in modo irreparabile? Poi, il balcone non è che abbia mai fatto una buona impressione. È così tanta la vergogna che si prova nel fare certe determine che utilizzano i soldi di tutti i cittadini e non solo quelli dei neo rivoluzionari occupatori di ospedali che, quando si parla della somma di 1977,14 euro impegnata per realizzare l'occupazione si eufemizza parlando di spese per feste, solennità civili e cerimonie. Quale festa? Quale solennità? La cerimonia in effetti c'è stata ma nel senso tranese del termine».
Negrogno ha deciso di improvvisarsi giornalista e di fare una domanda a qualche politico. A tiro gli sono capitati il consigliere Mimmo Santorsola (Sel) e Carlo Laurora (capogruppo Udc in Provincia). Siamo in un'era dove si paga tutto, si compra tutto, si compra anche l'occupazione? Oppure l'occupazione è diventata il corrispettivo, lo spettacolo per la propaganda? Queste le domande girate da Negrogno e queste le risposte. «Non mi è mai piaciuto speculare sulle disgrazie – ha detto Santorsola a Negrogno - e, per quanto riguarda l'ospedale, mi sono imposto di essere propositivo cercando di coinvolgere tutti, indistintamente tutti, nelle mie iniziative, anche quelle portate nelle sedi istituzionali. L'ospedale però, nelle mani della politica, ben lungi dall'essere un bene comune da proteggere e valorizzare, viene usato come un mostro da sbattere in prima pagina etichettato come casa della disperazione, mistificando la realtà a danno delle strutture ancora operanti nel San Nicola pellegrino, pur di ricavarne un giorno di visibilità. In occasione delle manifestazioni di protesta (perché l'occupazione è tutta un'altra cosa) ancora una volta si è pensato all'interesse personale e, in un momento in cui le persone trovano difficoltà enormi a soddisfare i bisogni minimi, in un momento in cui qualcuno si uccide spaventato dai debiti, in un momento così tragico per tutti, si spendono soldi per consensi, dimenticando, ancora una volta, che si tratta di soldi pubblici».
Quasi identiche risposte giungono a Negrogno da Carlo Laurora: «Sono anch'io sorpreso nell'apprendere questa notizia. L'occupazione ora si paga? Secondo quali criteri? Era una cosa strumentale e preparata politicamente! La spontaneità dei cittadini contrabbandata con azione propagandistica e i cui risultati, come era prevedibile, sono assolutamente negativi. Tutto di cattivo gusto:le parate, le parole ovvie e scontate e figuranti ignari usati e dimenticati».
«Naturalmente – conclude Negrogno - la domanda la rivolgo anche agli altri consiglieri ed al sindaco che, purtroppo, non ho incontrato».