
Attualità
Una tranese a Tokyo: l’orgoglio italiano di Maria Grazia Santovito per i risultati olimpici tricolori. E per tanto altro
Nostalgia della Cattedrale, degli odori di casa e dei maccheroni al forno. E del caffè: “Qui è una ciofeca”
Trani - sabato 7 agosto 2021
2.11
"Konnichiwa! watashi wa Maria des (buongiorno, sono Maria)". L'abbiamo raggiunta telefonicamente a Tokyo: la nostra amica tranese, l'imprenditrice Maria Grazia Santovito, vive nella capitale del Sol Levante da dieci anni, e mai come in questi giorni ha sentito forte l'appartenenza alle proprie radici. Italiane, grazie a tutte quelle medaglie olimpiche, e tranesi.
La nostra telefonata è per Maria Grazia inaspettata, nella sua stanza al 13esimo piano di un grattacielo di Shinjuku a Tokyo, a metà mattina da noi, pomeriggio inoltrato per lei: i giapponesi sono avanti anche nell'orario (il fuso li vede in anticipo di 7 ore dal nostro). E la chiacchierata si è trasformata in intervista. Intrisa di futuro e di passato, di nostalgia e di speranze.
"Sono approdata in Giappone nel 2011 per una ricerca di mercato e mi sono stabilita nel 2014 – racconta Maria Grazia – e qui vivo con mio marito, avvocato statunitense. Mi occupo di introduzione e vendita di prodotti agroalimentari pugliesi e soprattutto di turismo". Che in tutto il mondo fa rima con l'enogastronomia: "Ho fatto innamorare i giapponesi di riso patate e cozze, pasta al forno "alla tranais" con le polpette, del ciambotto. E della Cattedrale".
Il papà Franco è stato per anni il direttore dell'Istituto di Scienze religiose di Trani, Maria Grazia ha studiato al Liceo Linguistico delle suore Angeliche, quello sul porto. Quanti lo ricordano. "Cosa mi manca di Trani? I suoni delle voci del mercato, i profumi della focaccia o della parmigiana, e i miei genitori". E "cosa porto di Trani in me: qualche parola in dialetto (ogni tanto glielo "meno" ai giapponesi un ktm, ma non fateglielo sapere) e le ricette nostrane e volti di persone care, l'amica Marilina Lonigro, il rosso Maurizio Carella, il sindaco (di quando ero ragazza) Caruso, il fornaio vicino a Santa Chiara, Colonna. La Cattedrale. E tanto tanto…(è molto commossa n.d.r.)".
Cosa adora del Giappone invece: "L'organizzazione capillare, ho imparato tanto da loro. E il sushi, come no! E dell'Italia mi manca il vero caffè espresso. Tutto è ciofeca qua! In questi giorno seguo i nostri successi alle olimpiadi, e ne sono molto orgogliosa. Ma qui ne parlano pochissimo, è tutto incentrato sugli atleti di casa."
L'emergenza Covid ha colpito tanto anche il Giappone, dove i casi sono di nuovo in crescita. "Siamo vaccinati in tanti, e abbiamo il "passaporto sanitario" il vostro green pass".
Tornerà a trani: "Ci manco da un po' e lo desidero tanto. Magari, appena finirà questa emergenza, organizziamo, magari sentendoci con Sindaco e assessori al turismo, e le imprese produttrici per un piano di lancio turistico-culturale e ovviamente agroalimentare del territorio. Vi saluto in giapponese: arigatou gozaimasu, che significa grazie mille per questa intervista". Sayonara.
La nostra telefonata è per Maria Grazia inaspettata, nella sua stanza al 13esimo piano di un grattacielo di Shinjuku a Tokyo, a metà mattina da noi, pomeriggio inoltrato per lei: i giapponesi sono avanti anche nell'orario (il fuso li vede in anticipo di 7 ore dal nostro). E la chiacchierata si è trasformata in intervista. Intrisa di futuro e di passato, di nostalgia e di speranze.
"Sono approdata in Giappone nel 2011 per una ricerca di mercato e mi sono stabilita nel 2014 – racconta Maria Grazia – e qui vivo con mio marito, avvocato statunitense. Mi occupo di introduzione e vendita di prodotti agroalimentari pugliesi e soprattutto di turismo". Che in tutto il mondo fa rima con l'enogastronomia: "Ho fatto innamorare i giapponesi di riso patate e cozze, pasta al forno "alla tranais" con le polpette, del ciambotto. E della Cattedrale".
Il papà Franco è stato per anni il direttore dell'Istituto di Scienze religiose di Trani, Maria Grazia ha studiato al Liceo Linguistico delle suore Angeliche, quello sul porto. Quanti lo ricordano. "Cosa mi manca di Trani? I suoni delle voci del mercato, i profumi della focaccia o della parmigiana, e i miei genitori". E "cosa porto di Trani in me: qualche parola in dialetto (ogni tanto glielo "meno" ai giapponesi un ktm, ma non fateglielo sapere) e le ricette nostrane e volti di persone care, l'amica Marilina Lonigro, il rosso Maurizio Carella, il sindaco (di quando ero ragazza) Caruso, il fornaio vicino a Santa Chiara, Colonna. La Cattedrale. E tanto tanto…(è molto commossa n.d.r.)".
Cosa adora del Giappone invece: "L'organizzazione capillare, ho imparato tanto da loro. E il sushi, come no! E dell'Italia mi manca il vero caffè espresso. Tutto è ciofeca qua! In questi giorno seguo i nostri successi alle olimpiadi, e ne sono molto orgogliosa. Ma qui ne parlano pochissimo, è tutto incentrato sugli atleti di casa."
L'emergenza Covid ha colpito tanto anche il Giappone, dove i casi sono di nuovo in crescita. "Siamo vaccinati in tanti, e abbiamo il "passaporto sanitario" il vostro green pass".
Tornerà a trani: "Ci manco da un po' e lo desidero tanto. Magari, appena finirà questa emergenza, organizziamo, magari sentendoci con Sindaco e assessori al turismo, e le imprese produttrici per un piano di lancio turistico-culturale e ovviamente agroalimentare del territorio. Vi saluto in giapponese: arigatou gozaimasu, che significa grazie mille per questa intervista". Sayonara.
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