Politica

Termovalorizzatore di Trani, mozione del centrodestra alla Regione

Costruirlo costa 5 milioni, non farlo potrebbe costare 190 milioni

«Costruire il termovalorizzatore di Trani sarebbe costato alla Regione Puglia 5 milioni di euro. Aver cambiato idea quando l'appalto era stato già aggiudicato, potrebbe costare dai 180 ai 190 milioni di euro, qualora all'azienda fosse riconosciuto il risarcimento danni richiesto. Oltre al danno di non averlo, quindi, anche la beffa di pagare i danni che ovviamente sarebbero pagati dai cittadini. Per questo con una mozione firmata da tutti i capigruppo del centrodestra, chiediamo che il Consiglio Regionale impegni il Presidente e la Giunta a revocare quanto prima la revoca dell'aggiudicazione dell'appalto di Trani e a dare corso alle procedure connesse all'attivazione dell'impianto».

Rocco Palese per Forza Italia, Michele Saccomanno per Alleanza Nazionale, Francesco Damone per La Puglia Prima di Tutto, Angelo Cera per l'Udc federata; Giammarco Surico del Gruppo Misto, Luigi Loperfido per Dc – Indipendenti – Autonomie, Enrico Santaniello per il Movimento delle Autonomie e Ignazio Zullo per l'Italia di Mezzo, hanno depositato questa mattina una mozione con cui riepilogano le vicende connesse al termovalorizzatore di Trani ma anche quelle degli altri due termovalorizzatori previsti dal Piano Fitto a chiusura del ciclo dei rifiuti nei 10 Bacini della Puglia, a Bari e a Brindisi.

«Il caso di Trani – spiegano i consiglieri – è gravissimo. Nel 2004 a conclusione delle gare, il Commissario per l'emergenza Fitto con decreto, aggiudicò l'appalto alla REA di Trani, associazione temporanea di imprese a maggioranza pubblica (Amet Trani 51%). Quell'appalto prevedeva un investimento complessivo di circa 97 milioni di euro, di cui solo 5 come cofinanziamento regionale tramite il Por Puglia, il resto a carico dell'azienda REA. A dicembre 2005 Vendola cambiò il Piano Fitto dicendo No ai termovalorizzatori e a giugno del 2006 revocò l'aggiudicazione. La Rea ovviamente non solo si è opposta ma ha anche chiesto al Commissario Vendola un risarcimento danni quantificato tra 180 e 190 milioni di euro. Se dovesse esserle concesso, alla Puglia non avere il termovalorizzatore costerebbe quindi 38 volte in più che averlo.
Così come – aggiungono i capigruppo – vanno anche ripetute le procedure per l'affidamento degli altri due termovalorizzatori previsti da quelle gare, a Bari e a Brindisi e vanno avviati gli adempimenti per la chiusura del ciclo dei rifiuti in 4 Bacini in cui ad oggi il ciclo è incompleto per vari motivi. Altrimenti al massimo tra un anno saremo nella stessa situazione della Campania (come peraltro ipotizzato oggi anche da Legambiente) e magari assisteremo anche qui al paradosso del Presidente della Regione e del ministro Pecoraro Scanio che si ricrederanno sui termovalorizzatori previsti e cercheranno di correre ai ripari quando sarà ormai troppo tardi.»

Ma i capigruppo vanno anche oltre: «La mozione ha due obiettivi: il primo che alla luce del disastro campano Vendola, Losappio e compagni si rendano conto che i termovalorizzatori sono l'unica soluzione; il secondo obiettivo è che votando questa mozione ogni consigliere regionale si assuma oggi la responsabilità di dire si o no ai termovalorizzatori, in modo tale che quando un domani dovessimo trovarci al disastro, saranno chiari nomi e cognomi dei responsabili. Infine, all'assessore Losappio che finge di non conoscere la differenza tra termovalorizzatori e inceneritori, consigliamo di tacere o… di studiare».


