
Vita di città
"Trame d'assenza", ecco la raccolta di poesie del tranese Davide Uria
Stati d'animo, pensieri e denunce racchiusi in 55 componimenti
Trani - sabato 29 aprile 2017
11.04
Si chiama "Trame d'assenza" la silloge d'esordio del giovane poeta tranese Davide Uriah, pubblicata da AUGH! Edizioni. Classe 1987 e laureato presso l'Accademia delle Belle Arti di Bari, Davide fa della sua città natale, Trani, il luogo di riferimento per la sua evoluzione poetica. La sua carriera poetica inizia nel 2005 quando si aggiudica il terzo posto al Concorso Nazionale di Poesia: da quel momento in poi è tutto un percorso in salita che lo vede protagonista in importanti progetti, ospitate e collaborazioni, ultima fra queste con il Mart di Rovereto, all'interno dell'ufficio comunicazione del museo.
"Trame d'assenza" è la prima raccolta in formato cartaceo per Davide, frutto di un lavoro che dura da più di 10 anni. Al suo interno sono racchiusi ben 55 componimenti, riflesso di stati d'animo, pensieri e denunce nei confronti di un paese dove diventa sempre più complicato affermarsi, confrontarsi e crescere. Ovviamente, in questo stato di caos e confusione, la scrittura diventa il pretesto per evidenziare anche e sopratutto le bellezze della vita.
L'autore, nel parlare della sua opera, racconta: «L'assenza di qualcosa o di qualcuno ci spinge a riflettere e ci porta inevitabilmente a concentrarci su ciò che abbiamo, su quello che ci resta, noi stessi. L'assenza è divenuto il concetto chiave su cui lavorare, perché l'assenza crea un vuoto, una mancanza, non per forza intesa in termini negativi, piuttosto uno spazio libero da riempire. L'assenza è uno luogo bianco, vuoto. Uno spazio asettico, in cui perdersi per poi ritrovarsi, rinnovati e forse un po' più forti di prima. E' l'attesa e insieme la consapevolezza di una perdita, è il luogo di transito da una condizione a un'altra. E' silenzio che arriva sempre dopo la fine».
«In questa silloge di esordio Trame d'assenza – si legge invece nella prefazione a cura di Vincenzo Fava - Davide Uria si rivela come il poeta dell'abbandono, della nostalgia, della lotta interiore. La sua poesia ci trasmette la coscienza dell'esistere attraverso uno stile elegiaco, intimo e conflittuale ad un tempo. Nei versi che aprono la raccolta, e precisamente nella poesia Preludio, il giovane poeta ci spiega la sua poetica e il significato celato nelle sue parole, dense e simboliche, scavatrici di abissi e fautrici di incendi alimentati da un vento medianico. Il senso della fine, la percezione dell'ineluttabile, la disperazione che cerca la salvezza e una via d'uscita da un'impasse dolorosa sono i temi portanti dell'intero poemetto. La ricerca amletica di una soluzione risiede nel tentativo di immedesimarsi nella natura circostante, specchio di stati d'animo emozionali per trovare una cura "poetica" alle ferite di un passato tormentato e riscoprire quindi la luce che risiede dentro di sé». Ed infine scrive Fava: «Trame di assenza di Davide Uria è la narrazione in versi di un perdersi e di un ritrovarsi continuamente. È la storia di ogni lettore che riesce a immedesimarsi emotivamente nei luoghi interiori del poeta, profeta di se stesso e di tutto quello che accade nell'animo umano. Dagli abissi tenebrosi del dolore alla luce salvifica della vita: è il percorso di un riscatto che fa delle parole la propria guida, è lo svelamento dell'inconscio nel mistero sorprendente del pathos»
"Trame d'assenza" è la prima raccolta in formato cartaceo per Davide, frutto di un lavoro che dura da più di 10 anni. Al suo interno sono racchiusi ben 55 componimenti, riflesso di stati d'animo, pensieri e denunce nei confronti di un paese dove diventa sempre più complicato affermarsi, confrontarsi e crescere. Ovviamente, in questo stato di caos e confusione, la scrittura diventa il pretesto per evidenziare anche e sopratutto le bellezze della vita.
L'autore, nel parlare della sua opera, racconta: «L'assenza di qualcosa o di qualcuno ci spinge a riflettere e ci porta inevitabilmente a concentrarci su ciò che abbiamo, su quello che ci resta, noi stessi. L'assenza è divenuto il concetto chiave su cui lavorare, perché l'assenza crea un vuoto, una mancanza, non per forza intesa in termini negativi, piuttosto uno spazio libero da riempire. L'assenza è uno luogo bianco, vuoto. Uno spazio asettico, in cui perdersi per poi ritrovarsi, rinnovati e forse un po' più forti di prima. E' l'attesa e insieme la consapevolezza di una perdita, è il luogo di transito da una condizione a un'altra. E' silenzio che arriva sempre dopo la fine».
«In questa silloge di esordio Trame d'assenza – si legge invece nella prefazione a cura di Vincenzo Fava - Davide Uria si rivela come il poeta dell'abbandono, della nostalgia, della lotta interiore. La sua poesia ci trasmette la coscienza dell'esistere attraverso uno stile elegiaco, intimo e conflittuale ad un tempo. Nei versi che aprono la raccolta, e precisamente nella poesia Preludio, il giovane poeta ci spiega la sua poetica e il significato celato nelle sue parole, dense e simboliche, scavatrici di abissi e fautrici di incendi alimentati da un vento medianico. Il senso della fine, la percezione dell'ineluttabile, la disperazione che cerca la salvezza e una via d'uscita da un'impasse dolorosa sono i temi portanti dell'intero poemetto. La ricerca amletica di una soluzione risiede nel tentativo di immedesimarsi nella natura circostante, specchio di stati d'animo emozionali per trovare una cura "poetica" alle ferite di un passato tormentato e riscoprire quindi la luce che risiede dentro di sé». Ed infine scrive Fava: «Trame di assenza di Davide Uria è la narrazione in versi di un perdersi e di un ritrovarsi continuamente. È la storia di ogni lettore che riesce a immedesimarsi emotivamente nei luoghi interiori del poeta, profeta di se stesso e di tutto quello che accade nell'animo umano. Dagli abissi tenebrosi del dolore alla luce salvifica della vita: è il percorso di un riscatto che fa delle parole la propria guida, è lo svelamento dell'inconscio nel mistero sorprendente del pathos»

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