
Vita di città
Trani piange il professor Mimì di Palo, poeta e intellettuale della Città
Nel ricordo, anche la testimonianza commossa dello scrittore Rino Negrogno, suo allievo
Trani - venerdì 27 gennaio 2023
0.04
Un impegno intellettuale, culturale e civile quello del professor Domenico, Mimì, di Palo, morto ieri a Trani, nella città dove era nato nel 1935.
Di Palo non è stato soltanto un docente, guida preziosa per generazioni di tranesi, ma anche un insigne concittadino che ha rappresentato una voce considerevole, per la sua originalità culturale e per la creatività letteraria e poetica, nel panorama sociale tranese degli ultimi sessant'anni, nata da un amore per la poesia che si espresse in una bellissima tesi di laurea dedicata al poeta Lucano Rocco Scotellaro.
Il suo impegno nell'insegnamento, esercitato nel periodo iniziale con le peregrinazioni di rito in varie cittadine della provincia pugliese è poi approdato dal 1976 al 2000 al Liceo scientifico "Valdemaro Vecchi" di Trani. Il ricordo di un suo allievo, lo scrittore tranese Rino Negrogno, ne dipinge il valore:
Ci ha lasciati oggi, e per quanto mi riguarda con un grande senso di vuoto e di tristezza, il professor Domenico di Palo, detto Mimì. Era nato a Trani il 4 maggio 1935. Professore ordinario di Italiano e Latino, ha pubblicato diversi libri, e dopo aver insegnato per molti anni in varie scuole secondarie, dal 1976 al 2000 ha insegnato al Liceo scientifico "Valdemaro Vecchi" di Trani, dove nel 1985 è stato il mio professore.
A lui devo il mio grande amore per la cultura, in particolar modo per la letteratura, il mio amore per la giustizia e per l'uguaglianza sociale. È anche grazie a lui se oggi sono un uomo così come mi vedete.
Non era un professore come tanti, era uno di quelli convinti che tutti potessero raggiungere degli obiettivi e, soprattutto, era fermamente convinto che non bisognasse lasciare nessuno studente indietro, abbandonato a sé stesso. Riusciva, con i suoi metodi e la sua umanità, a trasferire in ognuno di noi la stessa fame di cultura che lui aveva.
Un giorno, di circa quarant'anni fa, il professore era intento a spiegare con tutta la sua solita passione il terzo canto dell'Inferno mentre noi chiacchieravamo distratti, poco interessati alle anafore del sommo poeta, ma lui imperterrito, senza mai guardare il libro, continuava a recitare con lo stesso fare di Gassman. A un tratto si erse sulla pedana di legno che era sotto la cattedra, aguzzò gli occhi come se avesse l'inferno a gran dispitto, e puntando l'indice verso di noi strepitò: Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo… Tutti noi ammutolimmo attoniti, trasecolati da quella minaccia senza via di scampo, lentamente volgemmo lo sguardo al professore che aveva ancora il suo indice puntato verso di noi, un'espressione soddisfatta, in silenzio scrutandoci, un silenzio che ancora non dimentico, e oggi ancor di più.
Poi proseguì con la spiegazione, e nessuno di noi, persino i più discoli come me, si distrasse ancora, continuò a parlarci di un'opera che, oggi, potrei dirvi a memoria: i vegno per menarvi a l'altra riva…
Proprio qualche giorno fa avevo inviato al figlio Pablo una foto del mio prossimo libro con la dedica per lui.
Un grande uomo, un grande professore. Non l'ho mai dimenticato e non lo dimenticherò mai.
L'impegno civile e culturale del professor di Palo si è anche espresso attraverso la collaborazione a giornali e riviste e nella cura editoriale e direzione di "Singolare/Plurale", periodico di critica e costume che, avvalendosi di collaborazioni qualificate, nella Puglia degli anni Ottanta del Novecento è stato un importante strumento di battaglie politiche e di riflessione letteraria.
Né va dimenticata la responsabilità del prof. di Palo rispetto alla rielaborazione storica e critica di alcuni momenti importanti della vita sociale e culturale della città di Trani. Il riferimento d'obbligo è gli scritti su Torquato Accetto, Valdemaro Vecchi, i fratelli Pàstina, alla cura del volume dedicato all'opera dell'artista tranese Ivo Scaringi e alla compilazione di un importante repertorio bio-bibliografico, La cultura del '900 a Trani. Un'altra forma letteraria con la quale si è cimentato il nostro concittadino è quella della narrativa: non si possono dimenticare le raccolte di racconti e soprattutto il romanzo Renato e i Giacobini, la narrazione delle atmosfere della provincia meridionale nei momenti salienti della seconda metà del secolo scorso. Nel 2015 presentò a trani la sua raccolta poetica "Versicula" , che come scrisse Gaetano Bucci nella prefazione, « è una sorta di minimalistica e originale "fenomenologia dello spirito" in cui l'autore, raccontando "con brevi e storte sillabe" se stesso, racconta di un tempo e del suo senso».