Termovalorizzatore di Trani - Revoca della revoca.
La Mozione dei consiglieri regionali Rocco Palese, Michele Saccomanno, Francesco Damone, Angelo Cera, Giammarco Surico, Luigi Loperfido, Enrico Santaniello, Ignazio Zullo
Premesso che:
  • Il 26 novembre del 2004 sul BURP della Regione Puglia viene pubblicato il Decreto di aggiudicazione delle gare per la realizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti della Regione Puglia, in riferimento al Piano dei Rifiuti – Fitto pubblicato sul BURP della Regione Puglia il 23/10/2002;
  • Il Piano suddivideva la Regione in dieci bacini. Mentre per quattro bacini si prevedeva lo smaltimento in discariche controllate e tecnologicamente compatibili con la salvaguardia del territorio e dell'ambiente, negli altri sei bacini si prevedeva la realizzazione di un impianto complesso, che poteva essere cdr o termovalorizzatore, onde consentire il definitivo superamento del problema. Il Piano quindi non prevedeva necessariamente la realizzazione di termovalorizzatori, ma si proponeva di richiedere al mercato le migliori soluzioni tecniche per lo smaltimento ed il riutilizzo dei rifiuti finalizzato alla chiusura del ciclo;
  • La commissione di gara, composta da tecnici, concluse i suoi lavori, scegliendo tre proposte che prevedevano impianti cdr, tre termovalorizzatori e quattro discariche quale soluzione tecnica per risolvere i problemi territoriali nei dieci bacini già individuati. Anche i risultati di gara vennero impugnati innanzi al giudice amministrativo che complessivamente – salvo un paio di eccezioni, giustificate da ragioni formali e non sostanziali- riconobbe la bontà dell'operato della struttura commissariale. Il 20 giugno 2005, il Tar Puglia rigettò la sospensiva dei bandi chiesta dai ricorrenti, e pronunciandosi nel merito, riconobbe la bontà dell'operato della struttura commissariale;
  • I tre termovalorizzatori previsti erano a Trani, Bari e Brindisi;
  • Per Bari e Brindisi, a causa di alcuni difetti nella procedura, non fu possibile procedere all'aggiudicazione dell'appalto. Bisognava quindi ripetere la procedura e procedere all'affidamento;
  • Per Trani invece la società Rea Trani (in ATI Noyvallesina Engineering spa, GEA srl e Amet spa) risultò aggiudicataria dell'impianto di termovalorizzazione con decreto N. 269 del 26/11/2004 del Commissario Delegato per l'Emergenza Rifiuti in Puglia;
  • E' opportuno sottolineare come la società aggiudicatrice, la REA, risulti a capitale di maggioranza pubblico, avendo l'azienda AMET Trani il 51% delle partecipazioni nella suddetta ATI;
  • Successivamente, con decreto N. 187 del 9/12/05, il nuovo Commissario Delegato per l'Emergenza Rifiuti, Nichi Vendola, ha adottato l'atto di aggiornamento completamento e modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, nel quale sconfessando quanto previsto nel precedente Piano, la struttura commissariale si diceva contraria alla realizzazione di termovalorizzatori sul territorio pugliese;
  • Con Decreto N. 137/CD, in data 26 giugno 2006, il Commissario Delegato Vendola, ha revocato l'aggiudicazione della gara per l'affidamento del pubblico servizio di gestione del sistema impiantistico complesso con recupero energetico del Bacino di utenza BA/1 e BA/4 alla Rea di Trani, adducendo come pretesto che le modifiche da lui apportate al Piano Rifiuti sono inconciliabili con la realizzazione di termovalorizzatori;
  • In seguito a tale revoca dell'aggiudicazione, la società REA di Trani ha presentato richiesta di risarcimento danni nei confronti del Commissario Delegato, quantificata in circa 190 milioni di euro, comprendenti danno emergente e lucro cessante;
  • Il Decreto di aggiudicazione dell'appalto N. 269 del 26 novembre 2004, prevedeva un investimento complessivo per la realizzazione del termovalorizzatore di Trani di euro 97.659.396, di cui 5 milioni di cofinanziamento pubblico, in attuazione della Misura 1.8 del Por Puglia 2000 - 2006;
  • Ne deriva che la costruzione del termovalorizzatore di Trani sarebbe costata alla Regione Puglia 5 milioni di euro, la revoca poterebbe costare circa 190 milioni di euro se dovesse essere riconosciuto all'azienda il diritto al risarcimento dei danni;
Il Consiglio Regionale impegna il Presidente e la Giunta Regionale
  • A revocare quanto prima la revoca dell'aggiudicazione della gara per la realizzazione del termovalorizzatore di Trani e a dare corso alle procedure connesse all'attivazione dell'impianto;
  • A riproporre gli atti e le procedure per la realizzazione degli altri due termovalorizzatori previsti dalle gare già concluse a Bari e Brindisi;
  • A dare corso agli adempimenti e alle procedure relativi alla conclusione del ciclo dei rifiuti nei 4 Bacini della Puglia in cui ad oggi il ciclo risulta ancora incompleto.
  • Termovalorizzatore
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