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Truffe reddito di cittadinanza, le precisazioni dell'avvocato di uno degli indagati

«Il mio assistito non è stato ancora condannato, se non dall'opinione pubblica»

A seguito del servizio andato in onda sulla Rai inerente l'inchiesta sulle truffe da reddito di cittadinanza che vede coinvolti una cinquantina di giovani tranesi e il conseguente articolo pubblicato su Traniviva (leggi qui) giunge in redazione la replica dell'avvocato di uno degli indagati e che riportiamo qui di seguito.

«Subito dopo il montaggio del servizio giornalistico - scrive l'avvocato Angelo Scuderi alla redazione di TraniViva - mandato in onda nella trasmissione "Avanti Popolo" trasmessa sui canali nazionali ed avendo la Vs. pregiata testata giornalistica riportato, giustamente, per intero il contenuto del medesimo servizio giornalistico mi preme evidenziare, quale difensore del soggetto definito sarcasticamente "senza fissa dimora e percettore del r.d.c." che per quanto riguarda il giovane soggetto addirittura ricercato presso l'abitazione dei genitori dall'inviato (sì da apparire riconoscibile ai più), anche verso lo stesso, come nei riguardi di tutti gli indagati e/o imputati, vige il sacrosanto principio di innocenza così come definito dalla giurisprudenza nazionale e sovranazionale.

Allo stato il procedimento penale è addirittura nella fase, seppur conclusiva, delle indagini preliminari ragion per la quale nessun giudice terzo è stato chiamato, almeno fino ad ora, a delibare neanche sommariamente la legittimità o meno dell'eventuale ipotesi accusatoria del P.M. Dispiace, inoltre, che i soggetti coinvolti, e per quello che riguarda il mio assistito, debbano addirittura difendersi da due procedimenti: il primo, sommario e senza contraddittorio, di origine mediatica e poi, eventualmente, innanzi il giudice naturale precostituito per legge.

Si segnala, inoltre, per mero scrupolo di verità che, ad oggi, il procedimento penale al quale il servizio fa riferimento non è sfociato in nessuna richiesta di rinvio a giudizio da parte dello stesso P.M. e che, anche in ragione di tanto, la Vs. redazione che mi risulta essere stata sempre attenta ai diritti dei soggetti coinvolti nei procedimenti penali (dai quali è bene ricordarlo è fisiologico essere anche assolti) pubblichi la presente nota evidenziando che il soggetto coinvolto nella vicenda, reso potenzialmente riconoscibile ai terzi per la pubblicazione del proprio luogo di abitazione, non è stato ancora condannato, se non dall'opinione pubblica, ed anche ad esso va riconosciuto il diritto ad essere ritenuto innocente fino ad un'eventuale sentenza definitiva di condanna».
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