Di Palo non è stato soltanto un docente, guida preziosa per generazioni di tranesi, ma anche un insigne concittadino che ha rappresentato una voce considerevole, per la sua originalità culturale e per la creatività letteraria e poetica, nel panorama sociale tranese degli ultimi sessant'anni, nata da un amore per la poesia che si espresse in una bellissima tesi di laurea dedicata al poeta Lucano Rocco Scotellaro.
Il suo impegno nell'insegnamento, esercitato nel periodo iniziale con le peregrinazioni di rito in varie cittadine della provincia pugliese è poi approdato dal 1976 al 2000 al Liceo scientifico "Valdemaro Vecchi" di Trani. Il ricordo di un suo allievo, lo scrittore tranese Rino Negrogno, ne dipinge il valore:
Ci ha lasciati oggi, e per quanto mi riguarda con un grande senso di vuoto e di tristezza, il professor Domenico di Palo, detto Mimì. Era nato a Trani il 4 maggio 1935. Professore ordinario di Italiano e Latino, ha pubblicato diversi libri, e dopo aver insegnato per molti anni in varie scuole secondarie, dal 1976 al 2000 ha insegnato al Liceo scientifico "Valdemaro Vecchi" di Trani, dove nel 1985 è stato il mio professore.
A lui devo il mio grande amore per la cultura, in particolar modo per la letteratura, il mio amore per la giustizia e per l'uguaglianza sociale. È anche grazie a lui se oggi sono un uomo così come mi vedete.
Non era un professore come tanti, era uno di quelli convinti che tutti potessero raggiungere degli obiettivi e, soprattutto, era fermamente convinto che non bisognasse lasciare nessuno studente indietro, abbandonato a sé stesso. Riusciva, con i suoi metodi e la sua umanità, a trasferire in ognuno di noi la stessa fame di cultura che lui aveva.
Un giorno, di circa quarant'anni fa, il professore era intento a spiegare con tutta la sua solita passione il terzo canto dell'Inferno mentre noi chiacchieravamo distratti, poco interessati alle anafore del sommo poeta, ma lui imperterrito, senza mai guardare il libro, continuava a recitare con lo stesso fare di Gassman. A un tratto si erse sulla pedana di legno che era sotto la cattedra, aguzzò gli occhi come se avesse l'inferno a gran dispitto, e puntando l'indice verso di noi strepitò: Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo… Tutti noi ammutolimmo attoniti, trasecolati da quella minaccia senza via di scampo, lentamente volgemmo lo sguardo al professore che aveva ancora il suo indice puntato verso di noi, un'espressione soddisfatta, in silenzio scrutandoci, un silenzio che ancora non dimentico, e oggi ancor di più.
Poi proseguì con la spiegazione, e nessuno di noi, persino i più discoli come me, si distrasse ancora, continuò a parlarci di un'opera che, oggi, potrei dirvi a memoria: i vegno per menarvi a l'altra riva…
Proprio qualche giorno fa avevo inviato al figlio Pablo una foto del mio prossimo libro con la dedica per lui.
Un grande uomo, un grande professore. Non l'ho mai dimenticato e non lo dimenticherò mai.
L'impegno civile e culturale del professor di Palo si è anche espresso attraverso la collaborazione a giornali e riviste e nella cura editoriale e direzione di "Singolare/Plurale", periodico di critica e costume che, avvalendosi di collaborazioni qualificate, nella Puglia degli anni Ottanta del Novecento è stato un importante strumento di battaglie politiche e di riflessione letteraria.
Né va dimenticata la responsabilità del prof. di Palo rispetto alla rielaborazione storica e critica di alcuni momenti importanti della vita sociale e culturale della città di Trani. Il riferimento d'obbligo è gli scritti su Torquato Accetto, Valdemaro Vecchi, i fratelli Pàstina, alla cura del volume dedicato all'opera dell'artista tranese Ivo Scaringi e alla compilazione di un importante repertorio bio-bibliografico, La cultura del '900 a Trani. Un'altra forma letteraria con la quale si è cimentato il nostro concittadino è quella della narrativa: non si possono dimenticare le raccolte di racconti e soprattutto il romanzo Renato e i Giacobini, la narrazione delle atmosfere della provincia meridionale nei momenti salienti della seconda metà del secolo scorso. Nel 2015 presentò a trani la sua raccolta poetica "Versicula" , che come scrisse Gaetano Bucci nella prefazione, « è una sorta di minimalistica e originale "fenomenologia dello spirito" in cui l'autore, raccontando "con brevi e storte sillabe" se stesso, racconta di un tempo e del suo senso».