Inaugurazione uffici della Bat a Trani
Inaugurazione uffici della Bat a Trani
Territorio

Uffici Bat, le associazioni andriesi plaudono a Visibelli

Condivisi i motivi che hanno ispirato la presentazione dell'esposto. «Pronte a costituirci parte civile contro un Ente sprecone»

«Bravo Visibelli». Il cartello delle battagliere associazioni andriesi condividono i motivi che hanno ispirato il senatore tranese a presentare esposto in procura sul caso degli uffici della Bat recentemente inaugurati a Trani.

«Visibelli - scrivono le associazioni - è stato coerente. A febbraio del 2009, il senatore tranese fu ospite a Palazzo di Città, ad Andria, come inviato del sindaco di Trani Tarantini. In quella sede diede il proprio consenso, unitamente all'allora presidente della Provincia di Bari, Divella, e a tutti i sindaci dei Comuni della nuova Provincia, affinché Andria fosse individuata quale sede legale del nuovo Ente, basando i principi di tale scelta anche sul fatto che l'immobile ove è attualmente ubicata tale sede sono di proprietà dell'Ente, quindi a costo zero. E' notizia di questa giorni che Visibelli ha presentato un esposto alla procura di Trani e alla Corte dei Conti sulla questione relativa all'apertura di uffici provinciali in un immobile privato di Trani, cosa da noi ampiamente già contestata. Condividiamo tutte ragioni, tecniche e morali alla base dell'esposto e aggiungiamo: come mai si è proceduto ad affittare un immobile di tali enormi dimensioni (1900 metri quadrati, al costo di oltre 150 mila euro l'anno per il solo fitto per costi complessivi di oltre 500 mila euro l'anno) per il suo funzionamento senza aver preliminarmente verificato che tale immobile fosse strutturalmente idoneo ad uso ufficio pubblico? E' stato pubblicato un regolare bando pubblico per l'individuazione dell'immobile, secondo le esigenze e le necessità dell'Ente? Se tale bando è stato pubblicato, è stato previsto nel medesimo che i locali dovessero avere tutte le caratteristiche ed essere a norma per il loro uso ad uffici pubblici? Allora per quale ragione sono risultati idonei i locali di viale De Gemmis mentre l'assessore ai servizi sociali Carmelinda Lombardi si è pubblicamente scusata, proprio il giorno della frettolosa inaugurazione, per il fatto che l'edificio presenta delle barriere architettoniche? Da cosa dipende tutta questa fretta di inaugurare?».

Le associazioni affondano il colpo: «Come mai i comportamenti dei politici della Provincia Bat sono completamente differenti e opposti rispetto ai principi e alle direttive che i massimi esponenti istituzionali nazionali, presidente della Repubblica in primis, stanno dando ai pubblici amministratori ai fini di indirizzare l'azione politica al risparmio e alla buona gestione dell'Ente pubblico, privilegiando i principi di sobrietà e di restrizione dei costi? Ma prima di fare i politici e gli amministratori pubblici questi signori cosa facevano nella vita? Perché sia il sindaco di Barletta (Maffei) che quello di Trani (Tarantini) sono risultati assenti alle due inaugurazioni a Trani e a quella di Barletta? Voglio prendere le distanze da tali scelte sciagurate, spendaccione e dannose? Bene. Comunichiamo sin da ora a Roberto Visibelli la nostra disponibilità a costituirci parte civile nel procedimento ed invitiamo la magistratura ad avviare le indagini, immediatamente e senza riserva alcuna, in quanto c'è in ballo un interesse pubblico e collettivo a fronte di interessi privati e di parte».

Le associazioni tirano nuovamente in ballo il referendum per sopprimere sul nascere la nuova Provincia: «Invitiamo sin da ora il senatore Visibelli ad intervenire al dibattito pubblico che le nostre associazioni stanno organizzando per indire un referendum popolare ed uscire in tempo da questa trappola studiata a tavolino. Stiamo sondando la situazione anche in altri Comuni ed è sorprendente verificare che il rigetto per queste inutili, personali e costose scelte degli amministratori della Provincia Bat sia condiviso dalla maggior parte dei cittadini, anche tranesi, come risulta anche dai commenti sui siti web. Siamo certi che, se oggi fosse indetto un referendum popolare provinciale sull'abolizione di questo carrozzone, vincerebbero i si a larghissima maggioranza. Si schiererebbero per i no solo i politici, i loro parenti e amici, i portaborse e staffisti, baciapiedi, attendisti, autisti, zerbini, lacchè, ruffiani, schiavetti, filoni, scagnozzi, lustrascarpe e sciuscià».
  • Roberto Visibelli
  • Uffici provinciali
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